Tassa di soggiorno affitti brevi: guida per i proprietari

Tutte le informazioni per applicare correttamente la tassa di soggiorno per affitti brevi e non pagare multe salate

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Davide Frigoli

Data journalist

Dopo la laurea in Lettere alterna l'attività di data journalist con quella di copywriter, si occupa di energia, green economy e nuove tecnologie.

Pubblicato: 24 Agosto 2023 17:33

Hai deciso di mettere a disposizione il tuo immobile come casa vacanze, l’unica cosa che ti resta da fare prima di affittare il tuo alloggio per periodi brevi è capire come funziona la tassa di soggiorno per applicarla correttamente e non incorrere in sanzioni. Complicato? Assolutamente no, grazie alla guida che stai per leggere avrai a portata di mano tutte le informazioni necessarie sulla tassa di soggiorno. Partiamo!

Che cos’è la tassa di soggiorno?

La tassa di soggiorno è un tributo applicato dai Comuni che serve per finanziare tutto ciò che riguarda il turismo e a “rimborsare” i territori dall’impatto dei turisti: manutenzione e potenziamento delle infrastrutture turistiche, promozione del territorio, tutela dell’ambiente e dei beni culturali, nonché l’offerta di servizi e attività rivolti ai visitatori. Ma chi deve pagarla? I turisti e precisamente gli ospiti delle strutture ricettive. È infatti proprio nel momento in cui si paga l’albergo, il BnB, o la casa vacanze che scatta l’obbligo del pagamento della tassa in un’unica tranche insieme al costo dell’alloggio.

In tutti i Comuni si paga la tassa di soggiorno?

No, la tassa di soggiorno non è attiva in tutti i Comuni italiani ma solo nei Capoluoghi di Provincia, nelle Unioni di Comuni e in tutti i centri abitati inclusi negli Elenchi Regionali delle località turistiche o d’arte. Per scoprire se un Comune ha attivato la tassa, basta recarsi sul sito web dello stesso Comune o consultare l’elenco presente sul sito di ogni rispettiva Regione.

Ma i Comuni sono obbligati a attivare questa tassa o possono anche decidere di non applicarla? Ogni Amministrazione comunale è libera di scegliere. C’è chi infatti ha deciso di sospenderla, è il caso di Castrocaro Terme e Terra del Sole in provincia di Forlì in Emilia Romagna.

Comuni in cui si paga la tassa di soggiorno

Ma in totale quanti sono i Comuni dove è attiva la tassa sul turismo? A fine 2022 il numero preciso di Comuni che hanno istituito la tassa è 986. Durante il 2023 questo numero è salito fino a superare quota 1000, tra i nuovi Comuni che da ora riscuotono la tassa di soggiorno ci sono Bari, Taranto, Caserta, Forte dei Marmi, Laveno Mombello, Castiglione Fiorentino. In totale i nuovi Comuni che hanno adottato la tassa di soggiorno nel 2023 sono 71.

A cosa serve la tassa di soggiorno?

I soldi che i Comuni incassano dai turisti tramite la tassa di soggiorno dovrebbero a coprire, ad esempio, i costi degli interventi di manutenzione dei beni culturali e ambientali ma sarebbero anche destinati al miglioramento del trasporto pubblico urbano.

Tassa o imposta di soggiorno?

Il nome corretto è imposta di soggiorno e non tassa. Tuttavia non c’è da preoccuparsi, nessuno avrà da ridire se la chiamate tassa di soggiorno ma se volete essere precisi ecco la spiegazione veloce e facile della differenza tra tasse e imposte.

La tassa: è dovuta in seguito a un servizio preciso o ad una prestazione di cui beneficiamo, l’esempio perfetto da tenere a mente è la tassa relativa alla gestione dei rifiuti, la TARI.

L’imposta: non corrisponde a un servizio o una prestazione, ma è un prelievo che serve a finanziare le spese pubbliche. Sono imposte l’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) e anche l’imposizione sui flussi turistici quella che, nel linguaggio comune, si chiama tassa di soggiorno.

A quanto ammonta la tassa di soggiorno?

Ogni Comune è autonomo nello stabilire l’ammontare del tributo, tuttavia vanno rispettate alcune linee guida

  1. Non può essere superiore a 5 euro per notte di soggiorno.
  2. Va applicata secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo e alla tipologia di alloggio: per intenderci in un hotel a cinque stelle si pagherà un costo più alto che in hotel a due stelle, e una villa di lusso comporterà una tassa di soggiorno più alta rispetto ad un semplice agriturismo.

E attenzione! Bisogna ricordare che la città di Roma fa eccezione: qui infatti il tetto massimo della tassa di soggiorno è di dieci euro, in ragione del grande flusso turistico che interessa la Capitale che provoca maggiori disagi e più spesa pubblica rispetto ad altre località.

Ad ogni città la sua tassa di soggiorno: come orientarsi

La tassa di soggiorno è quindi diversa da città a città. Per questo, dato il grande grado di “personalizzazione” della tassa di soggiorno di ogni amministrazione comunale, per scoprire l’importo esatto del tributo è necessario consultare le tabelle presenti sui siti web delle amministrazioni comunali.

Tassa di soggiorno, occhio ai periodi in cui non è in vigore

Consultare i siti web dei Comuni è necessario anche per accertarsi che non ci siano periodi dell’anno in cui la tassa è sospesa. Questo avviene soprattutto nelle località balneari che, durante la bassa stagione, addormentano il tributo.

Non solo, in alcune località si paga solo per le prime notti mentre in altre fino alla trentesima notte come ad esempio a Milano. E in altre ancora la tassa di soggiorno diminuisce dopo il quinto giorno di pernottamento consecutivo.

I turisti che non devono pagare la tassa di soggiorno

Come per l’ammontare del tributo anche le esenzioni alla tassa di soggiorno possono essere decise da ogni Comune, per questo bisogna controllare sul sito di ogni Amministrazione Comunale per conoscere i dettagli e capire chi non deve pagare la tassa di soggiorno.

Tuttavia ci sono delle regole condivise, vediamo quali. Non devono pagare la tassa di soggiorno:

  • I residenti
  • I minori
  • I diversamente abili
  • Gli ultrasettantenni
  • Gli accompagnatori e i familiari di soggetti ricoverati presso strutture sanitarie

Minori e tassa di soggiorno, occhio alle eccezioni

Anche in questo caso bisogna consultare il sito del Comune di riferimento: infatti se a Milano sono esenti dal pagamento i minori di 18 anni non è così a Napoli dove si paga la tassa di soggiorno dai 15 anni in su.

Dopo aver visto come si calcola la tassa di soggiorno e quali sono i turisti che non devono pagarla non ci resta che affrontare il tema del versamento.

Tassa di soggiorno su Airbnb

Hai deciso di mettere il tuo immobile su Airbnb per raccogliere un gruzzoletto? Bene, ma come fare per essere in regola con il pagamento della tassa di soggiorno su Airbnb? In questo caso hai veramente poco da preoccuparti, perché ci pensa Airbnb. La piattaforma ha siglato accordi con le principali città italiane per riscuotere e versare la tassa, ti basterà inserire il tuo annuncio e in automatico Airbnb calcolerà l’ammontare e si occuperà anche di versarlo all’amministrazione comunale.

E se la località del tuo alloggio non rientra tra quelle per le quali Airbnb calcola e versa in modo automatico la tassa?

In questo caso la piattaforma offre delle soluzioni guidate per inserire correttamente l’importo della tassa di soggiorno e separarla dal costo dell’alloggio e da eventuali altre tasse, una procedura per aiutare ogni host a essere trasparente con i propri ospiti. Ma dopo aver ricevuto il pagamento da parte dell’ospite come versare la tassa riscossa nel caso in cui Airbnb non versa automaticamente la tassa di soggiorno?

Tassa di soggiorno, come versare l’imposta incassata

Per versare correttamente la tassa di soggiorno basta collegarsi al portale telematico messo a disposizione dal Ministero dell’Economia e della Finanza, accedendo all’area riservata tramite SPID, Carta di Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Il servizio di log-in non è messo proprio in bella vista sul sito del Mef, tuttavia per trovarlo in pochi secondi basterà digitare su qualsiasi motore di ricerca queste parole chiave: “Dichiarazione telematica imposta di soggiorno dipartimento finanze”.

Quando bisogna versare la tassa di soggiorno?

L’imposta di soggiorno va versata entro e non oltre il 30 giugno di ogni anno. Ad esempio il 30 giugno 2023 è stato l’ultima data utile per comunicare tutti i dati relativi alle imposte di soggiorno pagate dai turisti nel 2022. Le imposte riscosse in un anno vanno dichiarate tutte insieme.

Tassa di soggiorno per immobili in diversi comuni

Hai affittato i tuoi appartamenti come casa vacanze in diversi Comuni? In questo caso devi presentare una dichiarazione diversa per ogni Comune in cui hai affittato.

Sanzioni e omissioni tassa di soggiorno

E se ci si dimentica di comunicare per tempo la dichiarazione della tassa di soggiorno o si fanno degli errori o delle omissioni? E’ importante stare attenti e seguire passo passo le indicazioni del Mef e rivolgersi al proprio Comune per consultare le linee guida da seguire per la dichiarazione dell’imposta di soggiorno. La sanzione può essere anche molto salata! In caso di mancata comunicazione la multa oscilla tra il 100% e il 200% della somma che si sarebbe dovuta versare. Si paga invece il 30% di sanzione se si fanno errori nella comunicazione.