Gravidanza e lavoro, come richiedere la maternità anticipata

Tutto quello che le future mamme devono sapere su come richiedere la maternità anticipata e i diritti sul posto di lavoro

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 29 Ottobre 2024 12:50

Essere mamma non è un mestiere; non è nemmeno un dovere: è solo un diritto tra tanti diritti”. Questa frase di Oriana Fallaci dice il vero. La donna che lavora, infatti, ha il diritto di ricevere una speciale e adeguata protezione quando sta per diventare mamma. Se prende una pausa dal proprio impiego per stare con il bambino appena nato, che sta per nascere o appena adottato, infatti, non deve essere penalizzata anche se non è fisicamente al lavoro.

Significa che non c’è il pericolo di restare indietro rispetto ai colleghi che non hanno preso la stessa pausa. Ma quali sono i casi specifici nei quali è possibile richiedere la maternità anticipata?

Cos’è la maternità anticipata: differenze con il congedo

Ogni donna che lavora ha diritto al congedo di maternità ovvero a un periodo in cui si può restare a casa senza recarsi al lavoro perché il bambino sta per nascere o è appena nato/arrivato. Si tratta, ripetiamo, di un diritto ed è obbligatorio. Più nel dettaglio, prima che il piccolo venga al mondo:

  • la neo mamma può staccare dal lavoro 2 mesi prima della data presunta del parto (anche se è possibile chiedere la maternità anticipata se ci sono problemi con la gravidanza e saranno in ogni caso l’azienda sanitaria o il dottore a decidere);
  • si può chiederà la maternità anticipata prima dei 2 mesi anche nel caso la donna svolga un lavoro a rischio per una donna incinta.

Dopo che il piccolo è arrivato/nato:

  • la neo mamma potrà restare a casa per 3 mesi per prendersi cura di lui;
  • nel caso il bimbo nasca dopo la data prevista, i giorni extra che la mamma ha atteso si potranno aggiungere ai 3 mesi di riposo previsti dopo il parto;
  • qualora il piccolo nasca prima, invece, i giorni che la mamma non ha usato prima del parto si potranno utilizzare dopo la sua nascita per poter restare con lui/lei a casa per più tempo.

Esistono inoltre dei casi in cui se il lavoro della mamma non è adatto a lei subito dopo il parto, essa potrà continuare a restare a casa per un periodo più lungo. Ciò verrà deciso dalla direzione del lavoro.

In ogni caso, solitamente, il congedo di maternità dura 5 mesi e di distribuisce nel periodo vicino al parto ovvero due mesi prima e tre mesi dopo la nascita.

Come funziona il congedo di maternità in anticipo

Può capitare che una donna incinta che lavora possa avere dei problemi durante i primi 7 mesi della gravidanza. Come detto, può chiedere di smettere di lavorare prima del previsto e tale situazione si chiama “congedo di maternità anticipato”. È necessario, però, ritrovarsi in situazioni speciali e in più un medico del Servizio Sanitario Nazionale deve confermare che è necessario.

È possibile richiederlo in caso di:

  • problemi di salute della mamma o del feto;
  • luogo di lavoro non sicuro;
  • lavoro pericoloso.

Il giorno in cui si potrà smettere di lavorare è quello indicato nel documento ufficiale che dovrà essere comunicato al datore di lavoro.

Come richiedere il congedo anticipato per motivi di salute

Per chiedere il congedo di maternità anticipato per motivi di salute, è necessario che si presenti la richiesta agli uffici competenti (Asl). La domanda andrà consegnata insieme al certificato medico che attesta che la gravidanza è a rischio.

Dovrà essere redatto da un medico specialista di un ospedale pubblico, da uno di una struttura convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale o da un medico specialista convenzionato con il Ssn. Gli uffici degli enti competenti, poi, daranno alla lavoratrice una ricevuta come conferma che la domanda è stata accettata. Servirà anche come giustificazione al lavoro.

Bisognerà comunque sempre verificare la data di inizio della maternità anticipata presente sul certificato in quanto si potrà ovviamente restare a casa solo a partire da quella data. Come detto, poi, gli uffici competenti dovranno prendere una decisione definitiva sul concedere o meno l’aspettativa entro 7 giorni dalla ricezione della domanda.

Che valore ha il certificato di un ginecologo privato

Molte donne hanno un proprio ginecologo privato. La lavoratrice dovrà comunque sottoporsi a una visita di controllo con un medico del Servizio Sanitario Nazionale per confermare che la gravidanza è realmente a rischio. Fino a quando non arriverà la conferma, comunque, gli uffici daranno una ricevuta che giustifica l’assenza della lavoratrice. In ogni caso la decisione definitiva andrà sempre presa entro i 7 giorni che partiranno ovviamente da dopo la visita.

Quali sono i lavori a rischio?

Come spiegato, il datore di lavoro è obbligato ad adibire la lavoratrice in dolce attesa a mansioni adeguate al suo stato. Se ciò non è possibile le sarà concessa l’autorizzazione all’anticipo e/o al prolungamento di astensione obbligatoria mediante un provvedimento emanato dall’Itl, cioè l’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

Alcuni dei lavori considerati a rischio per una donna incinta sono quelli:

  • che richiedono di sollevare/trasportare pesi, stare in piedi per più della metà del tempo di lavoro o stare in posizioni che stancano molto;
  • in cui si utilizzano le scale o dove c’è la possibilità di poter cadere;
  • a contatto con sostanze chimiche pericolose per la salute;
  • che possono esporre a germi, virus o radiazioni ionizzanti;
  • che si svolgono usando macchine che vibrano molto;
  • in ambienti difficili come luoghi con molta polvere o con temperature/condizioni del clima avverse.

In ogni caso, il datore di lavoro avrà l’obbligo di creare il Documento di Valutazione dei Rischi ovvero il Dvr. Quest’ultimo è di fondamentale importanza in quanto servirà a valutare tutti i possibili rischi che potrebbero esserci per la sicurezza delle donne che sono incinte, hanno partorito da poco o che hanno un bimbo di meno di 7 anni.

Nel caso il lavoro venga considerato pericoloso per la salute della mamma secondo il Dvr o in base alla legge, l’azienda dovrà quindi agire per proteggere subito la lavoratrice. In primis, potrà assegnarle un altro compito non pericoloso o contattare l’Asl o l’Ispettorato del Lavoro. Ciò è fondamentale per poter prendere misure speciali come la maternità anticipata.

Inoltre, le donne incinte non dovranno lavorare la notte, esattamente nel periodo tra la mezzanotte e le 6 del mattino. Ciò per tutta la gravidanza e fino al compimento del 1° anno di vita del bambino. In più, non saranno obbligate a prestare lavoro notturno le mamme con un bambino di età inferiore ai 3 anni o il padre convivente nonché la mamma o il papà che sono l’unico genitore a cui è affidato il figlio convivente di età inferiore ai 12 anni.

Cosa succede se il datore di lavoro non rispetta la maternità anticipata

Come abbiamo spiegato, la Legge protegge le donne incinte che hanno un impiego. Se il datore di lavoro non rispetta le regole può quindi essere sanzionato. Questo accade se fa fare alle future mamme, alle puerpere o a quelle in periodo di allattamento fino a 7 mesi dopo il parto dei lavori che prevedono il sollevamento dei pesi o dei lavori pericolosi e dannosi per la salute.

Inoltre il datore di lavoro può subire gravi conseguenze se impiega le lavoratrici in ambienti nei quali si trovano materiali pericolosi. L’elenco di questi ultimi nonché le condizioni lavorative pericolose si possono consultare nell’allegato B del Dl 151/2001.

Non dimentichiamo che anche la donna in attesa di un bebè che lavora ha degli obblighi nei confronti del datore di lavoro. Deve infatti informare quest’ultimo della sua gravidanza e fornire il certificato medico. Il datore, quindi, non appena verrà a conoscenza del nuovo stato della sua dipendente, avrà il dovere di garantire la sicurezza a lei e al futuro nato.

Nel caso in cui sia al corrente della gravidanza e continui a farla lavorare in condizioni pericolose e le impedisca di avvalersi dei suoi diritti per non lavorare in situazioni rischiose, potrà essere punito con un arresto.