La crisi dell’ex Ilva di Taranto è al culmine: il nuovo Piano Urso, bocciato dai sindacati, segna l’ennesima rottura in una storia che, dal 1960 a oggi, ha portato soprattutto inquinamento e veleni.
La privatizzazione si è rivelata disastrosa e la gestione, tra Riva e Arcelor Mittal, fallimentare: ad oggi lo stabilimento è un inferno di debiti da oltre 13 miliardi di euro.
L’azienda perde 100 milioni di euro al mese, con metà degli operai fermi e un futuro incerto. Lo Stato interviene, ma Taranto aspetta da troppo tempo una svolta che non si limiti alle sole parole.