Pensioni di reversibilità in aumento, i nuovi importi dal 2026

Nel 2026 gli assegni di reversibilità cresceranno grazie alla rivalutazione dell’1,7%. Aumenti più alti per i redditi bassi e in base alla parentela

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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Nel 2026 gli assegni pensionistici vedranno un aumento dell’importo per compensare l’effetto dell’inflazione. Compresa nella rivalutazione anche le pensioni di reversibilità, che saranno aggiornate sulla base dei dati comunicati dall’Istat e confermati dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Secondo le stime, il tasso di rivalutazione per il 2026 dovrebbe aggirarsi intorno all’1,7%, ben il doppio rispetto all’incremento del 2025 che si è fermato allo 0,8%.

Attraverso le prime simulazioni degli importi, è possibile già dare alcuni esempi di quanto aumenteranno gli assegni delle pensioni di reversibilità. Per esempio, su una pensione di 1500 euro lordi, sono previsti aumenti fino a 15 euro mensili.

Di quanto aumentano le pensioni di reversibilità nel 2026

Non c’è ancora una conferma ufficiale per quanto riguarda il valore dell’aumento degli assegni pensionistici, dato dalla rivalutazione per compensare l’inflazione. Si parla di stime, che sono comunque “ufficiali”. Per questo si può iniziare a fare alcuni calcoli. Sappiamo infatti che se nel 2025 la rivalutazione è stata di appena dello 0,8%, per il 2026 è previsto un aumento dell’1,7%, ovvero il doppio.

Si tratta di un adeguamento migliore, ma non stravolge certo le cifre degli assegni pensionistici. Offre un piccolo extra mensile, che a conti fatti è anche un piccolo sostegno alle famiglie. Per quanto riguarda la pensione di reversibilità, bisogna fare un calcolo basato su quanto arriva rispettivamente al coniuge o ai figli.

Come funziona la rivalutazione delle pensioni di reversibilità

Ogni anno gli importi delle pensioni vengono rivalutati in base a un meccanismo che adegua la cifra al costo della vita. Come già descritto, nel 2025 si trattava di un aumento percentuale inferiore all’1%, ma che nel 2026 inizia a essere più concreto, con cifre che variano a seconda dell’assegno pensionistico.

Se si parla di pensioni di reversibilità, però, bisogna sapere che questa viene riconosciuta ai familiari, ma si applica in maniera diversa se viene percepita dal coniuge, ex coniuge o dai figli del titolare dell’assegno deceduto.

L’adeguamento della pensione si applica così al calcolo della pensione di reversibilità. Se l’assegno rivalutato finisce in mano al pensionato, l’aumento è pieno, quindi pari al 100% del tasso (che secondo le stime è dell’1,7%) fino a quattro volte il trattamento minimo. Oltre, scattano le percentuali ridotte:

  • 90% per importi fino a cinque volte il minimo;
  • 75% per importi superiori.

Le pensioni di reversibilità hanno percentuali differenti. Infatti, al coniuge va un assegno pari al 60% del totale, mentre al figlio il 20%. Quindi, facendo degli esempi sugli assegni lordi, si può già immaginare a quanto ammonteranno le pensioni di reversibilità con la rivalutazione.

Assegno pensionistico da 1500 euro: di quanto aumenta

Il primo esempio che si può fare è su una pensione di 1500 euro lordi. Questa, che sappiamo sarà riconosciuta al 60% al coniuge e al 20% al figlio, sarà rivalutata al 100% con un aumento dell’1,7%. Quindi, da 1500 euro lordi, salirà a 1525,5 euro.

Al coniuge, invece di andare 900 euro (60% dell’assegno pensionistico), spetteranno 915,3 euro. Per il figlio l’assegno passa da 300 a 305,1 euro.

Assegno pensionistico da 2500 euro: di quanto aumenta

Facciamo invece un altro esempio, ovvero quello di un assegno pensionistico di 2500 euro lordi. Con la rivalutazione, la prima parte dell’importo viene incrementato fino a 2454,80 euro, perché si trova all’interno di quattro volte il trattamento minimo. Quindi salirà dell’1,7% per un incremento totale di 41,73 euro. I restanti 45,20 euro invece saranno rivalutati con una percentuale più bassa, perché rientrano tra le quattro e le cinque volte il minimo. L’aumento della seconda parte è quindi di 0,69 euro.

In totale l’incremento sarà di 42,4 euro mensili lordi. Su una pensione di 2500 euro lordi, al coniuge spetta il 60%, che sale da 1500 a 1525,45 euro, mentre per il figlio, a cui spetta il 20%, la quota passa da 500 a 508,97 euro.