Inail denuncia picco di malattie e morti sul lavoro: +50% in 2 anni. I settori più a rischio

I dati Inail rivelano un aumento delle malattie e dei morti sul lavoro nei primi mesi del 2024

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Il sindacato Uil, su dati dell’Inail, ha denunciato il peggioramento della situazione della sicurezza sul lavoro e della salute dei lavoratori stessi negli ultimi anni. Secondo uno studio, in 24 mesi le denunce per malattie professionali sarebbero cresciute del 50%, mentre i morti continuano a salire nel 2024, arrivando a 369.

Dopo un lungo periodo in cui i dati di questo tipo sono stati alterati in maniera sensibile a causa del Covid-19 e dei lockdown, la situazione si sta normalizzando. Le informazioni rivelano però un peggioramento generico, se non per alcune voci che fanno registrare un miglioramento almeno congiunturale della situazione dei lavoratori italiani.

Crescono malattie e morti sul lavoro: i dati Inail

La Uil, uno dei principali sindacati in Italia, ha pubblicato uno studio basato sui dati dell’Istituto nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, l’Inail, che rivela il peggioramento di alcuni dati su infortuni, malattie e morti in ambito professionale. Diversi i problemi riscontrati nei primi 5 mesi del 2024, che hanno fatto registrare performance in alcuni casi anche gravi:

  • Le denunce di infortunio sul lavoro sono state 251.132, +2,1% sul 2023
  • Gli incidenti che hanno causato vittime sono stati 369, +3,1%
  • I casi di malattie professionali denunciate sono stati quasi 39mila, +24% sul 2023

Proprio il dato delle malattie professionali è quello in maggiore aumento anche rispetto al 2022. In due anni la crescita è stata del 50%. Questo dato potrebbe però essere ancora influenzato dai lockdown dovuti alla pandemia da Covid-19. Durante il periodo tra il 2020 e il 2022 infatti le informazioni su infortuni e malattie lavorativi sono state fortemente alterate dalle circostanze pandemiche

Nel 2022 ad esempio erano ancora in atto alcune restrizioni. Era ad esempio ancora molto diffuso il lavoro da remoto, che potrebbe aver contribuito a un dato particolarmente basso nelle malattie denunciate semplicemente a causa della presenza minore di persone sui posti di lavoro.

55mila morti in 35 anni: “Serve una procura speciale”

La Uil ha poi fornito un’analisi più di lungo periodo, sottolineando che nei 35 anni in cui Inail ha raccolto i dati, i morti sul lavoro sono stati più di 55mila. Una situazione che è migliorata con il tempo ma solo in parte: la media degli ultimi 10 anni è di 1.200 morti all’anno. Nel 2023 il numero di morti si è tenuto ancora sopra i mille, tendenza che probabilmente non migliorerà nel 2024 visti i dati dei primi mesi.

“Serve istituire una procura nazionale speciale capace di istituire e velocizzare i processi, che troppo spesso rischiano di finire in prescrizione. A Latina è stato sequestrato il mezzo che ha provocato l’incidente mortale ai danni di Satnam Singh. Noi diciamo che va sequestrata l’azienda e il titolare va messo in carcere” dice il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri.

Proprio l’ultimo grave caso di morte sul lavoro, quello del bracciante Satnam Singh, ha riportato l’attenzione sulle condizioni di lavoro degli stranieri in Italia. L’incidenza dei casi mortali sugli infortuni denunciati è molto più alta nel caso ad essere coinvolto sia un lavoratore non italiano. L’agricoltura in particolare ha fatto registrare alcuni dati preoccupanti all’inizio del 2024, con un aumento dei decessi sul lavoro.

Il settore primario non è però quello più rischioso per i lavoratori. Il primato spetta all’industria e ai servizi, con 312 casi mortali contro i 40 dell’agricoltura. 17 i morti che l’Inail rivela nell’ambito del Conto Stato. A morire sono soprattutto gli uomini, la zona d’Italia dove si registrano più casi di decessi sul lavoro è in Nord-Est.