Trasformazione digitale, le strategie politiche dell’UE

Come l’Ue contribuisce, con le sue politiche e strategie, alla trasformazione digitale in Europa a beneficio dei cittadini, delle aziende e dell’ambiente.

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

La transizione digitale è una delle priorità dell’UE: mette in primo piano le persone e apre nuove opportunità per le imprese. Le soluzioni digitali sono, pertanto, fondamentali per combattere i cambiamenti climatici e conseguire la transizione verde e hanno come obiettivi:

  • aprire nuove opportunità per le imprese
  • incoraggiare lo sviluppo di tecnologie affidabili
  • promuovere una società aperta e democratica
  • consentire un’economia dinamica e sostenibile
  • contribuire a combattere i cambiamenti climatici e a realizzare la transizione verde.

L’approccio europeo alla transizione digitale

L’approccio europeo alla transizione digitale si basa su tre pilastri principali:

Tecnologia al servizio delle persone

La strategia digitale dell’UE mira a:

  1. investire nelle competenze digitali a beneficio di tutti i cittadini europei
  2. proteggere le persone dalle minacce informatiche (hackeraggio, ransomware, furto d’identità)
  3. garantire uno sviluppo dell’AI in forme che rispettino i diritti delle persone e ne conquistino la fiducia
  4. accelerare la diffusione della banda larga ultraveloce nelle abitazioni private, nelle scuole e negli ospedali in tutta l’UE
  5. accrescere la capacità europea di supercalcolo per la messa a punto di soluzioni innovative per la medicina, i trasporti e l’ambiente.

Un’economia digitale equa e competitiva

La strategia digitale dell’UE mira a:

  1. consentire a una comunità dinamica di start-up e PMI innovative e in rapida crescita di avere accesso a finanziamenti ed espandersi
  2. aumentare la responsabilità delle piattaforme online proponendo una legge sui servizi digitali e rendendo più chiare le norme sui servizi online
  3. fare in modo che la normativa dell’UE sia adeguata all’economia digitale
  4. garantire una concorrenza leale tra tutte le imprese in Europa
  5. migliorare l’accesso a dati di elevata qualità, assicurando, nel contempo, la protezione dei dati personali e sensibili.

Una società aperta, democratica e sostenibile

La strategia digitale dell’UE mira a:

  1. utilizzare la tecnologia per aiutare l’Europa ad avere un impatto climatico zero entro il 2050
  2. ridurre le emissioni di carbonio del settore digitale
  3. offrire ai cittadini un controllo e una tutela maggiori riguardo ai loro dati
  4. creare uno “spazio europeo dei dati sanitari” per promuovere attività di ricerca, diagnosi e trattamenti mirati
  5. combattere la disinformazione online e promuovere contenuti mediatici diversificati e affidabili.

L’Europa, leader mondiale

L’Unione europea punterà, così, a diventare un modello di riferimento mondiale per l’economia digitale; a sostenere le economie in via di sviluppo nella digitalizzazione e varerà norme digitali, promuovendole a livello internazionale.

Il Parlamento europeo contribuisce:

  • a creare le politiche per rafforzare i mezzi a disposizione dell’Europa nel campo delle nuove tecnologie digitali
  • offrire nuove opportunità ad aziende e consumatori
  • permettere la transizione verde dell’UE e la neutralità carbonica entro il 2050
  • creare occasioni di formazione digitale per cittadini e lavoratori
  • aiutare la digitalizzazione dei servizi pubblici rispettando diritti e valori fondamentali.

L’UE vuole rafforzare la sua sovranità digitale e stabilire standard propri, piuttosto che seguire quelli stabiliti da altri, cosi’ da rendere l’Europa pronta per l’era digitale.

Per guidare la trasformazione digitale dell’UE, la Commissione europea ha presentato il programma politico del decennio digitale europeo, che contiene traguardi e obiettivi concreti per il 2030 in settori quali:

  • competenze
  • infrastrutture digitali sicure e sostenibili,
  • trasformazione digitale delle imprese
  • digitalizzazione dei servizi pubblici.

Nel maggio 2021 il Parlamento ha approvato una relazione per plasmare il futuro digitale dell’Europa, in cui invita la Commissione europea ad affrontare ulteriormente le sfide poste dalla transizione digitale e in particolare a sfruttare le opportunità del mercato unico digitale, migliorare l’uso dell’intelligenza artificiale e sostenere l’innovazione e le competenze digitali.

Cos’è la trasformazione digitale

La trasformazione digitale è l’integrazione delle tecnologie digitali nelle operazioni delle aziende e dei servizi pubblici, nonché l’impatto delle tecnologie sulla società.

Dove le piattaforme digitali, l’IoT, il Cloud, DLT e l’AI influenzano settori quali trasporti, energia, agroalimentare, telecomunicazioni, servizi finanziari, fabbriche e i servizi sanitari, cambiando la vita delle persone nella loro quotidianità..

Le tecnologie digitali possono, però, anche aiutare a ottimizzare la produzione, ridurre le emissioni e i rifiuti, aumentare i vantaggi competitivi delle aziende e portare nuovi servizi e prodotti ai consumatori.

Come l’UE sta plasmando la transizione digitale

Intelligenza artificiale (AI)

L’intelligenza artificiale può migliorare la vita delle persone in molti modi: in campo sanitario, garantendo automobili più sicure o permettendo la creazione di servizi personalizzati nei processi di produzione e portare vantaggi alle aziende europee, specialmente in settori già ben delineati, come l’economia verde e circolare, la meccanica, l’agricoltura, il turismo.

Un’intelligenza artificiale (AI) affidabile può portare molti benefici, quali migliori cure sanitarie, trasporti più sicuri e puliti, processi di produzione più efficienti ed energia più economica e sostenibile. L’approccio dell’UE all’AI permetterà ai cittadini di far proprie tali tecnologie con convinzione, incoraggiando nel contempo le imprese a svilupparle.

Per garantire di sfruttare al massimo le possibilità dell’AI, gli eurodeputati sottolineano il bisogno di una apposita legislazione, incentrata sulla persona e che stabilisca un quadro stabile ed eticamente corretto per proteggere i posti di lavoro, sostenere la competitività dei prodotti dell’AI creati in Europa e influenzare gli standard globali.

L’intelligenza artificiale (AI) può contribuire a trovare soluzioni a molti dei problemi della società. Ciò è e sarà possibile solo se la tecnologia è di alta qualità e viene sviluppata e usata in modo da guadagnare la fiducia dei cittadini.

La Commissione europea ha presentato una proposta per regolamentare l’AI il 21 aprile 2021. Il successo dello sviluppo dell’AI in Europa può avvenire solo con una strategia informatica efficace.

Il Parlamento europeo insiste sul potenziale dei dati privati e pubblici per le aziende e i ricercatori dell’UE e richiede spazi dedicati alla raccolta dati in Europa, un apposito sistema per i big data e una legislazione che contribuisca alla loro affidabilità e sicurezza.

Il successo nello sviluppo dell’AI, in Europa, dipende in larga misura da una strategia europea per i dati che funzioni.

Il Parlamento vuole che l’ Agenda europea per le competenze conosca il potenziale dei dati industriali e pubblici per le aziende e i ricercatori dell’UE e richiede uno spazio dati europeo, un’infrastruttura per i big data e una legislazione che contribuisca all’affidabilità.

Per contribuire a sfruttare a pieno il potenziale dei big data e dell’intelligenza artificiale, il Parlamento ha adottato due documenti tesi a promuovere la condivisione dei dati anche nel 2023.  

Sicurezza informatica

La crescente interconnessione tra la sfera digitale e quella fisica ha determinato il sorgere di nuovi pericoli. Di conseguenza, la sicurezza informatica ha acquisito un’importanza trasversale che spazia da aree come la sicurezza dei consumatori, a quella del funzionamento degli ospedali, arrivando fino alle forniture idriche ed elettriche.

Per rafforzare la protezione dei cittadini e delle imprese dalle minacce informatiche, nel novembre 2022, il Parlamento ha approvato nuove norme che rafforzano la cybersicurezza dell’UE in settori chiave.

La direttiva sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi (NIS 2) introduce nuove regole finalizzate a promuovere un elevato livello di sicurezza informatica comune nell’UE, sia per le aziende che per gli Stati membri. Tali misure rafforzano, inoltre, i requisiti di sicurezza informatica per le entità di medie e grandi dimensioni che operano e forniscono servizi in settori chiave.

L’aggiornamento del 2016 sulla linea guida NIS mira a migliorare la portata della norma, la sua chiarezza e la risposta ai rapidi sviluppi di questo settore. Rispetto alla sua precedente versione, la nuova normativa copre più settori e attività, snellendo gli obblighi di segnalazione e affrontando il tema della sicurezza nella catena di approvvigionamento.

A tal fine, stabilisce norme minime per un quadro normativo e istituisce meccanismi per una cooperazione efficace tra le autorità competenti di ciascuno Stato membro. Aggiorna l’elenco dei settori e delle attività soggette agli obblighi in materia di cybersicurezza e prevede mezzi di ricorso e sanzioni per garantirne l’applicazione.

La direttiva istituisce formalmente la rete europea delle organizzazioni di collegamento per le crisi informatiche EU-CyCLONe, che sosterrà la gestione coordinata degli incidenti e delle crisi di cybersicurezza su vasta scala.

A seguito dell’approvazione da parte del Parlamento europeo e dei Paesi UE nel novembre 2022, adesso gli Stati membri avranno 21 mesi per implementarlo.

Nel 2021 il Parlamento ha adottato anche norme per un nuovo centro europeo per la cybersicurezza e per prevenire la diffusione di contenuti terroristici online.

Economia delle piattaforme

Le piattaforme online sono parte integrante dell’economia e della vita di tutti i giorni, offrono opportunità commerciali e canali di comunicazione, ma presentano anche dei rischi.

La legge sui servizi digitali e la legge sui mercati digitali mirano a creare uno spazio digitale più sicuro in cui i diritti fondamentali degli utenti sono protetti e a creare condizioni di parità per le imprese.

Il Digital Services Act package, costuito dal Digital Services Act e dal Digital Markets Act, volto a stimolare competitività, innovazione e crescita garantendo la sicurezza digitale, nasce per far fronte ai contenuti illegali, assicurare la protezione della libertà di parola, di stampa e della democrazia.

Il Digital Services Act (DSA) e il Digital Market Act (DMA) costituiscono un unico insieme di norme che si applicano in tutta l’UE.

Hanno due obiettivi principali:

  •  creare uno spazio digitale più sicuro in cui siano tutelati i diritti fondamentali di tutti gli utenti dei servizi digitali
  •  creare condizioni di parità per promuovere l’innovazione, la crescita e la competitività, sia nel mercato unico europeo che a livello globale.

I servizi digitali comprendono una vasta categoria di servizi online, dai semplici siti web ai servizi di infrastruttura Internet e alle piattaforme online.

Le regole specificate nella DSA riguardano principalmente gli intermediari e le piattaforme online. Ad esempio, mercati online, social network, piattaforme di condivisione dei contenuti, app store e piattaforme di viaggio e alloggio online.

Il DMA include regole per la gestione delle piattaforme online gatekeeper. Le piattaforme gatekeeper sono piattaforme digitali con un ruolo sistemico nel mercato interno che fungono da strozzature tra imprese e consumatori per importanti servizi digitali. Alcuni di questi servizi sono coperti anche dalla legge sui servizi digitali, ma per motivi diversi e con diversi tipi di disposizioni.

Competenze digitali e formazione

La pandemia di COVID-19 ha mostrato come le competenze digitali siano fondamentali sul lavoro e nei rapporti umani, ma ha anche evidenziato il divario digitale e il bisogno di rafforzare l’istruzione digitale. Il Parlamento chiede che l’Agenda europea sulle competenze permetta a cittadini e aziende di sfruttare al massimo i progressi tecnologici.

L’agenda europea per le competenze è un piano quinquennale volto ad aiutare le persone e le imprese a sviluppare maggiori e migliori competenze e a metterle in pratica:

  • rafforzando la competitività sostenibile, come stabilito nel Green Deal europeo
  • garantendo l’equità sociale, mettendo in pratica il primo principio del pilastro europeo dei diritti sociali, ovvero accesso all’istruzione, alla formazione e all’apprendimento permanente per tutti, ovunque nell’UE
  • costruendo la resilienza per reagire alle crisi, sulla base degli insegnamenti appresi durante la pandemia COVID-19

L’Agenda europea per le competenze comprende 12 azioni organizzate attorno a quattro elementi fondamentali:

  •     Un invito a unire le forze in un’azione collettiva:

Azione 1: Patto per le competenze

  •      Azioni per garantire che le persone abbiano le giuste competenze per il lavoro:

Azione 2: Rafforzare l’intelligenza delle abilità

Azione 3: Sostegno dell’UE ad azioni strategiche nazionali di riqualificazione

Azione 4: Proposta di raccomandazione del Consiglio sull’istruzione e la formazione professionale (IFP)

Azione 5: Lanciare l’Iniziativa europea per le università e potenziare gli scienziati

Azione 6: Abilità per supportare le transizioni gemelle

Azione 7: Aumentare i laureati STEM e promuovere le competenze imprenditoriali e trasversali

Azione 8: Abilità per la vita

  •     Strumenti e iniziative per sostenere le persone nei loro percorsi di apprendimento permanente:

Azione 9: Iniziativa sui conti individuali di apprendimento

Azione 10: Un approccio europeo alle microcredenziali

Azione 11: Nuova piattaforma Europass

  •     Un quadro per sbloccare gli investimenti in competenze:

Azione 12: Migliorare il quadro per sbloccare gli investimenti degli Stati membri e dei privati nelle competenze

Videogiochi online: proteggere i giocatori e aumentare le potenzialità del settore

Il settore dei videogiochi online è in piena espansione e contribuisce alla trasformazione digitale dell’UE. Per tali ragioni è necessario tenere conto degli aspetti economici, sociali, educativi, culturali e innovativi dei videogiochi online.

L’UE vuole sostenere questo settore che fornisce più di 90.000 posti di lavoro diretti in Europa e ha una dimensione di mercato di 23,3 miliardi di euro nel 2021. Allo stesso tempo, deve essere garantito un ambiente più sicuro per i giocatori.

I deputati chiedono di stabilire principi che regolino pratiche di acquisto problematiche come le loot box, migliori politiche di cancellazione e protezione dei dati, nonché maggiore protezione per i giocatori minori e i gruppi vulnerabili.

Infine, i deputati europei accolgono con favore il progetto di ricerca europeo “Kids Online“, che mira a raccogliere dati in tutta Europa sulle esperienze dei bambini con i videogiochi online e chiedono finanziamenti dell’UE per questo progetto e molti altri simili.

Il 18 gennaio 2023, gli eurodeputati hanno approvato una relazione che chiede norme UE armonizzate per fornire una migliore protezione agli utenti del settore dei videogiochi online.

Il testo propone misure di sostegno e sottolinea l’importanza del ruolo di innovazione, crescita e creazione di posti di lavoro per questo settore.

Chips Act, il piano dell’UE per superare la carenza di semiconduttori

Dalla fine del 2020 si è verificata una carenza senza precedenti di semiconduttori in tutto il mondo, causata, tra le altre ragioni, dalla pandemia di Covid-19 e dalla guerra in Ucraina. Con l’European Chips Act l’UE mira ad aumentare la produzione di semiconduttori in Europa.

La produzione di microchip si basa su catene di approvvigionamento estremamente complesse e interdipendenti che si estendono in tutto il mondo. Per aumentare l’indipendenza dell’UE, garantire la futura competitività e mantenere la leadership tecnologica è necessario rafforzare le capacità dell’UE nella produzione di semiconduttori. In base alla normativa proposta, la quota dell’UE nella capacità di produzione globale dovrebbe aumentare da meno del 10% al 20%.

Identità digitale europea: facile accesso online ai servizi chiave

Dall’inizio della pandemia di Covid-19, sempre più servizi pubblici e privati sono diventati digitali. Ciò richiede sistemi di identificazione digitale sicuri e affidabili.

L’UE è al lavoro per la creazione di un’identità digitale europea (eID) che consenta il riconoscimento reciproco transfrontaliero dei regimi nazionali di identificazione elettronica.

Con l’eID i cittadini europei potranno identificarsi e autenticarsi online senza dover ricorrere a fornitori commerciali. Potranno, inoltre, accedere ai servizi online da altri paesi dell’UE utilizzando la loro carta d’identità elettronica nazionale.

Giusta tassazione dell’economia digitale

La maggior parte delle tasse in vigore vennero fissate ben prima dell’avvento del digitale. Gli eurodeputati, per evitare l’evasione fiscale e stabilire tasse più eque, chiedono una soglia minima di tassazione a livello globale e la creazione di nuovi diritti fiscali, affinché le tasse vengano versate nel luogo dove è creato il valore e non dove le tasse sono più basse.

L’UE ha, inoltre, adottato norme su un’aliquota fiscale minima per le società multinazionali nell’Unione in linea con un accordo globale in materia.

Per contribuire allo sviluppo delle criptovalute proteggendo al tempo stesso gli utenti, l’UE sta lavorando alla regolamentazione dei cripto-asset e della tecnologia di riferimento.

Finanziare le priorità digitali dell’UE

La scommessa sul digitale ha un ruolo fondamentale nelle politiche dell’UE. La crisi della pandemia ha evidenziato la necessità di un piano per la digitalizzazione che guardi al futuro, che dia benefici nel lungo termine anche in termini di competitività.

Le soluzioni digitali presentano ottime opportunità per la ripresa e la competitività dell’Europa nel quadro economico globale.

Il piano dell’UE per rilanciare l’economia chiede agli stati membri di investire almeno il 20% dei 672.500 milioni di euro del Dispositivo per la ripresa e la resilienza nel settore digitale.

Anche i programmi di investimento come Orizzonte Europa per l’innovazione e Fondo per collegare l’Europa 2021-2027  investono grandi somme per l’avanzamento del digitale.

Le politiche generali e i programmi dell’UE mirano a sostenere gli obiettivi digitali, laddove investimenti e nuove regole sono pensate proprio per raggiungere questi obiettivi.