Quale futuro per gli stabilimenti di Stellantis dopo le dimissioni di Tavares

I lavoratori Trasnova protestano davanti ai cancelli di Stellantis, a rischio 400 posti di lavoro. Meloni: "Difenderemo l'occupazione"

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 3 Dicembre 2024 10:34

Dopo le dimissioni di Tavares, negli stabilimenti l’aria che si respira è pesante. Sono molte le incognite che aleggiano sui lavoratori, con seri rischi di tagli al personale. “Faremo del nostro meglio per difendere l’occupazione e l’indotto. Abbiamo un tavolo con Stellantis convocato a metà dicembre, speriamo possa essere quello risolutivo”. Lo afferma la premier Giorgia Meloni.

Mobilitazione a Pomigliano d’Arco, a rischio 400 posti di lavoro

In alcuni stabilimenti le prime contestazioni sono già iniziate: come la mobilitazione a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, dove 400 lavoratori delle aziende dell’indotto Stellantis sono a rischio licenziamento. Nonostante settimane di scioperi, incontri in prefettura e ripetuti appelli per trovare una soluzione condivisa, il contratto con Trasnova, in scadenza il 31 dicembre 2024, non verrà rinnovato. A sostenere i lavoratori, è giunto il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, accompagnato da una delegazione del partito, per manifestare solidarietà e raccogliere le istanze di chi rischia di perdere il posto di lavoro.

“È oltre un anno che denunciamo la grande crisi del settore automotive ed il Governo ha eliminato 4,5 miliardi di euro di incentivi per le auto non inquinanti”. Lo ha detto la deputata del M5s, Carmela Auriemma, che ha portato, insieme al collega di partito Alessandro Caramiello, la solidarietà ai lavoratori di Trasnova, che stanno protestando davanti ai cancelli dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco.

“Dobbiamo stare al fianco dei lavoratori – ha aggiunto – perché quello che si prospetta è un inverno veramente duro. Abbiamo presentato i nostri emendamenti alla legge di Bilancio affinché le risorse messe dal governo per le armi, quasi 5 miliardi, siano spostate in un fondo per sostenere il settore dell’automotive e abbiamo presentato un altro emendamento per integrare la cassintegrazione”.

Il Governo in soccorso dei lavoratori

“Faremo del nostro meglio per difendere l’occupazione e l’indotto. Un tavolo di confronto con Stellantis è stato convocato per metà dicembre, e speriamo possa essere risolutivo”. Così la premier Giorgia Meloni interviene sulla crisi che coinvolge il colosso automobilistico e le aziende dell’indotto.

Intanto, cresce il pressing bipartisan da Fratelli d’Italia al Partito Democratico, passando per Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, affinché John Elkann si presenti in Parlamento per chiarire il futuro di Stellantis, soprattutto dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Carlos Tavares. Lo scontro tra governo e opposizione con il gruppo automobilistico è stato particolarmente acceso negli ultimi mesi. Solo un mese fa, Tavares era stato ascoltato in audizione parlamentare, un confronto che si era trasformato in un duro botta e risposta.

“Quello che sta accadendo con Stellantis è semplicemente disgustoso. Un tracollo economico annunciato dalle politiche pseudo-green imposte da Bruxelles. Abbiamo una persona che rischia di chiudere fabbriche, licenziare migliaia di dipendenti e lasciare con un bottino di decine di milioni di euro, mentre gli azionisti restano impassibili. Da italiano, mi sento offeso dalla gestione degli Elkann”. Queste le parole del vicepremier Matteo Salvini, pronunciate a margine di un evento a Milano, che non risparmia critiche alla governance del gruppo Stellantis e alla famiglia Elkann, evidenziando il rischio per l’industria automobilistica italiana.