Trattenute sulla pensione di gennaio 2025, chi rischia l’azzeramento dell’assegno

Anche a rischio di azzerare la pensione di gennaio e febbraio, l'Inps procederà al recupero delle somme a debito emerse dal ricalcolo a consuntivo delle ritenute

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 29 Dicembre 2024 21:53

Il pagamento delle pensioni a gennaio 2025, per qualcuno, rischia di trasformarsi in una brutta sorpresa: in una delle sue ultime comunicazioni, l’Inps annuncia che è stato effettuato il ricalcolo a consuntivo delle ritenute erariali relative al 2024.

Il ricalcolo riguarda l’Irpef e il saldo delle addizionali regionali e comunali, ed è stato effettuato sulla base dell’ammontare complessivo delle sole prestazioni pensionistiche erogate dall’Inps. Esclusi, dunque, gli assegni incassati da tutti gli altri enti previdenziali.

Cedolino della pensione azzerato

A tutti gli interessati viene reso noto che, in caso le trattenute siano state effettuate in misura inferiore rispetto a quanto dovuto su base annua, allora l’Inps, in qualità di sostituto di imposta, procederà in via automatica al recupero della differenza a debito sulle rate di pensione di gennaio e febbraio 2025.

Fin qui nulla di anomalo. Ma nella comunicazione si puntualizza che qualora le imposte siano pari o superiori all’importo del rateo mensile in pagamento, allora il recupero delle somme dovute avverrà “anche con azzeramento dell’importo di pensione in pagamento“. Traduzione: il cedolino della pensione di gennaio, così come quello di febbraio, potrebbe andare a zero euro.

In caso ci si trovasse nella situazione tracciata da tale quadro, ai pensionati interessati non resterebbe altro da fare che sperare almeno in qualche rimborso, se spettante, così da non trovarsi di fronte a un cedolino della pensione totalmente azzerato.

Categorie escluse

C’è però una categoria esclusa: nel solo caso di pensionati con importo annuo complessivo dei trattamenti pensionistici fino a 18.000 euro, per il quali il ricalcolo dell’Irpef ha determinato un conguaglio a debito di importo superiore a 100 euro, la rateazione viene estesa fino alla mensilità di novembre.

Le trattenute

L’Inps aggiunge che, per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili, a decorrere dal rateo di pensione di gennaio, oltre all’Irpef mensile vengono trattenute anche le addizionali regionali e comunali relative al 2024.

Nel mese di dicembre, come è noto, non vengono applicate trattenute per le addizionali regionali e comunali. Tali trattenute vengono infatti recuperate in undici rate, nei primi undici mesi dell’anno successivo a quello cui si riferiscono. Le somme a conguaglio, inoltre, verranno certificate nella Certificazione unica 2025.

Somme che restano fuori dalle trattenute

La mannaia dell’Inps non si abbatte su una serie di prestazioni: non subiscono trattenute fiscali

  • le prestazioni di invalidità civile;
  • le pensioni sociali;
  • gli assegni sociali;
  • le prestazioni non assoggettate alla tassazione per residenza estera;
  • le prestazioni relative alle vittime del terrorismo.

La rivalutazione delle pensioni

Ma dopo il “trauma” della pensione azzerata a gennaio (o anche a febbraio), anche per chi sia in debito con l’Inps il 2025 porterà con sé la rivalutazione degli assegni. L’indice provvisorio di rivalutazione delle pensioni nel 2025 è pari allo 0,8%, salvo futuro conguaglio. Ragionando in termini di importi lordi, un indice pari allo 0,8% equivale, in sintesi, ad 8 euro in più ogni 1.000 euro di pensione. Di seguito qualche esempio:

Pensione Incremento Assegno rivalutato
1.000 euro 8 euro 1.008 euro
1.500 euro 12 euro 1.512 euro
2.000 euro 16 euro 2.016 euro
2.500 euro 19,92 euro 2.519,92 euro
3.200 euro 24,71 euro 3.224,71 euro

Tutte le prestazioni di accompagnamento alla pensione, come l’Ape sociale o gli assegni straordinari, restano escluse dalla rivalutazione dal momento che non hanno natura di prestazione pensionistica.