Piracy Shield anti pezzotto anche per serie tv, film e musica

L'Agcom ha esteso l'ambito di intervento del Piracy Shield consentendo il blocco dei siti che trasmettono contenuti in diretta, anche relativi a serie tv, film e musica

Foto di Claudio Carollo

Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Pubblicato:

Non soltanto il blocco della trasmissione illecita di gare sportive, ma anche di serie Tv, film e musica in streaming. L’Agcom allarga l’ambito di applicazione del Piracy Shield per rafforzare lo scudo contro gli atti di pirateria digitale su tutti i contenuti online protetti da copyright. Si amplia quindi anche il ventaglio di soggetti che rischiano le sanzioni, tra i quali rientreranno anche i fornitori dei servizi che permettono l’accesso ai siti.

Un’estensione chiesta da tutte le associazioni di categoria e che garantirà a tutti i soggetti titolari di eventi in diretta di chiedere l’applicazione delle cosiddette “ingiunzioni dinamiche”, ossia l’oscuramento dei portali pirata.

L’estensione del Piracy Shield

L’ulteriore passo avanti del Piracy Shield è stato sancito con l’approvazione della delibera approvata il 30 luglio, quasi all’unanimità (contraria la commissaria Elisa Giomi) da parte del consiglio dell’Agcom. Una decisione annunciata così dal commissario Massimiliano Capitanio:

Per contrastare un cancro che ruba agli italiani 2 miliardi di euro ogni anno e fa perdere ai nostri giovani oltre 10.000 posti di lavoro queste misure sono utili, ma non sufficienti. Serve più comunicazione per ricordare che la pirateria è un reato gestito dalle mafie, che gli utenti rischiano multe fino a 5.000 euro e che con l’aggiornamento della lista degli eventi in chiaro saranno sempre di più le occasioni per fruire di sport e cultura gratuitamente e legalmente

Con le modifiche al Regolamento sul diritto d’autore online, l’Autorità dà diritto dunque non solo ai titolari dei copyright sulla trasmissione in diretta di eventi sportivi, ma anche a tutti i soggetti proprietari dei diritti d’autore di contenuti cinematografici o musicali live, di accreditarsi alla piattaforma Piracy Shield.

In questo modo potranno richiedere, anche attraverso associazioni o federazioni antipirateria, il blocco dell’accesso a siti che diffondono illecitamente “opere cinematografiche e audiovisive o programmi di intrattenimento, nonché opere di carattere sonoro assimilabili” entro trenta minuti.

Il blocco delle trasmissioni live

Come per gli eventi sportivi, il meccanismo di stop all’accesso ai siti pirata avviene in due passaggi:

  • blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio;
  • blocco dell’instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP prevalentemente destinati ad attività illecite.

Agcom ha però comunicato come i titolari che segnalino la violazione dei diritti d’autore possano ricorrere nella sospensione dell’accredito al Piracy Shield, se dovessero chiedere l’intervento senza seguire i requisiti e le condizioni alla base della piattaforma.

Un appello all’utilizzo con la massima diligenza e rigore che l’Autorità diffonde per evitare l'”overbloking“, ovvero il rischio di interrompere anche servizi legittimi, come già accaduto con alcune reti di Cloudfare o anche con Youtube e Google drive, che in un’occasione sono rimasti inaccessibili per milioni di utenti.

In ogni caso i segnalatori potranno chiedere in qualsiasi momento la revoca dello stop a risorse che non risultano più collegate ad attività illecite e l’Agcom potrà decidere lo sblocco di portali fermati da oltre sei mesi, valutando la capacità operativa della piattaforma.

Chi rischia le sanzioni

Con le modifiche al regolamento, inoltre, le sanzioni non riguarderanno soltanto i siti che trasmettono illecitamente contenuti audiovisivi soggetti a copyright, ma le misure sono rivolte a tutti gli altri fornitori che ne permettono l’accesso, ritenuti potenziali facilitatori, quali:

  • fornitori di servizi di mere conduit e hosting
  • provider di caching
  • gestori di DNS pubblici
  • servizi di VPN
  • motori di ricerca