Gli stipendi crescono del +3,1% soprattutto nell’industria e nei servizi privati, Pa al palo

I salari crescono più dell'inflazione, ma solo nel settore privato. Il settore pubblico è invece affossato dai mancati rinnovi contrattuali

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 11 Agosto 2024 10:23

L’Istat certifica una crescita dei salari in Italia, nella misura del +3,1%, soprattutto nel settore privato rispetto al pubblico. La rilevazione sulla retribuzione oraria media riguarda il periodo gennaio-giugno 2024 rispetto allo stesso arco del 2023. Nel privato, in particolare, gli esperti dell’Istituto hanno osservato che, nel secondo trimestre dell’anno, i salari sono aumentati del +4,1%. Questo aumento è più alto rispetto all’inflazione, che è cresciuta dello 0,9% secondo l’indice Ipca. Ciò, per i consumatori, si traduce in un piccolo recupero sul potere d’acquisto.

Crescita dei salari in Italia

I salari aumentano soprattutto nel comparto industriale sul quale pesano positivamente i rinnovi contrattuali. Anche il terziario ha beneficiato di un aumento. La spinta ai rinnovi contrattuali in diversi settori (come credito, assicurazioni e commercio) ha segnato l’inversione di tendenza nel primo semestre dell’anno, rispetto alla cronica tendenza italiana che spinge verso la stagnazione dei salari. La tendenza è incoraggiante anche se sono ancora in attesa di rinnovo circa 4,7 milioni di dipendenti che afferiscono a 34 contratti.

“Questa fase di recupero delle retribuzioni rispetto all’inflazione dovrebbe consolidarsi nei prossimi mesi, alla luce della chiusura di ulteriori rinnovi nel settore dei servizi”, sostengono gli esperti dell’Istat.

Guardando al mese di giugno, l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie segna un aumento del +1,2% rispetto a maggio e del +3,6% rispetto a giugno 2023; l’aumento tendenziale è stato del +4,9% per i dipendenti dell’industria, del +3,7% per quelli dei servizi privati e del +1,6% per i lavoratori della pubblica amministrazione.

Secondo il quadro tracciato dall’Istat, i comparti che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono:

  • legno, carta e stampa (+8,5%);
  • credito e assicurazioni (+7,1%);
  • settore metalmeccanico (+6,4%);
  • incremento praticamente nullo per quanto riguarda farmacie private, telecomunicazioni, ministeri, forze dell’ordine, forze armate e vigili del fuoco.

Salari nella pubblica amministrazione

Il settore della pubblica amministrazione è ancora in attesa dei rinnovi relativi al triennio 2022-2024. Nella Pa la crescita dei salari viaggia con il freno a mano tirato ed è sostenuta esclusivamente dall’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale ai dipendenti delle amministrazioni non statali.

Rinnovo dei contratti collettivi

I 4,7 milioni di dipendenti in attesa di rinnovo contrattuale rappresentano il 36% del totale dei lavoratori, dice l’Istat. L’istituto statistico ha tuttavia rilevato una diminuzione del tempo medio di attesa di rinnovo: le tempistiche sono passate dai 29,2 mesi di giugno 2023 a 27,3 mesi per i lavoratori con contratto scaduto. Il calcolo si assesta a 9,8 mesi se calcolato sul totale dei dipendenti, mentre a giugno 2023 si parlava di 15,4 mesi.

Alla fine di giugno 2024 sono in vigore 41 contratti che regolano il trattamento economico di 8,4 milioni di dipendenti e corrispondono al 62,9% del monte retributivo complessivo. Se si considera il solo settore privato, tale quota sale all’81,8% (100% nel settore agricolo, 94,1% nell’industria e 70,0% nei servizi privati). Nella pubblica amministrazione l’incidenza è pari a zero, dal momento che tutti i contratti sono scaduti.