Cambia tutto per diventare guida turistica in Italia e per far conoscere le bellezze del nostro Paese ai turisti stranieri. Se infatti fino a oggi è stato possibile ottenere l’abilitazione superando un Esame di Stato per poi esercitare la professione a livello regionale, attraverso un nuovo ddl approvato in Senato e che ora passera alla Camera si parla di una rivoluzione con tanto di iscrizione all’Elenco Nazionale, un albo come per qualsiasi professione. Il primo passo è stato quello dell’approvazione a Palazzo Madama, ma se dovesse passare anche a Montecitorio si tratterebbe di una vera e propria novità non di poco conto.
Guide turistiche, cosa cambia
Le regole per diventare guida turistica sono prossime a cambiare. Con l’obiettivo di contrastare l’abusivismo, infatti, il governo presieduto dalla premier Giorgia Meloni ha messo a punto un ddl in attuazione del Pnrr che è stato approvato al Senato il 15 novembre 2023. Con 77 voti favorevoli della maggioranza e 6 no (44 gli astenuti tra Pd e M5s), Palazzo Madama ha infatti dato il via libera al passaggio alla Camera del disegno di legge che è pronto a rivoluzionare la professione.
Chi vorrà approcciarsi al lavoro di guida turistica in Italia, infatti, se dovesse passare il ddl, dovrà sottoporsi a un esame indetto direttamente dal Ministero del Turismo presieduto da Daniela Santanchè, almeno una volta all’anno (oggi la cadenza è biennale), suddiviso, come già adesso, in tre parti: una prova orale, una prova scritta e un’ultima pratica.
A poter accedere all’esame saranno tutti coloro che sono in possesso di una laurea, triennale o magistrale, e con almeno due certificazioni di conoscenza di lingua straniera C1 e B2. Una volta superato l’esame, poi, la rivoluzione. Chi avrà l’ok della commissione riceverà un tesserino con cui potrà lavorare sul territorio di tutta Italia. Come le altre professioni regolamentate, le guide turistiche avranno quindi l’obbligo di iscrizione all’albo e dell’aggiornamento professionale, con cadenza triennale, da assolvere con corsi teorici e pratici organizzati dal Ministero.
E nella riforma, dovesse passare, è prevista l’attribuzione di uno specifico codice Ateco, da parte dell’Istat, per definire una puntuale classificazione delle attività inerenti alla professione.
Cosa devono fare le “vecchie”guide
Nulla è ancora definitivo, va sottolineato, ma è giusto che le “vecchie” guide turistiche siano pronte a mettersi in regola nel caso in cui anche dalla Camera dovesse arrivare l’ok al ddl contro l’abusivismo voluto dal Governo.
A dir la verità, nel concreto, poco cambierà perché l’iscrizione come guida passerà dal livello regionale a quello nazionale. Cosa dovrà essere fatto quindi? Chi è già guida turistica, e ha quindi sostenuto l’esame di abilitazione alcuni anni fa, non deve far altro che presentare l’eventuale richiesta di iscrizione all’Elenco Nazionale. Tutto molto semplice, con una domanda all’albo che successivamente, secondo quanto previsto, accetterà la richiesta dei lavoratori che hanno da sempre operato in maniera regolare. Tutto, ovviamente, a patto che l’abilitazione sia stata ottenuta in passato secondo i requisiti richiesti.
Questi, come i “nuovi” colleghi, saranno poi chiamati a onorare gli impegni da professionisti iscritti all’albo, con l’aggiornamento professionale nel triennio che, stando a quanto previsto, dovrebbe basarsi su corsi erogati da Regioni ed Enti.