Cucina italiana patrimonio Unesco dell’umanità, vale 70 miliardi all’anno

La cucina italiana sarà dichiarata patrimonio immateriale dell'umanità dall'Unesco, l'agroalimentare vale 70 miliardi di euro di export all'anno per il nostro Paese

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

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Il Comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a New Delhi, in India, ha ufficialmente deliberato che la cucina italiana potrà entrare a far parte dei patrimoni immateriali dell’umanità. Per il nostro Paese l’export agroalimentare vale 70 miliardi di euro ogni anno, oltre a essere uno dei prodotti più riconoscibili in tutto il mondo.

L’Italia, con questo risultato, arriva a detenere il record mondiale di riconoscimento dell’Unesco nel settore agroalimentare. Soddisfatto il Governo.

La Cucina italiana è patrimonio Unesco

Il riconoscimento dell’Unesco per la cucina italiana arriva al termine di una lunga campagna, sostenuta dal Governo e da varie associazioni, per rendere l’insieme dei piatti e delle tradizioni culinarie del nostro Paese patrimonio immateriale dell’umanità. Il Comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a New Delhi, ha commentato la decisione con un comunicato che recita:

La cucina italiana favorisce l’inclusione sociale, promuovendo il benessere e offrendo un canale per l’apprendimento intergenerazionale permanente, rafforzando i legami, incoraggiando la condivisione e promuovendo il senso di appartenenza. Per gli italiani, cucinare è un’attività comunitaria che enfatizza l’intimità con il cibo, il rispetto per gli ingredienti e i momenti condivisi attorno alla tavola.

L’Unesco ha sottolineato anche l’importanza culturale delle tradizioni culinarie italiane, ma anche il suo ruolo sociale e di limitazione dello spreco alimentare:

La pratica è radicata nelle ricette anti-spreco e nella trasmissione di sapori, abilità e ricordi attraverso le generazioni. Essendo una pratica multigenerazionale, con ruoli perfettamente intercambiabili, la cucina svolge una funzione inclusiva, consentendo a tutti di godere di un’esperienza individuale, collettiva e di continuo scambio, superando tutte le barriere interculturali e intergenerazionali.

La soddisfazione del Governo

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato la decisione dell’Unesco in un videomessaggio pubblicato per celebrare la decisione. La premier ha dichiarato:

Il riconoscimento per la cucina tricolore è un primato che ci inorgoglisce e ci consegna uno strumento formidabile per valorizzare ancor di più i nostri prodotti e proteggerli con maggiore efficacia da imitazioni e concorrenza sleale. Già oggi esportiamo 70 miliardi di euro di agroalimentare, e siamo la prima economia in Europa per valore aggiunto dell’agricoltura, ma questo riconoscimento imprimerà al Sistema Italia un impulso decisivo per raggiungere nuovi traguardi

Commenti positivi anche da parte del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Quanto vale la cucina italiana

Gli ultimi dati sull’export agroalimentare italiano, citati nel videomessaggio di Meloni e pubblicati da Nomisma, riportano di una crescita molto importante del settore. A settembre 2025 si era assestata al 5,7%, dato che la metteva in traiettoria per raggiungere, per la prima volta, la quota di 70 miliardi di euro. Un aumento trainato soprattutto dai Paesi europei, su tutti:

  • Polonia (+17,3%);
  • Romania (+11,1%);
  • Repubblica Ceca (+9,1%);
  • Spagna (+14,5%).

Metà delle esportazioni dipendono da soltanto 5 mercati, Germania, Usa, Francia, Regno Unito e Spagna, un dato che sottolinea il legame culturale con questi Paesi, ma che, stando all’analisi di Nomisma, mostra anche la necessità di una maggiore diversificazione per evitare che, in futuro, la filiera possa subire ripercussioni a causa di crisi legate a una di queste economie.