Dieselgate, rimborso Volkswagen entro il 10 dicembre 2025: come richiederlo

Online la piattaforma per chiedere il rimborso a Volkswagen dopo il Dieselgate. Da 550 a 1.100 euro per oltre 60mila consumatori coinvolti

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

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C’è ancora un mese di tempo per chiedere il rimborso alla Volkswagen. La piattaforma sarà online fino al 10 dicembre per i pagamenti ai 60.000 aderenti già ammessi dal tribunale e dalla corte d’appello. La cornice è la class action sulle emissioni auto diesel. Volkswagen, secondo l’accordo raggiunto con Altroconsumo, ha messo a disposizione fino a 50 milioni di euro per i rimborsi. Chi deciderà di accettare l’offerta riceverà dai 550 ai 1.100 euro.

Sono ormai passati 10 anni dallo scoppio del caso dei motori diesel. È stato chiamato Dieselgate e fu un vero e proprio scandalo che ha cambiato la storia dell’automobile. Diversi analisti hanno riconosciuto nell’evento una ferita insanabile all’industria europea dell’automotive. Da quel famoso 18 settembre 2015, il motore a gasolio e tutta l’industria automobilistica subirono uno shock, anche mediatico, e tutte le case costruttrici finirono sul banco degli imputati. Fu così che iniziò la fine del motore termico. Gli effetti del Dieselgate sono oggi più evidenti che mai, con la decisione, nel 2023, di mettere al bando il motore a combustione interna entro il 2035.

Il Dieselgate: cosa è successo

Facciamo un passo indietro per capire di cosa si sta parlando con il termine “Dieselgate”. Si tratta di un termine giornalistico nato per raccontare lo scandalo sulle emissioni dei motori diesel del gruppo Volkswagen venduti negli Stati Uniti e in Europa. Lo scandalo iniziò proprio nel settembre 2015, 10 anni fa, quando l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente scoprì che la Volkswagen avesse intenzionalmente progettato i motori diesel (TDI) affinché falsificassero i dati sulle emissioni.

Emersero che i motori attivassero i sistemi di controllo delle emissioni solamente durante i test di controllo delle emissioni stesse, così che le emissioni di ossidi di azoto rientrassero nei limiti prescritti dalla legislazione statunitense. Mentre durante i test, grazie al software della centralina appositamente modificato per ridurre le emissioni, queste risultavano entro i limiti, durante l’uso normale producevano emissioni di NOx fino a 40 volte superiori rispetto ai test.

Questo sistema venne applicato a 11 milioni di veicoli in tutto il mondo per i modelli prodotti dal 2009 al 2015. Anche se nel tempo si è un po’ persa per strada la vicenda, nei primissimi anni Volkswagen ebbe un forte contraccolpo di immagine e anche economico. Infatti si dichiarò colpevole per le accuse penali e dovette ripagare cifre enormi in ammende, sanzioni, costi di riacquisto delle automobili e molto altro. In totale, al giugno 2020, lo scandalo era costato al gruppo Volkswagen circa 33,3 miliardi di dollari.

Da allora il settore dell’automotive non è più lo stesso e gli effetti, a 10 anni di distanza, si fanno ancora sentire, anche se nell’opinione pubblica i fatti sono ormai sfumati.

Chi ha diritto al rimborso Volkswagen

È proprio a partire dagli eventi appena riassunti a grandi linee che ricordiamo la data entro la quale sarà attiva la piattaforma online per i pagamenti ai 60.000 aderenti alla class action sulle emissioni auto diesel. Sarà infatti possibile fino al 10 dicembre accedervi e ottenere rimborsi tra i 550 e i 1.100 euro.

Chi ha diritto alla richiesta di rimborso? Bisogna dimostrare di essere o essere stati proprietari di veicoli coinvolti dei marchi Volkswagen, Seat, Skoda e Audi acquistati tra il 15 agosto 2009 e il 26 settembre 2015. Questi veicoli devono aver montato il motore diesel EA189.

Possono richiedere il rimborso anche gli eredi, in caso di morte dell’aderente. Purtroppo, però, ciò richiede un passaggio ulteriore ed è bene contattare, come fa notare Altroconsumo, il numero 02.35927259 per avere informazioni più precise.

Attenzione: si ha diritto al rimborso anche nel caso in cui l’auto sia stata venduta, ma l’importo sarà ridotto se l’auto, pur essendo stata acquistata nuova, è stata poi rivenduta tra il 15 agosto 2009 e il 26 settembre 2015.

Si può non accettare il rimborso?

Sì, si può non accettare il rimborso perché in realtà si tratta di un accordo transattivo alternativo. Nel caso si decida di non accettare, chi ha diritto al rimborso potrà comunque richiedere il pagamento di 300 euro oltre agli interessi, come previsto dalla sentenza della Corte d’Appello di Venezia del 16 novembre 2023.

Chi accetta invece il rimborso rinuncia a qualsiasi ulteriore pretesa nei confronti di Volkswagen.

Come chiederlo?

Veniamo al dunque, ovvero come ottenere il rimborso. Bisognerà accedere entro il 10 dicembre alla piattaforma digitale realizzata appositamente per questo scopo. Sono circa 60.000 i consumatori ammessi che possono aderire all’accordo e ottenere il pagamento di una somma tra i 550 e i 1.100 euro per singolo proprietario.

Il primo passo è accedere alla piattaforma con identità digitale. Una volta entrati, si verrà subito informati sull’ammontare che spetta. Seguendo le indicazioni a schermo, si potrà ottenere il pagamento in pochi passaggi.

A quanto ammonta il pagamento?

Dopo nove anni di accordi tra Altroconsumo e Volkswagen, si è giunti a un valore complessivo di 50 milioni di euro da destinare a coloro che sono stati ammessi alla class action dal tribunale e dalla corte d’appello. Il valore, che va da 550 a 1.100 euro, prevede una serie di casistiche. Vediamole:

  • rimborso da 1.100 euro previsto per gli aderenti che hanno acquistato come unici proprietari un’autovettura nuova e ne hanno mantenuto la proprietà dopo il 26 settembre 2015;
  • rimborso da 550 euro per gli aderenti che hanno acquistato come unici proprietari un’autovettura usata, cioè che hanno acquistato un’auto nuova e l’hanno rivenduta nel periodo compreso tra il 15 agosto 2009 e il 26 settembre 2015.

Nel caso di autovetture intestate a due o più comproprietari, l’importo va suddiviso. Nel dettaglio:

  • se i proprietari sono stati due e si tratta di un’auto acquistata nuova e mantenuta fino a dopo il 26 settembre 2015, a ciascuno spettano 700 euro;
  • se i proprietari sono stati tre e si tratta di un’auto acquistata nuova in comproprietà mantenuta fino a data successiva al 26 settembre, a ciascuno spettano 567 euro;
  • se i proprietari sono stati due, ma di un’auto acquistata usata, cioè rivenduta tra il 15 agosto 2009 e il 26 settembre 2015, a ciascuno spettano 425 euro;
  • se i proprietari sono stati tre, in caso di auto usata, ovvero acquistata nuova e rivenduta nel periodo tra il 15 agosto 2009 e il 26 settembre 2015, a ciascuno spettano 383 euro.