Pensioni, ora sul tavolo del Governo c’è Quota 84

Il Governo studia Quota 84, una pensione anticipata riservata alle donne che permetterebbe di ritirarsi con 64 anni d'età e 20 di contributi

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il Governo ha allo studio una terza ipotesi per permettere alle donne di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro: dopo Ape social rosa e dopo Opzione Donna arriva adesso Quota 84. Due le condizioni: avere maturato 20 anni di contributi e avere compiuto 64 anni: il totale fa 84.

Come funziona Quota 84

Non sono ancora stati resi noti tutti i dettagli, ma secondo le intenzioni del Governo questa opzione permetterebbe alle signore di abbandonare la vita lavorativa con una decurtazione degli emolumenti inferiore rispetto a Opzione Donna (che secondo le simulazioni garantisce una pensione dal 20% al 30% inferiore rispetto allo stipendio). E lasciare con Quota 84 non presenterebbe la condizione di avere raggiunto un emolumento pari almeno a 2,8 volte la pensione minima.

Sono due le fasce temporali previste da Quota 84:

  • la prima fascia scatta quando si abbandona il lavoro a 64 anni. In questo arco di tempo si percepirebbe un assegno fisso per 12 mensilità. L’importo massimo previsto è di 1.500 euro senza senza rivalutazione;
  • il secondo step, che dà diritto all’intero assegno, scatta quando si matura l’età per andare in pensione con i requisiti tradizionali.

Pensioni 2024: tre ipotesi sul tavolo

Ma non è tutto: ci sono anche altre tre ipotesi attualmente allo studio per il 2024.

La prima prevede la possibilità di andare in pensione fra i 60 e i 63 anni di età con 35 di contributi.

La seconda opzione prevede la possibilità di lasciare il lavoro a 63 anni compiuti più 20 di contribuzione, con ricalcolo contributivo dell’assegno.

La terza ipotesi è quella di confermare Quota 103 (pensionamento anticipato con 62 anni di età e 41 di contributi). Quota 103 è però penalizzante per le donne che, secondo le statistiche, a 62 anni hanno maturato mediamente 28 anni di contribuzione. Ma resta aperta la strada ad alcune misure finalizzate ad allungare gli anni di contribuzione: riscatto della laurea, agevolazioni aziendali, pensioni integrative.

Pensione donna

Sono attualmente due, come anticipato, le possibilità offerte alle donne per andare in pensione anticipatamente.

Ape social rosa

La prima è la cosiddetta Ape rosa, ovvero la versione al femminile dell’Ape social. La misura permette di andare in pensione prima con gli stessi requisiti della classica Ape sociale, ma con lo sconto di uno o di due anni a seconda del numero di figli.

Opzione Donna

Attualmente Opzione Donna permette di presentare domanda di pensione anticipata per le lavoratrici dipendenti e autonome che abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età di almeno 60 anni (che si riducono a 58 anni con con 2 o più figli e a 59 anni in caso di un solo figlio). Le beneficiarie devono poi appartenere a una di queste categorie: caregiver, invalide civili, lavoratrici licenziate o dipendenti di imprese in stato di crisi. Per il 2024 si starebbe pensando a un allargamento della platea delle beneficiarie eliminando il requisito dei figli. Per tutte rimane l’obbligo di appartenere a una delle categorie sopra elencate. E per tutte tornerebbe il requisito anagrafico di 58 anni.