Riminese di nascita, classe 1968. Dopo aver conseguito il diploma di moda presso l’Istituto Secoli di Bologna nel 1990, ha iniziato a collaborare con diversi marchi e aziende del lusso come Versace, La Perla e Jean Paul Gaultier. Salirà alla ribalta durante l’edizione 2006 del concorso ‘Who’s on Next?’ e si è fatto un nome come stilista di maglieria di lusso grazie al suo notevole senso della creatività e alla vasta conoscenza delle tecniche antiche degli artigiani.
Dopo quasi vent’anni di esperienza come designer, Mirco Giovannini ha deciso di realizzare i suoi sogni lanciando la propria linea con la sua Collezione ‘Primavera Estate 2007’. In breve il marchio Mirco Giovannini diventa una realtà internazionale. Da allora lavora incessantemente alla costruzione ed evoluzione del suo brand, le cui collezioni nascono dal filo: una maglieria speciale, costruita, disegnata come haute couture. Nel 2021 si rinnova dando vita con l’amico imprenditore Gianluca Marchetti al brand Mirco Giovannini Atelier Folleria.
QF Lifestyle ha incontrato Mirco Giovannini per farsi raccontare la sua visione della moda, il suo personale modo d’interpretarla e ricostruirla attraverso la passione che ha da sempre per il filo in tutte le sue declinazioni.
Mirco, quando hai capito che la tua strada sarebbe stata la moda?
Ho compreso la mia vera vocazione quando, durante gli anni delle superiori mentre studiavo per diventare analista contabile, dimostravo già un talento naturale per l’arte, creando felicemente disegni su t-shirt ispirate ai personaggi di Walt Disney per i miei amici. Dopo aver ottenuto il diploma di analista contabile, ho preso la decisione di seguire il mio cuore e mi sono iscritto al corso di fashion design presso l’Istituto Secoli a Bologna. È stato in quel contesto che ho davvero compreso che la moda era la mia vera vocazione.
Delle tue precedenti esperienze in Versace, Jean Paul Gaultier e altre maison cosa ti porti in eredità?
Dalle mie precedenti esperienze porto come eredità una grande conoscenza e competenze approfondite nell’articolato processo di creazione delle collezioni, che spazia dalla fase di ricerca, al disegno e alla progettazione, fino allo sviluppo dei capi.
Hai un rapporto intimo con il filo e di conseguenza all’ordito e la trama: ci vuoi raccontare qualcosa in più?
Nonostante inizialmente dopo aver completato gli studi non avessi intenzione di dedicarmi alla maglieria, perché la consideravo un ambito particolarmente complesso, ho instaurato un legame significativo con i filati. La maglieria richiede un approccio distinto poiché la texture viene studiata partendo dal filo, a differenza dei tessuti già preesistenti. Tuttavia, le mie prime esperienze provengono da importanti maglifici, e proprio qui ho scoperto la passione per intrecciare e studiare la struttura dei filati, che mi ha permesso di creare texture in maglia che assumono forme simili a tessuti. Da qui prende forma la mia affinità per il mondo del filo, una passione nata dalla fascinazione per i filati dell’Ottocento, dove tramature e orditi, realizzati con filati nobili e fantasiosi, danno vita a texture suggestive come effetti chanel, macramè e tridimensionali.
La maglieria il tuo punto di forza, come è cambiato questo capo d’abbigliamento negli anni?
Inizialmente la maglieria occupava una posizione marginale e veniva associata a capo di servizio, ma nel corso del tempo è emersa come elemento nobile e di rilievo all’interno delle collezioni. Questa evoluzione spazia da tradizionali maglioni a capi più complessi come abiti, capispalla e gonne, diventando un elemento imprescindibile nel day wear della moda. Oggi, la maglieria è parte integrante degli usi e costumi contemporanei.
Il tuo prodotto è Made in Italy, anzi per dirla giusta Made in Romagna perché questa scelta?
Ho optato per il “made in Romagna” in quanto rappresenta una scelta ancorata a un territorio intriso di creatività, influenzato dalla presenza del mare e dalle colline. Qui, la fusione tra cibo, vino e arte si manifesta come un antico telaio dell’Ottocento, tessendo una trama unica e distintiva. Questa straordinaria creatività, ispirata dalla bellezza del territorio, è ciò che rende il marchio “made in Romagna” così significativo nel panorama mondiale.
Quali sono i tessuti con il quale ti senti più a tuo agio?
Preferisco lavorare con filati di alta qualità, come i filati nobili e quelli fantasiosi, che amo accostare a tessuti estremamente femminili come lo chiffon e l’organza. Per l’universo maschile, invece, prediligo abbinare i filati nobili a tessuti tecnici come il drill, ma mantenendo sempre un’anima intrinsecamente tecnica e innovativa.
Ci sono grandi novità per il tuo brand sia in termini societari che di collezioni: ci vuoi aggiornare?
Il brand Mirco Giovannini Atelier Folleria è stato acquisito da Gianluca Marchetti, un imprenditore di spicco originario della Romagna. Il nostro incontro è avvenuto in una cantina nel 2020, dove ho espresso il desiderio di dare nuovo slancio alla mia rinascita e avviare un progetto per la collezione Mirco Giovannini Folleria High End, focalizzata sulla maglieria di lusso, considerando il mio percorso e il background che ho avuto nel corso degli anni. L’ultima collezione presentata include i capi maschili ispirati allo stile globetrotter sportichic. Gli outwear e i giubbotti, come trench, parka e bomber, sono caratterizzati da un’anima oversize, che si fonde armoniosamente con l’utilizzo di tessuti tecnici e innovativi. Questi tessuti si intrecciano e combinano tra loro per creare nuove texture e un’estetica distintiva.
Chi è il tuo uomo di riferimento?
L’uomo che prendo come punto di riferimento è Giacomo Gianniotti, attore italo-canadese che ho avuto l’onore di vestire con creazioni in maglia. Rappresenta un individuo che incarna lo spirito di chi ama viaggiare, con un’anima intrinsecamente artistica.
Quali sono i vostri mercati?
Miriamo a consolidare la nostra presenza presso le boutique di prestigio in Italia e stiamo attivamente esplorando opportunità per entrare nei mercati del Golfo Persico e dell’Europa, inclusi Germania, Austria e Svizzera.
Cosa pensi delle Fashion Week, sono ancora un momento per promuovere a B2B e stampa le proprie collezioni oppure sono sorpassate?
Le settimane della moda rivestono ancora una grande importanza per me, sia come momento chiave per presentare una nuova collezione che come opportunità per mettere in luce il lavoro davanti alla stampa. Rappresentano un punto di riferimento cruciale e offrono un supporto fondamentale per la crescita del brand attraverso sfilate e visibilità mediatica.
In tema di sostenibilità come si sta muovendo il tuo brand?
Il nostro brand è attivamente impegnato nella ricerca di filati che siano garantiti dal punto di vista dell’ecosostenibilità, privilegiando quelli prodotti in Italia e provenienti da progetti di riciclo. Per MG Atelier Folleria, la sostenibilità è un tema centrale: la nostra attenzione si focalizza su filati certificati, e la collezione è stata concepita con un forte impegno per la sostenibilità, tenendo a cuore non solo l’estetica ma anche il benessere dei consumatori.
Ci racconti della tua collezione Sportychic?
La linea sportychic della nostra collezione trae ispirazione dai capi sportivi, reinterpretandoli in maglia. Ho scelto di reintrodurre gli iconici indumenti sportivi nell’universo della moda maschile, conferendo loro un carattere sportychic. Li ho mixati con tessuti tecnici innovativi, utilizzando colori intarsi e punti classici della maglieria, come il punto inglese, la vanisé e lo smacchinato wafer nella finezza 12, insieme a punti 3D smacchinati nella finezza 14/18. La fusione di questi elementi avviene con l’uso sapiente di filati come il merinos abbinati a filati tecnici, dando vita a capi unici che si manifestano attraverso una palette di tre colori distinti.
Quali sono le novità P/E 24?
Nel suggestivo connubio tra sartoria e street wear, tra le novità P/E 2024 emerge un collage di influenze che convergono in un’espressione di stile dall’identità distintiva. I protagonisti di questa fusione sono i jumpsuit, le giacche senza rever, i pantaloni beggy e i baggies bermuda rivestiti con filati pregiati come il lino e il cotone, accostati a tessuti tecnici. Questa commistione crea un dialogo tra materiali, riflettendo l’attuale tendenza verso la moda ecosostenibile. Inoltre le sfumature cromatiche, si ispirano alle tonalità del deserto, catturando la polvere dei colori di Marrakech, con sfumature che vanno dal kaki al melone e al corallo. In questo contesto, il blu navy, il bianco e il nero costituiscono la struttura essenziale del progetto, offrendo un fondamentale ancoraggio cromatico.