Ok a staffetta generazionale per promuovere assunzioni under 35 e pensionamenti

Il governo promuove la staffetta generazionale per rilanciare l'occupazione giovanile, con incentivi per i lavoratori anziani e opportunità per i giovani under 35

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 14 Gennaio 2025 17:35

Nel disegno di legge annuale sulle piccole e medie imprese (Pmi), approvato in sede di Consiglio dei ministri, arriva l’ok alla staffetta generazionale. Nello specifico, si tratta di uno strumento per incrementare l’occupazione giovanile attraverso l’affiancamento dei giovani con lavoratori anziani in uscita dal mondo del lavoro.

Per “staffetta” si intende proprio il passaggio di competenze professionali, per permettere un accompagnamento in ingresso e uno in uscita, con la possibilità per l’impresa di non perdere le abilità del lavoratore anziano, completamente sostituito e integrato dal neoassunto.

Cos’è la staffetta generazionale

Il termine “staffetta generazionale” è evocativo di un passaggio tra generazioni. Applicato al mondo del lavoro, la staffetta riguarda il trasferimento delle competenze dal lavoratore esperto in uscita al neoassunto che andrà a sostituirlo.

Il ddl Pmi contiene il via libera per la “staffetta generazionale” nelle imprese, con lo scopo di liberare nuovi posti di lavoro mediante un sistema di passaggio delle competenze che permetta al lavoratore anziano un pensionamento flessibile e ai giovani di essere assunti con le competenze adeguate.

L’obiettivo è incrementare l’occupazione giovanile, in particolar modo con agevolazioni per i giovani under 35.

Come funziona e perché conviene

Viene quindi introdotto, come si legge nella nota del Mimit, un sistema di “trasferimento generazionale con part-time incentivato per l’accompagnamento alla pensione e assunzioni agevolate di giovani under 35”. L’iniziativa è accessibile per le imprese con un massimo di 50 dipendenti.

Dal 1° gennaio 2026 al 31 dicembre 2027, i dipendenti con un contratto a tempo indeterminato, con anzianità contributiva precedente al 1° gennaio 1996 e in possesso dei requisiti per la pensione di vecchiaia anticipata (entro il 1° gennaio 2028), potranno lavorare in regime di part-time. I lavoratori avranno diritto a una riduzione dell’orario (tra un minimo del 25% e un massimo del 50%) da concordare con il datore di lavoro.

Attenzione: al lavoratore impiegato a tempo parziale è riconosciuto un esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore (nel limite massimo di 3.000 euro).

In altre parole, negli ultimi due anni di lavoro prima della pensione, i lavoratori possono richiedere una riduzione dell’orario, che permetta l’assunzione di un under 35 da formare in sostituzione integrale del lavoratore anziano, una volta cessato il rapporto di lavoro con quest’ultimo.