Formazione sempre più “tech”: i 5 trend 2023 che cambieranno per sempre il nostro modo di studiare

Il modo in cui apprendiamo sta cambiando rapidamente e continuamente, e la tecnologia in questo gioca un ruolo essenziale. Ecco cosa cambierà

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Redazione

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La formazione è e sarà sempre di più la leva che ci permetterà di fare la differenza nel nostro lavoro, di crescere, di fare carriera, di cambiare strada, anche, ripartendo da zero. Il modo in cui apprendiamo sta cambiando rapidamente e continuamente, e la tecnologia in questo gioca un ruolo essenziale.

Per via della pandemia, il 2020 ha innescato una svolta nell’uso della tecnologia per l’istruzione perché sempre più persone si sono orientate verso questa tendenza. Lo dimostra anche Google Trends, che ha registrato un aumento delle ricerche della parola “edutech” tra il 2021 e il 2022. E lo dimostrano anche le previsioni degli esperti.

Cosa possiamo aspettarci per questo 2023 nel settore dell’educazione, e per gli anni a venire? “Il mondo dell’edutech nei prossimi anni si servirà di strumenti innovativi non solo per veicolare la formazione, ma anche per elaborare contenuti, allo scopo di rendere l’apprendimento multimediale e personalizzato”, spiega Giancarlo Valente, Agile Coach e CTO di aulab, la prima coding factory italiana attiva dal 2024.

Oggi la tecnologia offre tanti strumenti a supporto della formazione, ma è necessario un ribaltamento di prospettiva: che le esigenze dell’apprendimento diventino la priorità nel mondo dell’edutech. “Le opportunità della tecnologia per il mondo della formazione a distanza sono molteplici, ma l’obiettivo è sempre consegnare allo studente la migliore esperienza di apprendimento possibile da cui partire per avviare la propria carriera” prosegue Valente.

Quali saranno quindi i trend dell’edutech per il 2023? Eccoli.

Giancarlo Valente, CTO di aulab
Fonte: aulab
Giancarlo Valente, CTO di aulab

Blended learning

Secondo le ricerche nel settore, tra le principali cause del tasso di abbandono dei corsi di e-learning c’è il senso di solitudine di chi li frequenta e la mancanza di un elemento di interazione con il docente o con i compagni di corso. Per questo, già da anni, diverse realtà come aulab sperimentano l’integrazione tra didattica live streaming e studio individuale in modalità asincrona.

Nel 2023 l’apprendimento sarà sempre più ibrido, con un giusto mix tra didattica a distanza e in presenza. Il blended learning, che mescola insegnamento live, cooperative learning e mentorship in live streaming in cui insegnanti e studenti possono discutere e confrontarsi, sarà il grande must della formazione dei prossimi anni.

Digital assessment

Allo stesso tempo, si svilupperanno sempre di più sistemi in grado di consentire al docente, attraverso i dati, una valutazione automatica dell’apprendimento e un monitoraggio del cosiddetto digital assessment, l’esperienza della persona che sta seguendo la formazione, per renderla ancora più personalizzante e performante.

I dati possono fornire informazioni su quali e quante lezioni segue, se ha difficoltà a fruire dei materiali, in che modo interagisce con gli altri studenti. Nuovi strumenti saranno in grado di suggerire all’insegnante esercizi da svolgere, informazioni in merito ai contenuti sui quali la classe sta avendo difficoltà, osservando per quanto tempo gli studenti si soffermano su un certo punto o quando chiedono assistenza. Insomma, un monitoraggio live che renderà l’apprendimento più utile e stimolante.

Intelligenza Artificiale per l’adaptive learning

Via via, l’apprendimento sarà anche sempre più adattivo. Grazie all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale verranno sviluppati percorsi di apprendimento personalizzati in cui i singoli moduli formativi sono proposti allo studente in una sequenza non prestabilita, che si adatta in base alle sue conoscenze già acquisite.

Scopo dell’adaptive learning è misurare il comportamento dello studente e proporgli materiali didattici – sequenze di video o articoli da leggere – in linea con i suoi interessi, in modo simile a quanto avviene con l’algoritmo delle piattaforme di streaming tv e con le playlist di musica.

Inoltre, l’AI permette di fare correlazioni tra studenti, proponendo a profili simili esperienze didattiche affini. Tutto questo consente una fruizione più rapida del contenuto, per accorciare i tempi dell’apprendimento.

Dall’home schooling al portare l’education in tutto il mondo

Inoltre, sentiremo sempre più spesso parlare di home schooling, “scuola a casa” grazie alla tecnologia, e di diffusività della formazione. Grazie alla tecnologia, il sapere e la formazione arriveranno sempre più nelle zone remote del mondo prima tagliate fuori.

La sfida per il futuro è potenziare sempre più la parte interattiva, non per sostituire l’insegnamento in presenza ma per offrire opportunità a chi, altrimenti, non le avrebbe.

Imparare come imparare

Infine, un altro elemento determinante è il tempo: imparare come imparare, cosa che varia da persona a persona sulla base di innumerevoli fattori.

Nell’ambito delle neuroscienze esistono numerosi studi che indagano il funzionamento del cervello suddividendo l’apprendimento tra modalità focalizzata, attiva mentre si sta leggendo un testo, e modalità diffusa, che scatta durante il sonno o quando si svolge un’azione meccanica come fare la doccia o andare a correre. Allo studente occorre tempo per dedicarsi a entrambe, utilizzando la prima per acquisire informazioni e la seconda per processarle. E questo un insegnante dovrà necessariamente saperlo.

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