Il 9 ottobre 2025, il ministero del Turismo (Mitur) ha pubblicato un nuovo decreto che estende le modalità di utilizzo del credito d’imposta previsto dal programma IFIT (incentivi finanziari per le imprese turistiche), ovvero il tac credit turismo come parte integrante del PNRR. Questa misura mira a sostenere la riqualificazione delle strutture ricettive italiane, promuovendo interventi in ambito edilizio, energetico, digitale e di accessibilità.
Tax credit turismo esteso, cosa cambia con il decreto
Il decreto introduce diverse modifiche significative rispetto alla versione precedente. La prima è quella relativa al limite temporale. In precedenza, le imprese beneficiarie del credito d’imposta dovevano utilizzarlo entro il 31 dicembre 2025. Con il nuovo decreto, tale scadenza non vale più, offrendo alle imprese maggiore flessibilità nella pianificazione e utilizzo del beneficio fiscale.
Inoltre, il decreto ha chiarito che il credito d’imposta è cedibile solo per intero e non in maniera frazionata e che sono ammesse al massimo due cessioni, esclusivamente a favore di banche o intermediari finanziari autorizzati, con l’obiettivo di rendere il meccanismo più trasparente e controllabile.
Infine, è stata estesa la platea dei beneficiari, includendo non solo le strutture alberghiere e agrituristiche, ma anche le imprese che gestiscono strutture ricettive all’aria aperta.
Chi può accedere al nuovo tax credit per il turismo
Possono accedere alla misura le imprese alberghiere, incluse le strutture stagionali e quelle gestite in forma societaria o familiare. Lo stesso dicasi per le aziende agrituristiche, come definite dalla legge 20 febbraio 2006, n. 96, e dalle normative regionali di riferimento.
L’elenco non termina qui, tenendo conto delle imprese del comparto turistico ricreativo e fieristico-congressuale, ma non solo. Si aggiungono le strutture ricettive all’aria aperta, come campeggi, villaggi turistici e glamping, stabilimenti balneari, complessi termali, porti turistici e parchi tematici, acquatici e faunistici.
Gli interventi ammessi: tra sostenibilità, accessibilità e digitalizzazione
Uno dei punti di forza della misura è la varietà degli interventi ammessi, che spaziano dall’efficienza energetica alla digitalizzazione. In particolare, il decreto ammette a contributo gli interventi di:
- incremento dell’efficienza energetica delle strutture, come l’installazione di impianti fotovoltaici, sistemi di climatizzazione a basso impatto ambientale o l’isolamento termico degli edifici;
- riqualificazione antisismica, fondamentali per garantire la sicurezza degli ospiti e la resilienza delle strutture;
- eliminazione delle barriere architettoniche per favorire un turismo più inclusivo e accessibile;
- ristrutturazione, restauro o manutenzione straordinaria;
- realizzazione di piscine termali e acquisizione di attrezzature e apparecchiature per attività termali, per le strutture che operano nel settore del benessere;
- digitalizzazione dei servizi, comprese le spese per software gestionali, piattaforme di prenotazione online, sistemi di domotica e strumenti per la promozione digitale.
Come funziona l’incentivo
Il tax credit turismo è uno strumento fiscale che prevede un credito d’imposta fino all’80% delle spese ammissibili e un contributo a fondo perduto fino al 50%, per un massimo di 40.000 euro, incrementabili fino a 100.000 euro in presenza di specifici requisiti (ad esempio per imprese femminili, giovanili o situate nel Mezzogiorno).
Si tratta di un’agevolazione che mira a sostenere la riqualificazione delle strutture ricettive e, più in generale, a favorire investimenti che rendano il turismo italiano più sostenibile, digitale e accessibile. Il decreto appena pubblicato dal MiTur aggiorna le disposizioni applicative per l’accesso al credito, rendendo la misura più flessibile e capace di adattarsi alla realtà di un settore in continua evoluzione.
Come sottolineato dal Ministero, l’obiettivo è quello di favorire la modernizzazione del patrimonio turistico e di innalzare la qualità dell’ospitalità in linea con i nuovi standard internazionali, che richiedono strutture sempre più efficienti dal punto di vista energetico e rispettose dell’ambiente.