Come effettuare il riscatto INPS dei periodi di aspettativa

I lavoratori possono effettuare il riscatto INPS dei periodi di aspettativa ai fini della pensione. Ecco una guida completa

Foto di Alessandra Di Bartolomeo

Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 2 Gennaio 2018 19:12Aggiornato: 14 Marzo 2024 09:13

Nei periodi di aspettativa i dipendenti pubblici e privati possono richiedere il riscatto INPS dei relativi contributi, anche se essi sono precedenti al 31 dicembre 1996 (articolo 1, comma 789 della legge 296/2006). Questo permette di raggiungere molto prima i requisiti che sono necessari per andare in pensione. Quando si inoltra la domanda è importante che il periodo di aspettativa venga documentato e che il lavoratore possa dimostrare la presenza di gravi motivi di famiglia che l’hanno spinto a fare questa scelta.

Come richiedere il riscatto per motivi di aspettativa

I dipendenti hanno la possibilità di richiedere il riscatto di un’aspettativa che non superi i due anni, anche se non consecutivi, ad eccezione dei permessi mensili indicati dalla legge 104. Inoltre, tale aspettativa deve essere giustificata da gravi motivi familiari.

Tali motivi sono elencati nell’articolo 2 del decreto ministeriale del 21 luglio 2000 e includono:
• necessità legate al decesso di un membro della famiglia anagrafica, che risulta anche nel certificato di famiglia;
• l’esigenza di prendersi cura e assistere un familiare purché esso sia presente nel certificato di famiglia;
• situazioni di grave disagio personale;
• la presenza di patologie particolari che coinvolgono un membro della famiglia (malattie croniche o acute che causano una riduzione permanente o temporanea dell’autonomia personale).

Che succede durante l’aspettativa

Durante l’aspettativa, il dipendente mantiene il suo posto di lavoro, ma non ha diritto a retribuzione e non può svolgere altre attività lavorative. Inoltre, non accumula contributi per la pensione né anzianità di servizio. Solo in casi specifici il lavoratore può richiedere un’aspettativa retribuita.
La decisione di richiedere il riscatto è a discrezione del lavoratore e deve essere presentata alla gestione previdenziale che gestisce i suoi contributi. Le istruzioni per effettuare questa richiesta sono state fornite nella circolare 26 del 28 febbraio 2008.
Se ci sono stati trasferimenti o riunificazioni di contributi, la richiesta deve essere indirizzata alla gestione previdenziale che ha ricevuto i contributi obbligatori relativi al periodo in cui è stata richiesta l’aspettativa. Alla domanda, presentata presso l’ufficio INPS competente in base alla residenza, devono essere allegati i documenti richiesti. L’importo del riscatto verrà quindi comunicato dall’INPS tramite raccomandata insieme alla decisione di accogliere la richiesta, specificando le modalità e i tempi per il pagamento.

Ai fini pensionistici è possibile riscattare anche la laurea e i lavori socialmente utili

Oltre a quello per i periodi di aspettativa, è importante sapere che è possibile chiedere anche il riscatto della laurea ai fini pensionistici. Grazie a tale operazione sarà possibile convertire il periodo di studio universitario in contributi previdenziali, aumentando così gli anni di contribuzione per la pensione. Questa operazione è a pagamento e la domanda può essere presentata online attraverso l’area dedicata dell’INPS. Il versamento avviene tramite bollettini MAV inviati all’istituto, con la possibilità di effettuare il pagamento in un’unica soluzione o in rate mensili, fino a un massimo di 120 rate.
È possibile inoltre riscattare i lavori socialmente utili (LSU) per la pensione. I costi associati variano in base al periodo in cui sono stati eseguiti, includendo tutte le attività svolte dal 1° agosto 1995. Attualmente, è prevista una contribuzione figurativa vantaggiosa per queste attività, secondo quanto stabilito dall’articolo 8 del decreto legislativo 468/1997.

Che succede nel caso di lavoro part-time

Il rapporto di lavoro a tempo parziale può essere di tipo orizzontale o verticale. Nel caso orizzontale, il dipendente ha gli stessi diritti di un lavoratore a tempo pieno per quanto riguarda la durata dell’aspettativa per motivi personali. Nel caso verticale, la durata complessiva dell’aspettativa deve essere proporzionata alle giornate di lavoro prestate nell’anno, come stabilito dall’art. 6, comma 8, del CCNL del 14.9.2000. Questa regola si applica non solo alle ferie, ma anche a tutte le altre assenze previste dalla legge o dalla contrattazione collettiva, tra cui l’aspettativa per motivi personali. Quindi, nel caso di lavoro a tempo parziale, il lavoratore deve specificare la tipologia di rapporto (orizzontale, verticale o misto) nella richiesta di aspettativa, indicando chiaramente la propria posizione lavorativa e le modalità di svolgimento dell’attività.