Lavoro sportivo, le novità della riforma: dalle tasse all’Inail, le risposte del ministero

La nuova norma sul lavoro sportivo cambia molti aspetti del rapporto tra lavoratori e società: le novità del ministero

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Il ministero del Lavoro ha diffuso informazioni precise per quanto riguarda la riforma del lavoro sportivo, elaborata dal Governo Draghi nel 2021 ed entrata in vigore durante il Governo Meloni il 1 luglio dello scorso anno. La riforma si è resa necessaria dopo la pandemia da Covid-19, che ha messo in difficoltà molte aziende e lavoratori del settore.

Le principali novità della riforma riguardano proprio chi lavora in ambito sportivo, in particolare chi opera con società dilettantistiche. A questi lavoratori sono state estese molte tutele che precedentemente non avevano, mentre il loro rapporto con le società sportive è stato riordinato.

La riforma del lavoro sportivo

La riforma del lavoro sportivo ha cominciato il suo percorso nella scorsa legislatura, sotto il governo di Mario Draghi. Il problema di inquadrare gli operatori del settore, soprattutto in ambito dilettantistico, è emerso dopo la pandemia da Covid-19. Le strutture sportive, come piscine e palestre, sono state le prime a chiudere e tra le ultime a vedere sollevate le restrizioni imposte a causa della circolazione del Coronavirus.

Molti lavoratori si sono quindi trovati non solo senza stipendio ma, a causa della mancanza di inquadramento preciso, anche senza tutele. Questo ha fatto emergere una situazione difficile e ha permesso alle associazioni, come ai lavoratori del settore, di portare attenzione sull’argomento e ottenere una riforma complessiva.

Cominciata nel 2021, la nuova legge è entrata in vigore il 1 luglio del 2023, con il Governo di Giorgia Meloni, e ha alcuni punti cardine:

  • L’identificazione del lavoratore sportivo come distinto da altre categorie
  • Alcune norme specifiche per il lavoro subordinato nel settore sportivo
  • La distinzione più netta tra lavoratori delle società professionistiche e dilettantistiche
  • Nuove norme per i contributi pensionistici e gli infortuni
  • Un nuovo sistema tributario agevolato

Inail e tassazione: tutte le novità

Le diverse novità della riforma vanno a modificare soprattutto il rapporto tra lavoratore sportivo e società. Il lavoratore potrà essere inquadrato o come lavoratore subordinato, con specifiche eccezioni rispetto alla normativa generale, o come lavoratore autonomo. In particolare le società dilettantistiche potranno stipulare un co.co.co.

Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro, saranno coperti dall’Inail soltanto coloro che avranno stipulato un contratto di tipo subordinato, inclusi però i giovani atleti che usufruiranno del nuovo contratto di apprendistato sportivo. Per chi invece sarà inquadrato con un co.co.co. continuerà ad essere in vigore la normativa generale che prevede la copertura assicurativa.

La tassazione sarà poi agevolata, in particolare per quanto riguarda le società sportive dilettantistiche. In questo caso le nuove norme non si applicano soltanto al lavoratore sportivo, ma anche a chi svolge una collaborazione coordinata e continuativa in ambito gestionale o amministrativo a favore di Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate, Enti di promozione sportiva, anche paralimpici, riconosciuti dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) o dal CIP.

Le nuove norme precisano anche chi non è un lavoratore sportivo, pur operando negli ambiti delle società dilettantistiche e professionistiche. Non lo sono i volontari, il cui ruolo viene definito con precisione per non incorrere in alcuni dei problemi emersi con la pandemia. Non lo sono nemmeno tutti quei lavoratori che, pur collaborando con società sportive, sono iscritti ad albi o ordini esterni.