Tutor invisibili al via con l’ok della Cassazione, a cosa stare attenti per evitare le multe

Arrivano i tutor invisibili: la sentenza 19377 della Cassazione ha stabilito che le autorità non hanno alcun obbligo di specificare la natura della strumentazione utilizzata per rilevare la velocità dei veicoli

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 22 Luglio 2024 16:31

I tutor invisibili rischiano di rovinare le vacanze estive a migliaia di automobilisti, con il rischio di vanificare il senso di rivalsa per la recente sentenza della Corte di cassazione che ha dichiarato illegittime le multe comminate tramite l’utilizzo di autovelox approvati ma non anche omologati. Questa volta i supremi giudici, con la sentenza 19377 del 2024, permettono alle autorità l’utilizzo dei cosiddetti “tutor invisibili”.

Differenza tra autovelox e tutor

Vale la pena ricordare prima di tutto qual è la differenza fra gli autovelox e i tutor: i primi sono strumenti, fissi o mobili, che misurano la velocità rilevata in un dato momento e in un determinato tratto stradale. Se la velocità rilevata è superiore al limite stabilito, allora scatta la multa.

I tutor, invece, sono delle apparecchiature che misurano la velocità media di un veicolo in un determinato tratto stradale. Il tutor rileva la velocità di ingresso e quella di uscita in un dato percorso e poi calcola la media. Se la velocità media è superiore al limite di velocità, allora scatta la multa. Non serve, dunque, rallentare improvvisamente se per il resto del viaggio si è schiacciato l’acceleratore oltre i limiti.

La sentenza della Cassazione

Con l’ordinanza 19377/2024 la Cassazione ha stabilito che, similmente a quanto accade per gli autovelox (che, vale la pena ricordarlo, per essere considerati validi devono essere omologati), anche per i tutor deve essere previsto l’obbligo di segnalazione. Ma, al tempo stesso, gli Ermellini hanno decretato che per le autorità preposte non esiste alcun obbligo di specificare agli automobilisti quale strumento rileverà effettivamente la loro velocità di crociera.

L’interpretazione precedente della normativa prevedeva che le autorità dovessero indicare il tipo di strumento utilizzato, autovelox o tutor. Oggi questo obbligo è decaduto: basterà informare genericamente gli automobilisti che in un determinato tratto stradale il loro stile di guida sarà oggetto di sanzioni in caso di superamento del limite di velocità.

I rischi per gli automobilisti

Sia chiaro: gli automobilisti corretti e abituati a rispettare i limiti di velocità non hanno nulla da temere. A rischiare sono tutti coloro i quali sono abituati a rallentare solo per evitare le multe.

Un automobilista “spregiudicato” che rallentasse improvvisamente in corrispondenza di un cartello che indica la presenza di un’apparecchiatura per la misurazione della velocità potrebbe comunque incorrere in una multa, qualora lo strumento in questione fosse un tutor che rileva la velocità media. In tale caso rallentare, o “inchiodare” improvvisamente, sarebbe del tutto inutile.

Rischio di tamponamento

L’avvocato, scrittore e divulgatore giuridico Angelo Greco, in un video pubblicato su Instagram, mette in guardia contro i rischi di tale situazione. Per Greco una quantità di automobilisti, rendendosi conto all’ultimo minuto di avere a che fare con un tutor e non con un autovelox, potrebbero cercare di porre rimedio frenando improvvisamente, aumentando così il rischio di tamponamento sulle autostrade.

Un altro rischio, specifica Greco, è quello che a settembre, terminato il controesodo, “saremo tutti più poveri” per la quantità di multe ricevute.