La multinazionale svizzera Bystronic ha scelto la via che porta ai licenziamenti e alla chiusura: nel mirino le due sedi alle porte di Milano, a San Giuliano e a Fizzonasco, dove lavorano 150 dipendenti fra impiegati e operai. Lo stop alle attività è stato comunicato tramite una Pec.
Cos’è Bystronic
Bystronic è un’eccellenza che opera nella progettazione e nella produzione di macchine per l’automazione industriale. Ha 3.000 dipendenti in 40 sedi sparse per il mondo.
Nei capannoni di San Giuliano e Fizzonasco, Bystronic effettua una serie di lavorazioni che vanno dal taglio laser del metallo alla personalizzazione di scaffalature industriali robotizzate.
I licenziamenti
“Martedì 1 ottobre abbiamo incontrato la direzione aziendale perché attraverso un articolo di giornale eravamo venuti a conoscenza che l’azienda avrebbe tagliato circa 500 posti di lavoro a livello mondiale”, ha raccontato a MilanoToday Giovanni Ranzini, sindacalista Fiom. “L’amministratore delegato della società italiana ci aveva spiegato che nel nostro Paese avrebbe potuto esserci qualche taglio. Nessuno ci aveva prospettato una situazione simile”.
La procedura di cessazione delle attività è stata avviata con un’unica comunicazione, una Pec rivolta ai dipendenti che si apre con i complimenti per “per la professionalità” dimostrata e per i “risultati raggiunti”. Poi l’annuncio della cessata attività: “Vi comunichiamo che la società deve procedere, nel minor tempo possibile, alla cessazione delle attività presso le unità produttive di San Giuliano Milanese e Fizzonasco ed alla conseguente risoluzione dei rapporti di lavoro con gli attuali lavoratori”.
Alla mail i 150 dipendenti hanno reagito con uno sciopero al quale seguiranno ulteriori mobilitazioni nelle settimane a venire. Per i lavoratori di Bystronic l’annuncio ha avuto l’effetto di una doccia fredda, dal momento che la divisione italiana della multinazionale aveva chiuso il 2023 con un fatturato di circa 44,4 milioni di euro.
Il gruppo svizzero aveva inoltre messo a segno recenti acquisizioni, tra le quali quella della maggioranza di Antil e Kurago. La società, scrive il Corriere della Sera, aveva ventilato il “taglio di qualche unità” nei due stabilimenti dell’hinterland milanese, ma nessuno si aspettava una procedura di mobilità di massa e la totale chiusura dei due siti lombardi.
“Sapevamo di un leggero calo del fatturato, ma non avevamo avuto queste avvisaglie, anzi. I dipendenti hanno sempre avuto un piano di premi di produzione e l’azienda continuava ad assumere. Nei mesi scorsi non è neanche mai stata fatta un’ora di cassintegrazione”, ha ricordato Ranzini.
L’obiettivo dei sindacati
I sindacati chiederanno il ritiro della procedura di cessazione attività con il conseguente stop ai licenziamenti. L’iter che porterà alla chiusura di Bystronic è stato avviato il 10 ottobre e prevede un periodo di 75 giorni. Le prime lettere di licenziamento potrebbero arrivare il 24 dicembre.
Martedì 15 ottobre si terrà un primo incontro presso la sede di Assolombarda. Fiom-Cgil rende noto che in concomitanza dell’incontro si terrà un secondo sciopero con presidio, dalle 14:00, davanti alla sede di Assolombarda in via Pantano a Milano.