Instagram, contenuti politici limitati: come cambiare impostazioni

Contenuti politici e sociali bloccati da Meta per i profili non seguiti. L'obiettivo? Un'esperienza "positiva" per tutti e meno informata

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Meta ha lanciato un assalto ai contenuti politici? Instagram, Facebook e Threads stanno censurando i post a tema? Le cose non stanno esattamente così. A febbraio è stato rilasciato un comunicato che spiegava, in breve, come nulla sarebbe cambiato sotto l’aspetto della visibilità dei post politici dei profili seguiti. Al tempo stesso, però, non sarebbero stati “consigliati in modo proattivo quelli di account non seguiti”. Vediamo che impatto sta avendo tutto ciò e come riportare la situazione alla normalità.

Instagram e politica

Da febbraio a oggi, si può dire che il tema ci abbia messo un po’ per diventare virale. Ciò perché l’impatto per i content creator non è stato immediato. Ora è possibile leggere un po’ ovunque dell’allarme limitazione dei contenuti politici.

L’avvicinarsi delle elezioni europee ha ovviamente avuto un peso in tutto ciò. Di politica e geopolitica, però, si parla quotidianamente con sempre maggiore frequenza. Non potrebbe essere altrimenti, considerando l’attuale situazione planetaria.

Meta vuole però garantire “esperienze positive per tutti”. Un discorso che ha non poche lacune, dal momento che una piattaforma come Instagram è solitamente molto aggressiva nelle proposte proattive.

Ci si ritrova costantemente circondati da contenuti che non ci interessano e poco in linea con i “segui” e i “mi piace” disseminati in giro. Tutto ciò, per quanto lontano dalla nostra sfera d’interesse, è giudicato “leggero” e dunque positivo. L’informazione politica invece è limitata a priori, a meno che non si intervenga seguendo specifici profili.

Ciò però pone un freno a quella possibilità di scoperta in parte casuale e in parte connessa alla navigazione, che permette di ampliare la propria sfera di fonti. A tutto ciò, però, esiste rimedio, come spieghiamo di seguito.

Instagram, come modificare le impostazioni

Per poter riportare la situazione alla normalità e, dunque, cancellare questa forma di “tutela” da parte dell’azienda di Mark Zuckerberg, occorre raggiungere il proprio profilo. In quest’area si deve cliccare in alto a destra, precisamente sul simbolo con le tre righe.

Ci si ritrova così nell’area impostazioni, dove poter scrivere nella barra di ricerca “contenuti suggeriti”. Cliccando sulla voce apposita, si apre una nuova pagina, dove poter cliccare su “contenuti di natura politica”.

Fatto ciò, si vedrà la preselezione di tale impostazione “potresti vedere meno argomenti sociali o politici nei tuoi contenuti suggeriti”. Si può dunque cliccare su “non limitare i contenuti di natura politica delle persone che non segui”.

Considerando come oggi ci si informi sempre più via social, questo gesto può davvero fare la differenza nella propria percezione politica e sociale, a un mese dalle elezioni europee del’8 e 9 giugno 2024.

Indagine Ue su Meta

La Commissione europea ha avviato un procedimento formale nei confronti di Meta, al fine di verificare se ci siano state violazioni della legge sui servizi digitali. Si parla del Dsa, il cui scopo è quello di tutelare i cittadini durante la navigazione online, attenuando per quanto possibile il rischio di disinformazione e, dunque, di manipolazione.

Al centro della verifica ci sono tre punti:

  • Moderazione pubblicitaria inadeguata, utilizzata per truffe e interferenze;
  • Accesso inadeguato ai dati per monitorare le elezioni;
  • Strumento non conforme per segnalare contenuti illegali.

Sotto la lente dell’Ue c’è anche la scelta di modificare le impostazioni per continuare a vedere un certo genere di post, come quelli politici appunto. Il dubbio è che tale pratica non sia compatibile con quelli che sono gli obblighi di trasparenza. Un dubbio ragionevole, se si unisce tale limitazione al rischio di pubblicità ingannevoli e disinformazione.