BlackRock, il più importante fondo di investimento al mondo, sta lavorando insieme a Microsoft per lanciare un nuovo veicolo di investimenti da oltre 30 miliardi di dollari per il finanziamento delle infrastrutture energetiche necessarie allo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa. BlackRock ha stimato che il settore dell’energia sarà tra i più interessanti nei prossimi anni.
Nel progetto saranno coinvolti anche Nvidia e il fondo di Abu Dabi MGX. L’addestramento e l’inferenza dell’intelligenza artificiale generativa richiedono quantità di energia enormi e un’infrastruttura in grado di sostenere i flussi che questa domanda comporta.
BlackRock e Microsoft insieme per investire sull’IA
Microsoft e il fondo Blackrock stanno per lanciare un primo tentativo di raccolta fondi per il finanziamento delle grandi infrastrutture energetiche necessarie al funzionamento dell’intelligenza artificiale. A fare da tramite per questi investimenti sarà un nuovo fondo, acquisito recentemente da BlackRock: Global Infrastructure Partners. Inizialmente l’obiettivo sarà di raccogliere almeno 30 miliardi di dollari in investimenti, a cui aggiungere altri 70 miliardi provenienti da prestiti.
Anche Mgx parteciperà all’iniziativa. Fondata nei primi mesi del 2024, questa società è il veicolo scelto dalle autorità di Abu Dhabi per investire proprio nell’intelligenza artificiale. Parallelamente al progetto di Gip, Mgx sta infatti valutando la partecipazione anche al prossimo round di raccolta fondi di OpenAI, l’azienda che ha creato ChatGPT.
La consulenza tecnica arriverà invece direttamente da Nvidia. L’azienda che grazie ai propri processori è riuscita a capitalizzare più di qualunque altra l’ascesa dell’intelligenza artificiale si occuperà di fornire al fondo una consulenza precisa su quali siano le necessità energetiche dei suoi prodotti e di quali possono essere le soluzioni su cui ha più senso investire.
Di quanta energia ha bisogno l’IA
Il progetto di BlackRock e di Microsoft si propone di affrontare uno dei principali problemi che frenano lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. I processi di addestramento e di inferenza, il funzionamento delle IA quando elaborano una risposta a una domanda, richiedono enormi quantità di energia. La causa di questi consumi molto alti è principalmente il sistema di raffreddamento dei processori che eseguono materialmente queste operazioni. Da questo punto di vista la problematica è duplice.
Da una parte c’è il vero e proprio consumo di energia. L’IA richiede elettricità a basso costo per poter anche soltanto sperare di essere un giorno profittevole. Questo è il problema più immediato, ma anche il più semplice da risolvere. Più impianti e centrali, soprattutto di energie rinnovabili, permetterebbero di alimentare i data center che ospitano i server su cui operano i programmi di intelligenza artificiale generativa.
Dall’altra parte però c’è l’infrastruttura su cui viaggia questa energia. L’attuale rete elettrica, anche nei Paesi più sviluppati, non è in grado di reggere questo tipo di flussi. Per questa ragione sono necessari investimenti massicci, come quelli previsti da Microsoft e BlackRock, per aprire la strada non solo al funzionamento ma anche allo sviluppo e all’espansione di questa tecnologia. Entro il 2026 si calcola che le intelligenze artificiali richiederanno circa 1.000 terawattora di energia all’anno per funzionare. L’Italia intera, in 12 mesi, consuma circa 300 terawatt ora, circa un terzo di questa cifra.