Pesto di pistacchio ritirato per aflatossine: i lotti interessati

Il Ministero della Salute ha disposto il ritiro di tre lotti di pesto di pistacchio Eurospin per presenza di aflatossine oltre i limiti di legge

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

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Il Ministero della Salute ha pubblicato un richiamo per rischio chimico su tre lotti di pesto di pistacchio della linea Delizie del Sole di Eurospin, prodotti dall’azienda Marullo SpA. Il rischio è legato alla presenza di aflatossine all’interno del barattolo, oltre i limiti di legge. Se un vasetto di questi lotti è stato comprato l’invito rivolto è di non consumarlo e di riportarlo al punto vendita. I lotti sono già stati rimossi dai punti vendita.

I lotti interessati

Il prodotto interessato è venduto in vasetti di vetro da 190 grammi, con scadenza 30 giugno 2026, appartenente ai lotti:

  • D2501784;
  • D2501816;
  • D2501824,

Lo stabilimento di produzione si trova a Belpasso, nella città metropolitana di Catania. Il prodotto è commercializzato con il marchio Delizie del Sole di Eurospin, ma è realizzato dall’azienda Marullo SpA. Il supermercato ha invitato i consumatori a non utilizzare il pesto e a riportarlo al punto vendita per il rimborso.

Cosa sono le aflatossine

Il rischio è per la presenza di aflatossine, micotossine prodotte da alcuni tipi di funghi (principalmente Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus). La loro formazione avviene in climi caldi e umidi e possono proliferare in cereali, legumi, frutta secca, semi oleosi e altri alimenti sia durante la coltivazione che la conservazione.

La più pericolosa è l’aflatossina B1, riconosciuta come uno dei più potenti cancerogeni naturali: può danneggiare il Dna cellulare e favorire tumori, in particolare al fegato. I sintomi di un contatto con le aflatossine sono nausea, vomito, dolore addominale, e nei casi più gravi, danni epatici e renali, immunosoppressione, e rischio di cancro.

L’esposizione avviene principalmente attraverso gli alimenti, ma può avere luogo anche per inalazione e per contatto con la pelle, specie in ambiente lavorativo (per esempio operatori dei mangimifici).

Secondo le autorità sanitarie, l’esposizione del consumatore alle aflatossine deve essere ridotta al minimo, proprio per i potenziali effetti sulla salute, in particolare sul fegato. Per la gravità di questa tossina, la normativa europea applica il principio del “minimo ottenibile”, ovvero la minor possibile presenza all’interno dell’alimento, in quanto non esiste una quantità considerata sicura.

Gli altri ritiri

Il ritiro del pesto di pistacchio è solo l’ultimo di una lunga serie di richiami avvenuti ad agosto. L’ultimo è stato il caso delle mozzarelle Granarolo, quando sono stati ritirati 5 lotti per la presenza di corpi metallici all’interno.

A preoccupare è stato anche il caso dei diversi lotti di friarielli e di avocado richiamati per rischio botulino, collegati all’inchiesta della Procura di Paola dopo le intossicazioni alimentari registrate a Diamante, in Calabria. Decine di persone si erano sentite male dopo aver consumato panini con salsiccia e friarielli e due hanno perso la vita.