Crisi della birra in Germania, consumi al -7% nel 2025 e aumenti in arrivo

Birra tedesca in caduta libera: consumi ai minimi storici e rincari in arrivo ad aggravare la crisi. Perché i tedeschi non bevono più come una volta

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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Per la birra tedesca è allarme rosso: il settore sta attraversando una delle crisi più profonde dalla riunificazione delle due Germanie.

Nei primi cinque mesi del 2025, le vendite di birra sono crollate a 34,5 milioni di ettolitri, secondo i dati ufficiali dell’Ufficio federale di statistica.

In Germania crolla il consumo di birra pro capite

Si tratta del dato più basso registrato in epoca moderna, con un calo del -7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un segnale allarmante per un comparto che rappresenta non solo una fetta storica dell’economia tedesca, ma anche un simbolo identitario e culturale del Paese e dell’Europa.

Il calo dei consumi non è episodico né legato esclusivamente a fattori stagionali. Al contrario, riflette una trasformazione profonda del comportamento dei consumatori. La birra, un tempo bevanda quotidiana per ampie fasce della popolazione, è oggi soggetta a un processo di marginalizzazione, soprattutto tra i giovani adulti, sempre più orientati verso cocktail, bevande analcoliche o birre senza alcol. Anche tra i consumatori anziani, spesso fedeli alla tradizione, si osserva una riduzione per ragioni di salute.

Secondo i dati, il consumo pro capite annuo è passato da 107 litri nel 2013 a 88 nel 2023. La tendenza è ulteriormente peggiorata nel 2025, confermando un declino ormai decennale.

E oltre alla crisi della domanda, i birrifici tedeschi si trovano a fronteggiare un sensibile aumento dei costi di produzione: energia, materie prime, logistica e manodopera sono diventati più costosi, elemento che grava ancora di più sulle aziende.

Con circa 1.500 birrifici attivi sul territorio tedesco, il settore è estremamente frammentato. Tuttavia, la crisi attuale sta innescando un processo di consolidamento inevitabile. Mentre i grandi gruppi come Veltins, Krombacher e Radeberger riescono (ancora) a reggere l’urto, i piccoli produttori artigianali sono i più esposti.

Il recente fallimento del birrificio berlinese Bräugier, nonostante due locali in zone strategiche e una produzione di ottima qualità, è solo uno degli esempi più eclatanti. Anche Schneeeule, altro nome noto della scena tedesca, ha più volte lanciato appelli sulla propria difficile situazione.

Poche eccezioni fra le birre tedesche

In un panorama da brivido, solo due segmenti mostrano segni di vitalità: le birre Helles, stile chiaro bavarese, e le birre analcoliche. Il segmento Helles rappresenta oggi l’11,6% del mercato, in netta crescita rispetto al 7% di pochi anni fa. Veltins, ad esempio, ha visto crescere le vendite grazie alla sua linea Helles Pülleken.

Le birre analcoliche, invece, sono ormai considerate da molti produttori come una necessaria diversificazione, ma non una soluzione strutturale.

Nonostante l’aumento dei costi, i prezzi della birra in Germania restano tra i più bassi d’Europa. Oltre l’80% delle casse di birra vengono acquistate in offerta, con un prezzo medio compreso tra i 10 e gli 11 euro per 20 bottiglie da mezzo litro. Ma la politica promozionale aggressiva, portata avanti dai supermercati per attrarre clienti, sta diventando insostenibile per molti produttori. Secondo NielsenIQ, solo il 20% delle birre viene acquistato al prezzo pieno.

Verso l’aumento del prezzo della birra

Per l’autunno 2025, diversi birrifici hanno annunciato aumenti di prezzo, sia sul formato bottiglia sia su quello da fusto. Non sono ancora noti i dettagli, ma si ipotizza un incremento medio di circa 1 euro per cassa, con possibili ripercussioni a catena sui listini dei piccoli produttori.