Infortunio sul lavoro: come e quando ottenere l’indennità

Infortunio sul lavoro: ecco cosa fare e come ottenere l’indennità prevista

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Pubblicato: 22 Settembre 2018 12:04Aggiornato: 4 Aprile 2024 15:47

Effettuare una prestazione lavorativa può comportare anche dei rischi come un piccolo infortunio, che a seconda della gravità può richiedere un periodo di degenza e di riabilitazione.

Per legge, le imprese hanno l’obbligo di assicurare contro infortuni sul lavoro e malattie professionali, tutti i dipendenti presso l’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro).

Vediamo come e quanto ottenere l’indennità per l’infortunio sul lavoro, non prima di aver inquadrato in sintesi il contesto di riferimento e con l’essenziale precisazione iniziale che quanto segue attiene alla disciplina in materia applicata nell’ultima decade.

Per i nostri più recenti aggiornamenti, e per saperne di più su temi connessi quali ad es. la rendita ai superstiti di lavoratore deceduto per infortunio, anticipiamo che sarà fatto opportuno rinvio al termine dell’articolo. Ciò permetterà al lettore di avere una visione complessiva dell’argomento, secondo quanto previsto dalle regole vigenti e applicate negli ultimi anni.

Che cos’è in sintesi l’infortunio sul lavoro

Il sito web ufficiale del Ministero del Lavoro è preciso nel dare la definizione di infortunio sul lavoro. Esso infatti va inteso come ogni lesione originata, in occasione di lavoro, da causa violenta che:

  • provochi la morte della persona
  • o ne menomi parzialmente o totalmente la capacità lavorativa

La menomazione derivante dall’infortunio può essere permanente o temporanea, mentre gli elementi integranti l’infortunio sul lavoro sono costituiti dalla lesione, dalla causa violenta e dall’occasione di lavoro.

Non a caso nel sito web ufficiale si trova scritto che:

L’assicurazione obbligatoria Inail copre ogni incidente avvenuto per “causa violenta in occasione di lavoro” dal quale derivi la morte, l’inabilità permanente o l’inabilità assoluta temporanea per più di tre giorni. Si differenzia dalla malattia professionale poiché l’evento scatenante è improvviso e violento, mentre nel primo caso le cause sono lente e diluite nel tempo.

Il Ministero spiega altresì che il concetto di “occasione di lavoro” impone che vi sia un nesso causale tra il lavoro e il verificarsi del pericolo, dal quale può scaturire l’infortunio. Il rischio considerato è quello specifico, determinato dalla ragione stessa del lavoro.

Esempi di possibili cause di infortunio sul lavoro

All’origine degli infortuni di lavoro troviamo una varietà di possibili cause. Eccole di seguito in sintesi:

  • causa umana, come ad es. quella legata ad un infortunio scaturito da un errore di un dipendente durante l’esecuzione di una mansione. Si tratta dell’ipotesi del lavoratore che non segue correttamente le procedure di sicurezza durante l’utilizzo di attrezzature pericolose, provocando un infortunio a se stesso o a un collega;
  • causa tecnica, come ad es. nel caso dell’infortunio provocato da un difetto o da un malfunzionamento di un’attrezzatura o di una macchina sul luogo di lavoro;
  • causa organizzativa, come ad es. nel caso dell’infortunio legato a una mancanza di formazione o addestramento adeguato da parte dell’azienda, in tema di utilizzo delle attrezzature o di gestione dei rischi sul luogo di lavoro;
  • causa ambientale, come ad es. nel caso dell’infortunio provocato da condizioni lavorative poco o per nulla protette e da condizioni ambientali pericolose. Si tratta del caso di chi deve lavorare in un ambiente rumoroso senza una opportuna protezione dell’udito.

Procedure da attivare in caso di infortunio sul lavoro

Cosa deve fare un lavoratore in caso di infortunio e quali sono le procedure da seguire per ottenere l’indennizzo che gli spetta? In caso di incidente, anche lieve, il dipendente deve avvisare prontamente il datore di lavoro, che a sua volta deve inoltrare la denuncia di avvenuto infortunio all’INAIL.

In caso di mancato avviso da parte del lavoratore nei confronti del datore di lavoro e di conseguenza di mancato inoltro della pratica all’ente assicurativo, l’azienda sarà esonerata da ogni responsabilità.

A partire dal primo giorno successivo a quello dell’infortunio verrà corrisposta al dipendente dal datore di lavoro, un’integrazione dell’indennità che viene versata dall’INAIL e secondo queste modalità:

  • per i primi 3 giorni, il 60% della retribuzione che il lavoratore avrebbe percepito in caso di normale svolgimento del proprio lavoro;
  • dal 5° al 20° giorno, il 90%;
  • dal 21° giorno in poi, il 100% della retribuzione netta giornaliera.

Tuttavia, il datore di lavoro non è tenuto a versare l’indennità se l’INAIL non corrisponde (per qualsiasi motivo) l’indennità.

Come spiega il sito web ufficiale dell’INAIL, il lavoratore può contare sull’assistenza dei patronati (qui la differenza con i sindacati e i Caf). Infatti qualora i dipendenti ne abbiano necessità, possono richiedere per lo svolgimento delle pratiche l’assistenza dei patronati che, per legge, proteggono i diritti dei lavoratori infortunati in forma gratuita.

Limiti temporali per la conservazione del posto di lavoro

L’ente Nazionale assicura l’indennità al lavoratore fino a quando non è in grado di riprendere l’attività lavorativa. Ci sono però dei limiti temporali, legati al diritto di conservazione del posto di lavoro, come stabilito dal CCNL. Viene definito “periodo di comporto” e ha una durata di 180 giorni, da considerare in un anno.

Di conseguenza, per 180 giorni, il dipendente è tutelato. Una volta terminato, può chiedere al datore “l’aspettativa non retribuita” che ha una durata di 120 giorni.

L’aspettativa spetta a condizione che vengano esibiti certificazioni mediche comprovanti l’inabilità temporanea assoluta dell’infortunato. Per beneficiare dell’aspettativa, è necessario inviare richiesta tramite raccomandata prima che scadano i 180 giorni. Il datore di lavoro, potrebbe rifiutare la richiesta, dimostrando la presenza di motivi oggettivi che ne impediscano la concessione.

Concluso il periodo di aspettativa, il lavoratore può anche usufruire delle ferie rimaste, ma se l’infortunio perdura, il datore potrebbe richiedere la fine del rapporto lavorativo.

Ulteriori chiarimenti: rinvio

Per avere ulteriori e più aggiornate informazioni, in merito all’infortunio sul lavoro rinviamo al nostro articolo in cui l’argomento viene trattato sotto una varietà di aspetti, ed anche e soprattutto dal lato economico.