Il tavolo sulla riforma del sistema previdenziale è fermo a causa dello stop imposto dall'elezione del presidente della Repubblica, ma sotto traccia si continua a lavorare per trovare un punto d'approdo condiviso.
Con l'addio a Quota 100, da quest'anno per andare in pensione anticipatamente si deve avere Quota 102: ovvero almeno 64 anni di età e 38 di contributi. Intanto però emerge una nuova proposta per la pensione anticipata: un taglio del 3%, solo sulla parte retributiva della pensione, per ogni anno di anticipo rispetto a quelli previsti per la pensione di vecchiaia.
Pensione anticipata con taglio del 3%: la proposta
La proposta - aggregata alla relazione di fine mandato del Civ Inps - è stata avanzata da Michele Reitano, membro della Commissione tecnica che ha istituito il Ministero del Lavoro, e punta a portare ad una svolta nella riforma complessiva. Come riportato dal Sole 24 Ore, sulla base delle elaborazioni del Civ Inps, Reitano afferma che "prendendo a riferimento unicamente le pensioni anticipate e di vecchiaia l’età di ritiro fra i dipendenti privati è attualmente pari a 64,1 e 63,2 anni, rispettivamente fra donne e uomini. Valori non dissimili (63,9 e 63,5 per donne e uomini) si osservano nel pubblico impiego, mentre l’età di pensionamento effettiva è lievemente più elevata (64,8 e 64,0) nelle gestioni autonome Inps".
La proposta di Reitano si sofferma sul passaggio verso lo schema di calcolo contributivo consentendo, partendo da una età minima non indicata, l’uscita anticipata "subendo una riduzione del 3% della quota retributiva della pensione per ogni anno di anticipo rispetto all’età legale che compensi, in modo attuarialmente equo, il vantaggio della sua percezione per un numero maggiore di anni". Anche perché una misura di questo tipo, se ben definita, "offrirebbe un’opportunità in più a tutti i lavoratori", indipendentemente dalla loro carriera pregressa e senza troppi problemi per i conti pubblici nel lungo periodo scrive ancora il quotidiano di Confindustria.
Il nodo dell'età minima
Ancora da definire l'età minima per diventare 'pensionati' secondo quest'ottica: l'idea sarebbe si permetterebbe l’uscita anticipata a discrezione del lavoratore con la consapevolezza di subire una riduzione della quota retributiva della pensione che vada a compensare il vantaggio dell’anticipo. Più alto sarebbe il numero di anni di anticipo e maggiore la penalizzazione.