Addio riforma pensioni e uscita anticipata? I numeri che inchiodano il governo

La spesa per le pensioni raggiungerà quota 65 miliardi di euro entro il 2026: difficile per il Governo mantenere le promesse sulla riforma.

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Redazione

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E’ ripartito a fine giugno il confronto fra governo e parti sociali per trovare una soluzione che possa rimpiazzare Quota 103 – in scadenza alla fine dell’anno – evitando così al ritorno della controversa riforma Fornero, introdotta a suo tempo dal Governo Monti. La posizione delle organizzazioni sindacali è piuttosto critica sull’operato dell’esecutivo negli ultimi mesi: ritengono infatti che lo stallo sia durato troppo a lungo e che quindi ora c’è poco tempo per definire una riforma che superi, appunto, la “legge Fornero” e consenta una maggiore flessibilità in uscita, a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, come da loro richieste.

E poi ci sono i numeri: la spesa per le pensioni è destinata a crescere progressivamente, raggiungendo quota 65 miliardi di euro entro il 2026, anche a causa delle caratteristiche della curva demografica della popolazione italiana. Il Governo è dunque chiamato a sostenere un’ardua sfida per mantenere gli impegni presi in tema di riforma (nello specifico, su nuove misure sulla flessibilità in uscita) e in tema di revisione degli importi destinati ai pensionati. Il rischio concreto è che non ci sia alcuna riforma né nuove misure di flessibilità in uscita.

I numeri

A sottolineare il peso della spesa pensionistica in Italia è il Centro studi di Unimpresa, mettendo in evidenza il costo sostenuto dallo Previdenza pubblica per pagare le pensioni lo scorso anno (pari a 296,9 miliardi) rispetto a quello che ci ci aspetta entro fine anno (+7%): nel 2023 arriverà addirittura a 317,9 miliardi (anche per la rivalutazione degli assegni dovuto all’inflazione).

Non andrà meglio nel prossimo triennio: la spesa salirà a 340,7 miliardi nel 2024, 350,9 miliardi nel 2025, 361,8 miliardi nel 2026, arr9vando al 16,1 del PIL contro il 15,6 del 2022.

Riforma a rischio

Con questi numeri, diventa una scalata quasi impossibile per il governo tenere fede alle promesse della campagna elettorale. Nei prossimi quattro anni – sempre secondo i dati Unimpresa – la spesa per le pensioni aumenterà di 64,9 miliardi (+21,87%), senza contare eventuali nuovi misure del governo. Anche perché, nell’ambito della spesa previdenziale sono conteggiate anche altre prestazioni sociali.

Come ricorda l’associazione, anticipare l’età pensionabile costa 10 miliardi mentre la disponibilità effettiva da dedicare al capitolo previdenza nella Manovra 2024, al momento, è di circa 2 miliardi. Come ha commentato il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara: “la traiettoria della spesa previdenziale, al netto delle nuove misure, è già in forte aumento e il sentiero, pertanto, appare particolarmente stretto”.