Pensioni, età minima oltre i 67 anni: sistema al collasso

Un rapporto dell'Inapp ha mostrato la situazione di emergenza in cui versa il sistema previdenziale italiano: per uscirne servono più lavoratori e pensioni a un'età più avanzata

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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L’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp) ha presentato in Parlamento un rapporto sulla situazione delle pensioni in Italia nei prossimi 10 anni. Secondo i dati, 6,1 milioni di persone stanno per andare in pensione e non ci sono le risorse per mantenere né loro, né il resto della popolazione, che sta diventando sempre più anziana.

La spesa pensionistica va limitata ed è necessario trovare maggiori risorse per sostenere il sistema contributivo. Il rapporto dell’Inapp indica due soluzioni per questo problema, da applicare in contemporanea: aumentare l’età pensionabile e il numero di occupati.

Il sistema pensionistico non è sostenibile

I dati riportati dal presidente dell’Inapp, Natale Forlani, in audizione alla Camera descrivono un futuro prossimo molto complesso per il sistema pensionistico italiano:

  • nei prossimi 10 anni 6,1 milioni di persone andranno in pensione;
  • entro il 2060 la popolazione in età da lavoro calerà del 34%;
  • la spesa pensionistica arriverà al 17% del Pil entro il 2040;
  • oltre 4 milioni di over 65 richiederanno assistenza continuativa entro il 2040.

Il rapporto dell’Inapp ha però anche proposto alcune soluzioni per evitare che il peso economico delle pensioni vada a rallentare l’intero Paese.

Aumentare l’età pensionabile è necessario

Il punto di partenza messo in chiaro da Forlani è quello dell’età pensionabile. Le cosiddette opzioni di flessibilità (Quota 100, Opzione Donna, Ape Sociale) vanno ristrette al minimo. La linea da seguire è quella tracciata dalla legge Fornero, con la pensione raggiungibile a 67 anni di età. Questo limite va poi alzato con l’aumentare dell’aspettativa di vita, come prevede la norma stessa. Un meccanismo che il Governo di Giorgia Meloni sta tentando di bloccare.

Sull’età pensionabile, Forlani sottolinea che è necessario associare a questa politica conservativa anche incentivi per permettere ai lavoratori di rimanere sul posto di lavoro anche dopo il raggiungimento dell’età pensionabile. Questo va fatto valorizzando le competenze dei dipendenti anziani, adattando le carriere e garantendo flessibilità e sostegno. Il direttore dell’Inapp ha però anche spiegato:

L’effetto dell’allungamento dell’età pensionabile può incidere ma non è risolutivo. L’effetto dell’invecchiamento della popolazione è virulento e immediato. Bisogna adottare un approccio olistico, che includa anche la rigenerazione della popolazione attiva.

Per mantenere le pensioni servono più donne al lavoro

Per rigenerazione della popolazione attiva, ha poi spiegato Forlani, si intende un aumento della partecipazione al mondo del lavoro. Il presidente dell’Inapp ha individuato due fasce da coinvolgere con interventi mirati:

  • 1,4 milioni di persone che non studiano, non lavorano e non cercano lavoro (Neet);
  • 1,2 milioni di donne senza lavoro che si dicono disposte a lavorare.

È necessario, spiega l’Inapp, un approccio che riguardi tutti i punti di vista del mercato del lavoro. Dalla crescita economica che permetta più assunzioni a quella dei salari, data da un aumento della produttività impiegando i lavoratori in settori ad alto valore aggiunto, grazie anche all’impiego di tecnologie più avanzate di quelle attuali.

Pensioni al collasso

In questo modo, il sistema potrebbe ricevere abbastanza contributi per sostenere l’ondata dei baby boomer, che nei prossimi 10 anni andranno in pensione. In mancanza di questi interventi, il sistema pensionistico avrà un effetto deleterio su tutto il Paese, restringendo sempre di più il potere di spesa dello Stato e quindi la qualità dei servizi per i cittadini.