L’iPhone non è a norma per l’Ue, Apple deve garantire l’interoperabilità: cos’è

Il Digital Market Act impone a Apple aumentare l'interoperabilità dei suoi sistemi, in modo da non "intrappolare" gli utenti all'interno nel proprio ecosistema di applicazioni

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 20 Marzo 2025 18:25

L’Unione europea ha approvato due decisioni che specificano i modi in cui Apple dovrà rispettare gli obblighi di interoperabilità dei propri dispositivi ai sensi del Digital Market Act. I sistemi dell’azienda americana non potranno più isolarsi da quelli di altre aziende, una strategia che ha fatto parte dell’identità di Apple fin da prima della diffusione dell’iPhone.

La società di Cupertino non gradisce questi obblighi e ha risposto duramente all’Unione europea. Negli ultimi mesi sta progressivamente ritardando l’uscita di alcune sue nuove funzionalità in Europa.

Cos’è l’interoperabilità che chiede l’Ue ad Apple

Le nuove norme dell’Ue dovrebbero servire ad aumentare l’interoperabilità dei sistemi tecnologici. L’Unione europea vuole che l’iPhone e gli altri prodotti Apple, dai computer ai tablet fino agli smartwatch, inizino a comunicare con i dispositivi di altre aziende allo stesso livello in cui comunicano fra di loro. Si partirà dall’accesso a notifiche e configurazioni, arrivando fino ad alcune delle funzioni che Apple riserva ai propri utenti.

L’esempio migliore è Airdrop. Due dispositivi Apple, che possono essere anche diversi, come un iPhone e un Macbook, possono utilizzare il sistema Airdrop per scambiarsi velocemente file se si trovano nelle vicinanze. Apple dovrà garantire che l’applicazione che lo permette sia disponibile anche per prodotti Android o Microsoft, o di qualunque altra azienda.

L’obiettivo dell’aumento dell’interoperabilità è permettere ai clienti di scegliere quali prodotti acquistare in base alle loro caratteristiche e non all’azienda che li vende. È anche un modo, per l’Unione europea, di tentare di indebolire la presa che le grandi aziende tecnologiche americane hanno sul mercato digitale.

Cos’è il Digital Markets Act

Il Digital Markets Act, il grande regolamento europeo che ha riformato le regole dei mercati digitali in Ue, individua alcune aziende come “gatekeeper”. Questo termine indica una società che è in grado di decidere, attraverso la sua posizione dominante, quali altre aziende possono partecipare al mercato e a quali condizioni. Limitano quindi di fatto l’interoperabilità dei loro dispositivi. I gatekeeper indicati nell’ultimo aggiornamento, quello di maggio 2024, sono:

  • Alphabet, casa madre di Google e quindi anche di YouTube, del browser Chrome e di Android;
  • Amazon, che controlla anche la piattaforma di streaming Twitch;
  • Apple;
  • ByteDance, la società cinese proprietaria di TikTok;
  • Meta, parent company di Facebook, Instagram e WhatsApp;
  • Microsoft, che ha creato Windows e possiede LinkedIn.

Uno dei sistemi attraverso cui si manifesta la forza dei gatekeeper è rappresentato dagli store di applicazioni per cellulari. Alphabet e Apple controllano quelli per Android e iOS (PlayStore e AppStore). In questo modo possono decidere le condizioni a cui gli sviluppatori delle app devono sottostare per poter aver accesso al loro mercato di riferimento.

Negli Usa Epic Games, la società produttrice di Fortnite, ha anche fatto causa sia ad Apple che ad Alphabet per non dover gestire i pagamenti interni ai propri giochi attraverso i rispettivi store.

La risposta di Apple all’Ue

Apple è costretta ad accettare le condizioni dell’Ue, perché quello europeo è uno dei suoi principali mercati di riferimento. Nel suo ultimo comunicato però, ha mostrato una certa frustrazione per la decisione di Bruxelles:

Le decisioni di oggi ci avvolgono nella burocrazia, rallentando la capacità di Apple di innovare per gli utenti in Europa e costringendoci a cedere gratuitamente le nostre nuove funzionalità ad aziende che non devono rispettare le stesse regole. È un male per i nostri prodotti e per i nostri utenti europei. Continueremo a lavorare con la Commissione europea per aiutarla a comprendere le nostre preoccupazioni a nome dei nostri utenti” ha scritto Apple