Con il taglio dei tassi della Bce mutui ancora in calo, giù fino al 15%: la simulazione

Stipulare un nuovo mutuo a tasso fisso costa meno, dopo il taglio dei tassi della Bce, mentre le rate dei mutui a tasso variabile già accesi mostrano interessanti ribassi

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 5 Novembre 2024 12:19

Il taglio dei tassi della Bce di 25 punti base dello scorso ottobre, il terzo dell’anno dopo le sforbiciate di giugno e settembre, ha avuto un effetto benefico sui mutui che sono calati fino al 15%. C’è attesa adesso per un eventuale ulteriore taglio dei tassi che potrebbe arrivare a dicembre. La Bce si è detta possibilista, ma solo a condizione che l’andamento generale dell’economia lo consenta.

Il taglio dei tassi influisce direttamente sul costo del denaro, rendendo più vantaggioso stipulare mutui e prestiti. Questo stimola i consumi e incentiva le aziende a investire ricorrendo al debito.

Al contrario alzare il costo del denaro per correre ai ripari quando l’inflazione galoppa, ha come effetto collaterale quello di frenare l’andamento generale dell’economia.

L’andamento dei mutui a novembre 2024

Questi le nuove tendenze dei mutui, secondo Facile.it:

  • tasso sui depositi 3,25%;
  • tasso di rifinanziamento principale 3,40%;
  • tasso di rifinanziamento marginale 3,65%.

La simulazione

Secondo l’Unione nazionale consumatori il calo della rata per un mutuo variabile viaggia su una media di 18 euro al mese, per un risparmio annuo di 216 euro.

Mutuionline fa una simulazione su un mutuo a tasso variabile da 150.000 euro a 20 anni: in questo caso il risparmio è di 20 euro al mese (240 all’anno).

Secondo il Codacons, il taglio di 25 punti base sui tassi di interesse ha comportato una riduzione della rata mensile dei mutui variabili per la prima casa che va dai 13 ai 30 euro, in base all’importo del mutuo e alla sua durata, per un risparmio annuo che va da 156 a 360 euro.

Silvano Bartolini del Codacons Toscana, raggiunto da La Nazione, evidenzia cali fino al 15%. Si prenda ad esempio il caso di un ipotetico mutuo da 100.000 euro a 15 anni per l’acquisto della prima casa: ad aprile 2023, 18 mesi, la rata variabile sarebbe stata pari a 796 euro per poi scendere a 790 a luglio 2024 e calare ulteriormente a 714 euro a ottobre 2024. Il tutto per un risparmio di 82 euro. Su un mutuo identico, ma a tasso fisso, la rata di 778 euro di aprile 2023 sarebbe scesa a 690 euro a luglio 2024 per poi calare ulteriormente a ottobre 2024 a 666 euro per un risparmio di 112 euro in meno di un anno e mezzo.

Le spese accessorie

Ma oltre alle rate dei mutui occorre considerare anche le spese accessorie, ovvero istruttoria (sui 1.200 euro), perizia (circa 280 euro) e polizza incendio e scoppio pari a circa il 5% sul valore dell’immobile. Altre polizze sul mutuo sono invece facoltative, come l’assicurazione sulla vita, quella sulla perdita del lavoro e quella che tutela lo stipulante dagli infortuni.

Come il taglio dei tassi influisce sui mutui

Il taglio dei tassi della Bce influisce sia sui mutui a tasso fisso che su quelli a tasso variabile: i mutui a tasso fisso hanno, per l’appunto, un  tasso di interesse stabilito al momento della stipula che rimane invariato per tutta la durata del contratto. In questo caso la variazione avviene sui tassi dei prodotti offerti dalle banche, che poi resta immutata fino al termine del contratto. Ciò significa che conviene accendere un mutuo a tasso fisso quando il costo del denaro è basso.

Quando la Bce taglia i tassi, la conseguenza è un immediato abbassamento dell’Euribor che riduce le rate dei mutui a tasso variabile, anche sui contratti già stipulati.