Patente a punti, “c’è anche la responsabilità del committente. Ecco cosa rischia”

Già 400mila imprese hanno fatto domanda per la patente a punti nell'edilizia. Ma attenzione a cosa deve fare anche il committente che fa fare i lavori

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 13 Ottobre 2024 06:12Aggiornato: 14 Ottobre 2024 16:20

Sono già 400mila le imprese che lavorano nei cantieri e che in meno di due settimane hanno chiesto la patente a punti. Con questo strumento “è finito il tempo dei furbetti” ha commentato decisa la ministra del Lavoro Marina Calderone in occasione della 74esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro organizzata dall’Anmil.

La ministra ha annunciato anche un’azione ispettiva specifica che è in corso per “verificare quelli che sono gli attestati che vengono consegnati quando bisogna esibire la prova dell’avvenuta formazione sulla sicurezza”. “Abbiamo ancora tantissimo lavoro da fare”, ha detto, sostenendo la necessità anche di aggiornare la normativa sulla sicurezza, che non rispecchia ora un mondo del lavoro profondamente cambiato. Ma la strada intrapresa potrebbe essere quantomeno un segnale.

Dal 1° ottobre infatti è entrato in vigore l’obbligo della patente a punti nell’edilizia. Lo strumento è pensato per garantire la sicurezza dei lavoratori, visto che gli incidenti sul lavoro in Italia, dati 2023, restano tantissimi, nonostante una lieve flessione post Covid.

A doversi dotare della patente a punti sono sia le imprese che i liberi professionisti operanti “fisicamente” nei cantieri temporanei o mobili, ad esclusione di coloro che effettuano mere forniture o prestazioni intellettuali. La patente però non viene rilasciata in modo automatico, ma serve presentare domanda online all’Ispettorato del lavoro, autocertificando di avere i requisiti per ottenerla.

Di fatto, si tratta di un documento che viene rilasciato in formato digitale, con un saldo iniziale di 30 crediti che, laddove si investa in certificazioni e strumenti per la prevenzione, può crescere fino ad arrivare a 100.

I punti invece scendono in caso omissioni o di sanzioni o incidenti gravi. Se si finisce sotto a 15, la ditta o il lavoratore autonomo non potrà più esercitare finché non farà di nuovo domanda e questa non verrà approvata. Questo fatto salvo il completamento delle attività in corso di esecuzione quando i lavori già eseguiti superino il 30% del valore del contratto.

“Un provvedimento che interviene in un momento in cui gli incidenti nei cantieri sono in aumento – spiega a QuiFinanza l’avvocato Valentina Pepe, partner dello studio Pepe & Associati.

Avvocato Pepe, cosa ne pensa di questo provvedimento?

A mio avviso occorre chiarire almeno due aspetti. Il primo è che la misura, sebbene formalmente rivolta ai soggetti operanti nei cantieri mobili, mira anche a responsabilizzare il committente, anche privato.

Cosa deve fare il committente?

È tenuto a verificare, attraverso gli appositi portali, se la ditta scelta abbia o meno la patente e con quanti punti. Si tratta di una verifica che non si esaurisce con la scelta e la contrattualizzazione dell’impresa appaltatrice, ma il monitoraggio deve mantenersi per tutta la durata del contratto.

E se questo non accade?

In mancanza, in caso di accertamento di violazioni, anche il committente sarà soggetto a sanzioni pecuniarie.

Ci parlava di un secondo aspetto fondamentale da considerare…

Il secondo aspetto è l’ampia discrezionalità data in mano all’Ispettorato del Lavoro, chiamato a decidere su eventuali provvedimenti di revoca o sospensione della patente a carico, con ogni conseguente effetto sulle sorti delle attività di cantiere.

Funzionerà secondo lei la patente a punti?

Solo il tempo potrà dirci se il sistema funziona bene o meno. Tuttavia, nel complesso, ritengo che il provvedimento vada nella giusta direzione. Ad esempio, la circostanza che le imprese, per operare nei cantieri, debbano necessariamente farsi avanti autonomamente per richiedere il rilascio della patente, dovrebbe consentire una sorta di censimento delle imprese effettivamente operative sul mercato secondo parametri di legalità.

Mettendo all’angolo quelle “cattive”…

Esattamente. Questo dovrebbe portare a isolare alcune realtà ‘opache’ o improvvisate, come quelle – tante – nate nel periodo dei bonus edilizi e prive di adeguata struttura e esperienza nel settore.