Meno prestiti alle famiglie a giugno, giù il tasso sui mutui in Italia ma resta il più alto d’Europa

Per Bankitalia a giugno si sono registrati meno prestiti alle famiglie e imprese. Aumentano i depositi, saliti a 2.334 miliardi di euro

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Calano i prestiti delle banche alle famiglie e imprese, come anche il tasso dei mutui. Lo rivela Bankitalia nella pubblicazione mensile Banche e moneta e relativa a giugno. Per il settore privato sono scesi dell’1,6% su base annua, rispetto al -2% del mese precedente. I prestiti alle famiglie sono invece diminuiti dello 0,9% su base annua, rispetto al -1,0% registrato a maggio, mentre i prestiti alle società non finanziarie sono calati del 3,4% (-3,1% nel mese precedente).

Per quanto riguarda i mutui invece, il Tasso Annuale Effettivo Globale (Taeg) sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, inclusi i costi accessori, si è attestato al 4,02%, leggermente inferiore rispetto al 4,04% di maggio.

I prestiti alle aziende e famiglie italiane

Prosegue quindi la contrazione del credito alle imprese, iniziata i primi mesi del 2023 e costantemente in calo. Un trend che è iniziato in coincidenza con l’avvio del ciclo restrittivo della politica monetaria della Bce, che ha avuto un impatto significativo sull’erogazione di finanziamenti alle imprese.

Nel mese di giugno, i nuovi finanziamenti concessi alle imprese hanno mostrato una diminuzione del 3,4% rispetto al calo del 3,1% registrato a maggio. Questo segnale di contrazione continua suggerisce una persistente difficoltà per le imprese nel reperire finanziamenti, complicando ulteriormente il loro accesso al credito.

In controtendenza, i depositi dei residenti presso le banche italiane hanno mostrato un andamento positivo, con un incremento del 2,9% a giugno. Questo aumento rappresenta una ripresa significativa rispetto al calo dello 0,1% registrato nel mese precedente. Il valore totale dei depositi è quindi aumentato, passando da 2.296 miliardi di euro a 2.334 miliardi di euro. I dati si possono leggere ipotizzando una maggiore fiducia o una strategia di risparmio più conservativa da parte degli italiani in un contesto economico incerto.

Inoltre, la raccolta obbligazionaria ha visto una crescita del 14,8% nel mese di giugno, sebbene questo incremento sia inferiore rispetto al 18,8% del mese precedente.

Cala il Taeg, ma resta uno dei più alti d’Europa

Come già specificato, scende seppur di poco anche il Taeg, attestandosi al 4,02%. La percentuale di questi prestiti con un periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno è rimasta stabile al 10%, come nel mese precedente, secondo quanto comunicato da Bankitalia. Per quanto riguarda il credito al consumo, il Taeg delle nuove erogazioni è sceso al 10,29%, rispetto al 10,66% di maggio.

C’è quindi una discesa, anche se resta comunque uno dei tassi più alti in Europa, come aveva affermato la Fondazione Fiba di First Cisl. Un dato che rende l’acquisto a rate una scelta finanziaria sempre più onerosa per i consumatori italiani; quando si richiede un prestito, uno dei fattori principali da considerare è il Taeg, cioè il costo del finanziamento, che include il Tan, le commissioni, le imposte e le spese da sostenere.

Per fare un paragone con latri paesi europei, in Germania a maggio 2024 si è registrata una crescita dall’8,34% all’8,46%, mentre in Francia il Taeg è salito dal 6,76% al 6,82%. Percentuali tuttavia ben più basse rispetto all’Italia; acquistare a rate in Italia diventa così meno conveniente rispetto agli altri Paesi europei.

Per i nuovi prestiti alle società non finanziarie, i tassi di interesse si sono collocati al 5,26%, in calo rispetto al 5,38% del mese scorso. I prestiti di importo fino a 1 milione di euro hanno registrato un tasso del 5,64%, mentre quelli superiori a questa soglia hanno avuto un tasso del 5,04%. Infine, i tassi passivi sui depositi in essere sono scesi all’1,03%, rispetto all’1,05% di maggio.