Allerta alta per il virus dei piccioni “zombie”: i rischi per l’uomo

Il virus si trasmette facilmente tra i piccioni, causando la "camminata da zombie": potrebbe avere ripercussioni sull'industria alimentare

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Redazione

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Dopo tre anni di pandemia di Covid i riflettori sono puntati sulla sanità pubblica, e gli organismi di controllo monitorano sempre più attentamente l’insorgenza di nuove patologie che potrebbero avere ripercussioni non solo sulla salute degli esseri umani ma anche sulle filiere produttive. Nel Regno Unito hanno iniziato a circolare i video di piccioni “zombie”, ripresi dai media, che stanno spaventando gli utenti del web.

I volatili avrebbero iniziato a camminare lentamente per le vie delle cittadine inglesi con la testa girata al contrario e il collo fortemente deformato. Non si tratta di creature a metà tra gli uccelli di Hitchcock e i morti viventi dei film di Romero, né di animali affamati di cervelli. La situazione però è seria, e riguarda la circolazione di un virus, il PPMV1.

Cos’è il virus dei piccioni “zombie”, quali sintomi dà e quali specie colpisce

Il Paramyxovirus dei piccioni di tipo 1 è già presente nella maggior parte dei Paesi. È particolarmente contagioso, e per questo si sta assistendo a un numero crescente di focolai in tutta la Gran Bretagna. È particolarmente letale, con un tasso di mortalità vicino al 100% nel giro di tre giorni, e può infettare anche altre specie di uccelli, come le galline, i cigni, i rapaci, i fagiani e i pappagalli.

La manifestazione più evidente dell’infezione è la deformazione del collo, e i sintomi neurologici includono tremori della testa e delle ali e la progressiva paralisi di ali e zampe. Da qui la caratteristica camminata da zombie degli animali infetti. Il virus causa anche diarrea e feci di colore verde, oltre alla perdita di appetito e letargia.

Il virus si trasmette attraverso il contatto stretto tra gli uccelli che si cibano e si abbeverano dalle stesse fonti. Il contagio può avvenire inoltre attraverso liquidi corporei e feci, che contaminano l’ambiente anche per diverse settimane.

Virus dei piccioni “zombie”: i sintomi per gli esseri umani e i rischi per l’economia

Le rare infezioni nell’uomo, che avvengono con il contatto prolungato con animali infetti, causano fortunatamente solo lievi sintomi similinfluenzali e congiuntivite. Non ci sono per ora particolari allerte che riguardano la nostra salute, ma come per qualsiasi patogeno che contagia animali che vivono negli ambienti urbani, c’è sempre il rischio del salto di specie. Non solo per gli esseri umani ma anche e soprattutto per gli uccelli domestici e di allevamento.

Si teme in particolare che possa infettare gli animali destinati alle nostre tavole, uccidendoli, e causando danni a questa importante filiera alimentare. È infatti assodato che il virus può trasmettersi facilmente anche attraverso i vestiti, e questo rende potenziali vettori anche gli operatori che hanno a che fare con il pollame. Per ora l’arma più efficace per prevenire focolai nelle aziende agricole si è dimostrata essere il vaccino contro la malattia di Newcastle.

Questa è causata dall’Avian orthoavulavirus 1, che fa parte della famiglia dei Paramyxoviridae, ed è dunque strettamente connesso al virus dei piccioni “zombie”. Per ora sembrerebbe proteggere adeguatamente gli animali e fermare la diffusione del patogeno. Le autorità sanitarie inglesi, comunque, continuano a monitorare la situazione con attenzione.

Il rischio è quello che possa diffondersi una malattia simile all’influenza aviaria, di cui vi abbiamo parlato qua. Proprio un nuovo ceppo di aviaria ha infettato per la prima volta l’uomo lo scorso anno, come raccontato qua. Non aiuta a fermare i casi di zoonosi l’alto numero di animali da compagnia nelle nostre case. Vi abbiamo spiegato qua che Italia c’è stato un vero e proprio boom.