Consumatori, nuove regole UE per i prodotti difettosi

Tra gli obiettivi che si pone l’Unione europea vi è quello di aggiornare le norme sulla responsabilità per i prodotti difettosi per fornire maggior protezione ai consumatori, tenendo conto dello sviluppo tecnologico.

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Tra gli obiettivi che si pone l’Unione europea vi è quello di aggiornare le norme sulla responsabilità per i prodotti difettosi per fornire maggior protezione ai consumatori, tenendo conto dello sviluppo tecnologico.

La normativa attualmente in vigore risale a luglio del 1985. Si tratta della Direttiva 85/374/CEE del Consiglio del 25 luglio 1985 relativa al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati Membri in materia di responsabilità per danno da prodotti difettosi.

A settembre 2022, la Commissione europea ha lanciato una proposta per aggiornare le linee guida e metterle al passo con i progressi tecnologici dei prodotti più recenti.

Gli obiettivi delle nuove linee guida

L’obiettivo dell’aggiornamento è stato quello di:

  • Revisionare la direttiva sulla responsabilità per danno da prodotti difettosi, adattamento alla transizione verde e digitale e alle catene globali del valore
  • Aggiornare e rafforzare le esistenti norme consolidate, basate sulla responsabilità oggettiva dei fabbricanti, per il risarcimento delle lesioni personali, dei danni alle cose o della perdita di dati causati da prodotti non sicuri
  • Garantire norme eque e prevedibili sia per le imprese che per i consumatori
  • Modernizzare le norme in materia di responsabilità per i modelli di impresa dell’economia circolare, rendendo le norme in materia di responsabilità chiare ed eque per le imprese che modificano in maniera sostanziale i prodotti
  • Modernizzare le norme in materia di responsabilità per i prodotti nell’era digitale, consentendo risarcimenti per i danni causati da prodotti come robot, droni o sistemi di domotica, diventati non sicuri in seguito ad aggiornamenti del software, dei servizi di IA o dei servizi digitali necessari al funzionamento dei prodotti stessi, nonché quando i fabbricanti non rimediano alle vulnerabilità esistenti in termini di cybersicurezza
  • Creare parità di condizioni tra i fabbricanti UE e non UE. I consumatori che subiscono danni causati da prodotti non sicuri importati da paesi terzi potranno esigere un risarcimento dall’importatore o dal rappresentante del fabbricante nell’UE.
  • Mettere i consumatori su un piano di parità con i fabbricanti, imponendo a questi ultimi di divulgare gli elementi di prova, introducendo una maggiore flessibilità nei termini per la presentazione dei reclami e alleggerendo l’onere della prova per i danneggiati in casi complessi, come quelli riguardanti i prodotti farmaceutici o l’IA
  • Accedere più agevolmente ai mezzi di ricorso per i danneggiati nell’ambito della direttiva sulla responsabilità da intelligenza artificiale.

Le nuove norme sulla responsabilità

Tra le prime necessità vi è quella di rivedere la definizione di prodotto. L’attuale definizione deve essere ampliata in modo tale da poter includere aspetti quali aggiornamenti software, intelligenza artificiale o servizi digitali.

Ma quando un prodotto è difettoso? Il Parlamento ritiene che un prodotto debba essere considerato difettoso quando non è sicuro per il consumatore medio.

I difetti possono essere legati al design del prodotto, alle caratteristiche tecniche, alle istruzioni, al suo utilizzo, agli effetti che altri prodotti potrebbero avere sul prodotto difettoso, alla sua durata di vita.

Vi è poi da considerare che sono esclusi dal campo di applicazione i software open source e quelli gratuiti. Tali programmi si basano sui miglioramenti forniti degli utenti. Pertanto, gli sviluppatori non possono essere ritenuti responsabili di eventuali danni causati da altri utenti.

L’UE sta promuovendo la creazione di nuovi prodotti che siano più durevoli, riutilizzabili, riparabili e aggiornabili.

L’economia circolare

Nell’Unione europea si producono ogni anno più di 2,2 miliardi di tonnellate di rifiuti.

A marzo 2020 la Commissione europea ha presentato, sotto il Green deal europeo, in linea con la proposta per la nuova strategia industriale, il piano d’azione per una nuova economia circolare che include proposte sulla progettazione di prodotti più sostenibili, sulla riduzione dei rifiuti e sul dare più potere ai cittadini, come per esempio attraverso il “diritto alla riparazione”.

I settori ad alta intensità di risorse, come elettronica e tecnologie dell’informazione e della comunicazione, plastiche, tessile e costruzioni, godono di specifica attenzione.

Nel febbraio 2021 il Parlamento europeo ha votato per il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, chiedendo misure aggiuntive per raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050. Sono anche incluse norme più severe sul riciclo e obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso e l’impronta ecologica dei materiali.

Allo stesso tempo, in linea con i principi dell’economia circolare, una revisione delle norme relative alla responsabilità delle aziende è attualmente in corso, al fine di rendere le regole chiare ed equamente applicabili per le compagnie che apportano modifiche significative ai loro prodotti.

 

Danni, risarcimenti e responsabilità

Attualmente la direttiva riconosce come motivo legittimo per chiedere un risarcimento solo il danno fisico. Secondo le nuove norme sarà possibile, invece, richiedere il risarcimento dei danni psicologici che richiedano terapie o cure mediche purché certificate dal punto di vista medico.

Inoltre, un risarcimento può essere richiesto anche per la distruzione o il danneggiamento irreversibile dei dati, ad esempio cancellazione di file da un disco rigido. La perdita, però, deve superare i 1.000 euro.

Secondo la proposta della Commissione europea, il periodo di responsabilità dovrebbe essere di 20 anni.

Il Parlamento vuole estendere il periodo di responsabilità a 30 anni nei casi per cui il danno sia visibile anche dopo un periodo di tempo più lungo.

In virtù della riforma normativa, nell’UE dovrebbe sempre essere possibile individuare qualcuno che possa essere ritenuto responsabile per il danno causato da un prodotto difettoso, anche se il prodotto sia stato fabbricato al di fuori dell’UE. Chiunque importi un prodotto o agisca come rappresentante del produttore potrebbe essere considerato responsabile. Qualora non ci fosse un’azienda responsabile, i consumatori potrebbero comunque ottenere un risarcimento attraverso i sistemi nazionali.

Il Parlamento intende semplificare la procedura necessaria a dimostrare che il prodotto era difettoso, abbia causato danni e che vi siano ragionevoli motivi per richiedere un risarcimento.

I deputati chiedono che le autorità nazionali poste a tutela dei consumatori, forniscano orientamenti e informazioni sulle richieste di risarcimento in modo comprensibile e di facile accesso.

I consumatori che hanno subito un danno possono rivolgersi ai tribunali nazionali per chiedere ai produttori di fornire prove che possano aiutare nella loro richiesta di risarcimento.

Per la direttiva attuale, la soglia minima del danno per richiedere un risarcimento è di 500 euro. Il Parlamento suggerisce di eliminare la soglia in modo tale che i consumatori possano dimostrare la difettosità come possibile causa di danno per qualsiasi prodotto.

Passaggi successivi

Con 33 voti favorevoli, 2 contrari e nessuna astensione, la commissione giuridica (JURI) e la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) hanno approvato la loro posizione sulle norme aggiornate in materia di responsabilità degli operatori economici per danni causati da prodotti difettosi.

L’obiettivo della nuova legislazione è quello di eliminare le differenze tra gli Stati membri e di rispondere adeguatamente all’emergere di nuove tecnologie, come l’AI, alla transizione verso un modello economico circolare e all’aumento degli acquisti online, anche al di fuori dell’UE.

A seguito della relazione congiunta della commissione giuridica e della commissione per il mercato interno e la tutela dei consumatori, il Parlamento ha approvato la sua posizione sulle norme riviste a fine ottobre.

I deputati avvieranno ora i negoziati con i paesi dell’UE sulla forma finale della legislazione.