I sindacati hanno organizzato uno sciopero di otto ore, con una manifestazione che ha portato in piazza a Torino 12mila persone, per protestare contro la situazione in cui si trova l’impianto Stellantis di Mirafiori. Lo stabilimento ha segnato per anni la città piemontese, dando lavoro a migliaia di persone tra dipendenti e indotto.
Negli ultimi anni però Stellantis ha progressivamente ridotto il suo impegno in Italia. Mirafiori ha perso importanza sia a livello locale che a livello internazionale, all’interno del gruppo, e al momento gli impianti lavorano a ritmi bassi, con gli operai in cassa integrazione. L’amministratore delegato Carlos Tavares ha rassicurato le parti sociali, ma la situazione non sembra in via di miglioramento.
La manifestazione a Torino per Mirafiori: cosa chiedono i sindacati
Venerdì 12 aprile si è tenuta una manifestazione a Torino in cui i sindacati a varie associazioni hanno espresso la propria solidarietà agli operai e agli impiegati dello stabilimento Stellantis di Mirafiori. La fabbrica, originariamente costruita dalla Fiat nel 1939, è stata per decenni il centro produttivo delle auto del marchio italiano e uno dei principali riferimenti per l’occupazione della città piemontese. I sindacati chiedono un rilancio della fabbrica, con l’obiettivo di produrvi 200mila auto all’anno. Nel 2023 sono state poco più di 80mila.
Nello stabilimento oggi lavorano poco meno di 12mila persone, oltre 2mila delle quali, a rotazione, saranno in cassa integrazione fino al 20 aprile. Questa misura, che riduce la produttività dello stabilimento, è in corso dall’inizio del 2024 e la sua fine è stata più volte posticipata. La ragione dietro a questa scelta è il rallentamento delle vendite delle auto elettriche in tutto il mondo. Nell’impianto oggi si produce infatti principalmente la Fiat 500e, a fianco di una linea Maserati.
L’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares ha ribadito la volontà del gruppo di rimanere a Torino: “Siamo qui per restare e puntiamo a crescere. L’Italia e Torino sono la nostra casa, basta fake news” ha dichiarato a margine di una visita a Mirafiori per incontrare i sindacati. Da anni però nello stabilimento non vengono assunti nuovi operai, nemmeno per sostituire quelli che vanno in pensione, e la forza lavoro invecchia rapidamente: il 70% di quelli del reparto carrozzeria andrà in pensione nei prossimi 5 anni.
Non solo i dipendenti: la crisi dell’indotto di Mirafiori
Negli anni ’90 Fiat ha cominciato una grossa operazione di esternalizzazione della costruzione di molte componenti delle sue auto, tenendo nei suoi impianti principalmente l’assemblamento. Attorno ai suoi impianti sono nate quindi molte aziende che si sono concentrate su fornire i pezzi necessari per costruire le auto Fiat. La stessa cosa è avvenuta attorno a Mirafiori, ma con la riduzione delle auto costruite a Torino, anche queste realtà sono in difficoltà.
Molte sono in crisi, alcune, anche di medie dimensioni, hanno già chiuso lasciando centinaia di lavoratori senza stipendio. Non si tratta di un impatto dovuto al cambiamento da auto a combustione a quelle elettriche, dato che buona parte di queste aziende produce componentistica presente su entrambi i tipi di vetture e si è adattata per tempo a questa prospettiva.
Rimangono però realtà strettamente legate alle commesse provenienti dall’impianto Stellantis di Torino, con pochi altri clienti che non giustificano le loro dimensioni attuali. Dopo anni di crisi, molte hanno già utilizzato tutti gli ammortizzatori sociali a loro disposizione e potrebbero presto essere costrette a chiudere.