Carta docente scende a 400 euro, come cambia il bonus

La Carta del Docente ha come obiettivo principale il sostegno all’aggiornamento delle competenze del personale scolastico

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Salvo variazioni dell’ultimo momento, l’importo della Carta del Docente subirà una riduzione. La Legge di Bilancio, infatti, non prevede fondi per rinnovare la misura introdotta con la Legge 107/2015.

Il taglio della Carta docente

Confermando quanto già previsto, ciò comporterà una diminuzione da 500 euro netti a un importo compreso tra 400 e 420 euro (la cifra precisa dovrà essere ancora calcolata). Attualmente, non sembra essere in programma l’allocazione di fondi per mantenere l’importo del bonus destinato alla formazione e all’aggiornamento del personale scolastico a 500 euro. Per mantenerlo a tale valore, saranno necessari ulteriori fondi, stimati a 30 milioni per il 2024 e 61 milioni a partire dal 2025, ma questi fondi non sono stati previsti nella manovra del 2024.

Già il Decreto 36/2022 aveva previsto una modifica del tetto di spesa stanziato annualmente per i docenti: in merito alla Carta del Docente, si era giunti a un accordo che prevedeva il mantenimento dell’importo completo fino all’anno scolastico 2023/2024.

A cosa serve la Carta

La principale finalità della Carta del Docente è fornire supporto all’aggiornamento delle competenze del personale scolastico. I beneficiari di questa carta hanno la possibilità di utilizzarla per l’acquisto di risorse come libri, testi digitali, pubblicazioni e riviste che favoriscono il loro perfezionamento professionale. Inoltre, possono impiegarla per l’acquisto di hardware e software necessari al loro lavoro. La Carta del Docente copre anche le spese di iscrizione a corsi di formazione e qualificazione professionale presso enti accreditati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nonché corsi universitari correlati al loro profilo professionale. Inoltre, offre l’opportunità di accedere a eventi culturali e spettacoli dal vivo.

La Carta del Docente in breve serve a:

  • Acquistare materiali per l’aggiornamento professionale, come libri, testi digitali, pubblicazioni e riviste.
  • Acquistare hardware e software.
  • Iscriversi a corsi di formazione e qualificazione professionale presso enti accreditati.
  • Iscriversi a corsi universitari correlati al profilo professionale.
  • Ottenere accesso a eventi culturali, come rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche, musei, mostre ed altri eventi culturali.

Carta del docente anche ai precari, c’è la sentenza

Sempre legato al tema della Carta docente, è recente la sentenza emessa dal giudice del Lavoro di Palermo, Giuseppe Tango, che riconosce il diritto ad usufruire della carta ad un professore precario da 18 anni di biologia, chimica e matematica.

Nella sentenza, il giudice afferma che il rapporto di lavoro dei docenti a tempo determinato è equiparabile a quello dei colleghi assunti a tempo indeterminato, poiché svolgono le stesse mansioni in modo completo, nonostante la durata limitata del loro servizio. Questa limitazione temporale non giustifica alcuna discriminazione secondo la normativa europea.

La questione iniziale è stata sollevata da un insegnante che ha contestato di non aver ricevuto la “Carta docente” durante la sua attività di supplenza annuale o fino al termine delle attività didattiche nei periodi scolastici 2016/2017, 2017/2018 e 2018/2019. L’insegnante ha sottolineato che, in base a una sentenza della Corte di Giustizia del 18 maggio 2022, la clausola 4 punto 1 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato allegato alla Direttiva 1999/70/CE ostacolava una legge nazionale che riservava il beneficio della “Carta docente” solo al personale docente a tempo indeterminato.

Questa interpretazione è stata condivisa anche dalla Suprema Corte, che ha sottolineato che sono le ragioni obiettive perseguite dal legislatore, in termini di supporto alla didattica annuale, a impedire che i docenti precari siano privati del beneficio formativo quando svolgono mansioni pienamente comparabili. Di conseguenza, essi devono ricevere un trattamento analogo quando si verificano le stesse condizioni temporali.