Mercato libero, bollette più care? Intervista al presidente Arera Besseghini

Da gennaio cambiano le regole per le utenze domestiche di luce e gas. Pagheremo di più? Potremo scegliere il fornitore? Tutte le risposte del presidente di Arera

Pubblicato: 6 Novembre 2023 11:54

Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Con la stagione invernale alle porte, cresce la preoccupazione degli italiani in merito alle spese che famiglie e cittadini dovranno sostenere per il pagamento delle bollette domestiche. Quest’anno i timori riguardano anche la fine del mercato tutelato, che avverrà il 31 dicembre 2023 per il gas e il 10 gennaio 2024 per la luce.

Il cambiamento non avrà ripercussioni per i cosiddetti utenti vulnerabili, ossia gli over-75, i clienti con gravi condizioni di salute e quelli che risiedono in strutture abitative di emergenza. Per tutti gli altri invece – a meno che non avessero già scelto l’approdo al mercato libero – il passaggio potrebbe non essere indolore, soprattutto per quanto riguarda i costi delle fatture. Ne abbiamo parlato con Stefano Besseghini, presidente di Arera (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), che ha concesso un’intervista esclusiva a Qui Finanza per chiarire ogni dubbio.

Stefano Besseghini, presidente di Arera, è ormai imminente il passaggio dal mercato tutelato a quello libero per le famiglie ritenute non vulnerabili, che ora dovranno attivare una fornitura di luce e gas nel mercato libero. Ritiene che questo sia il momento giusto? Sarebbe meglio prorogare il passaggio?

La normativa europea, che ha dato regole comuni per uniformare i vari mercati, da sempre ha previsto che i meccanismi di tutela fossero transitori. Poi nel 2017, la legge Concorrenza italiana stabilì i tempi, in seguito prorogati di anno in anno, fino ad arrivare a oggi. La differenza rispetto al passato è che la data per la fine della tutela è stata inserita ora tra gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Però, proroghe a parte, è importante ricordare che la fine dei “servizi di tutela” non significa che i consumatori non sono più tutelati, perché Arera continua a regolare e controllare il mercato ed eventualmente correggere e sanzionare gli operatori. L’importante è chiarire che la fornitura che non sarà mai interrotta qualsiasi sia la scelta del consumatore.

Quali sono i rischi maggiori per i consumatori italiani?

Più che rischi vorrei sottolineare il cambiamento di attitudine necessario da parte dei cittadini: serve una maggiore attenzione a non sprecare energia, ad avere maggiore consapevolezza dei propri consumi ed esigenze e poi confrontare i prezzi delle offerte del mercato libero. Bisogna comportarsi come con la telefonia, la tv a pagamento o le assicurazioni. In fondo l’energia, oltre a scaldare la casa e far lavorare gli elettrodomestici, ci consente di coltivare hobby o fare le cose che ci piacciono come cucinare, navigare su internet, giocare ai videogames. Questo passaggio “attivo” lo ho già fatto il 70% dei clienti in entrambi i settori, luce e gas, in tutta Italia senza molte differenze.

Come può un utente orientarsi nel mercato libero?

Gli strumenti per informarsi e compiere scelte consapevoli esistono già: c’è il Portale Offerte di Arera (www.ilportaleofferte.it) che permette di confrontare tutte le offerte presenti sul mercato e scegliere quella più adatta alle proprie esigenze. Poi c’è il Portale Consumi (www.consumienergia.it) che consente di conoscere i propri consumi attuali e storici. Infine, cito lo Sportello per il Consumatore (www.sportelloperilconsumatore.it) e il numero verde 800 166 654 che risponde alle richieste di informazioni e assiste i consumatori nella risoluzione delle problematiche e che offre anche il cosiddetto Servizio di Conciliazione in caso di controversie con i fornitori. E poi non bisogna mai dimenticare la bolletta, il principale strumento di informazione per i consumatori. È da lì che bisogna partire per comprendere meglio il mercato e le offerte.

Quali sono i vantaggi del mercato libero?

Grazie al mercato libero, da oltre 15 anni i consumatori possono scegliere l’offerta per loro più conveniente. Questo vale sia per la luce che per il gas: l’utente non deve guardare solo la spesa, ma anche i servizi extra offerti dai venditori come assicurazioni, assistenza tecnica, domotica. Poi però occorre fare una distinzione su ciò che avverrà da gennaio prossimo per la luce e il gas.

Allora partiamo dalla luce. Come detto, senza la proroga si entrerà in un periodo transitorio di “tutele graduali”, in cui alcuni fornitori si aggiudicheranno le aste andranno ad erogare la fornitura. I cittadini potranno scegliere la tariffa più conveniente per le forniture domestiche?

Come già avvenuto negli ultimi anni per le piccole e microimprese, Arera ha previsto il servizio a tutele graduali per chi non sceglie un’offerta di mercato libero. Gli operatori che parteciperanno a delle aste si vedranno assegnati pacchetti di clienti a partire da aprile 2024 e senza mai interrompere la fornitura elettrica, sia chiaro. Cosa diversa per i clienti vulnerabili a cui, in caso di mancata scelta di un contratto nel mercato libero, sarà applicato automaticamente il regime di maggior tutela. Per questi 5 milioni di utenti non cambierà praticamente nulla.

Cosa accadrà invece per il gas?

Con le norme vigenti, a partire da gennaio 2024, le famiglie e i condomìni che ancora non avranno scelto un contratto nel mercato libero gas non subiranno alcuna interruzione e continueranno a ricevere la fornitura con lo stesso venditore della tutela, ma a diverse condizioni economiche e contrattuali, mentre gli utenti più fragili avranno il “servizio di tutela della vulnerabilità”.

Nel 2024 le bollette di luce e gas saranno più care?

È difficile e prematuro fare previsioni per un arco di tempo così lungo. Sono molti i fattori che influenzano i prezzi soprattutto in un mercato sempre più globalizzato come quello dell’energia. Non dobbiamo poi dimenticare che i prezzi della luce e del gas hanno non solo delle oscillazioni stagionali legati agli aumenti dei consumi che si concentrano in alcuni periodi dell’anno, ma le guerre in corso aumentano la volatilità dei prezzi.

Infatti, sono trascorsi 20 mesi dallo scoppio della guerra in Ucraina e in Medio Oriente si sono riaccese nuovamente le tensioni tra Israele e Palestina: secondo lei questi conflitti avranno ripercussioni per il nostro Paese e l’Ue dal punto di vista delle forniture?

Rispetto allo scorso anno, all’inizio del conflitto in Ucraina e ai timori di interruzioni della fornitura dalla Russia, oggi possiamo avere una maggiore tranquillità: gli stoccaggi sono a livelli molto più alti dello scorso anno e superiori alla media europea che è del 90%. Diversi fattori hanno aiutato a raggiungere questo risultato: le temperature miti dell’inverno scorso, una maggiore attenzione ai consumi da parte delle famiglie italiane ma anche, bisogna ricordarlo, una diminuzione dei consumi del comparto produttivo. Rispetto al passato abbiamo anche diversificato gli approvvigionamenti, i “canali” attraverso i quali ci riforniamo di gas: sono aumentate le forniture che arrivano “via tubo” da altri Paesi, prima fra tutte l’Algeria, e il peso del gas naturale liquefatto o GNL che arriva via nave. C’è una concorrenza internazionale per accaparrarselo. Qui entra in gioco la presenza di conflitti in alcune aree strategiche del pianeta. Israele è un importante esportatore di gas naturale e il conflitto ha aumentato la volatilità del mercato e le preoccupazioni per l’approvvigionamento. Anche se durato poco più di 10 giorni, il blocco dell’estrazione di gas dal giacimento di Tamar, al largo di Gaza, ha contribuito a far salire il prezzo del gas in Europa.

Il Governo vede il nostro Paese come un hub energetico per il Mediterraneo e l’Europa meridionale: le sembra uno scenario credibile?

La diversificazione delle rotte di approvvigionamento del gas che abbiamo costruito negli ultimi anni, con una forte accelerazione negli ultimi mesi dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino, ha sicuramente contribuito a rendere l’Italia un Paese importante dal punto di vista delle interconnessioni del gas nel Mediterraneo. È  innegabile la posizione geografica strategica dell’Italia così come le infrastrutture esistenti. Il nostro Paese potrebbe svolgere un ruolo importante nella sicurezza energetica dell’Europa proprio grazie alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, di cui abbiamo parlato, che consentirebbe di ridurre la dipendenza dalla Russia. Vorrei aggiungere che l’Autorità crede fortemente in queste “interconnessioni” fisiche e virtuali. Infatti, è da sempre impegnata nel dialogo e nella collaborazione con i diversi Paesi del Mediterraneo attraverso Medreg (l’associazione dei regolatori energetici), di cui detiene la vicepresidenza permanente. Negli ultimi anni, inoltre, si sono intensificati anche i rapporti con i regolatori dei Balcani, in particolare per quanto riguarda l’integrazione del mercato energetico euro-balcanico con la creazione della Balkan Energy School, di cui Arera detiene la presidenza.

Come sono i rapporti con l’attuale esecutivo guidato da Giorgia Meloni?

L’Arera è un’autorità indipendente che da sempre mantiene una leale collaborazione con tutte le istituzioni.

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