Prove Invalsi 2024 al via per 529mila studenti in vista della maturità: date e materie, cosa sapere

Iniziate le prove Invalsi necessarie per l'ammissione all'esame di Stato per gli studenti delle classi quinte della scuola superiore: i test proseguiranno fino al 31 marzo

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Partito il calendario 2024 delle prove Invalsi con la prima data dedicata agli alunni delle classi quinte della scuola superiore. I test, necessari per l’ammissione alla Maturità, si svolgono dall’1 al 31 marzo sulla base delle giornate fissate dalle scuole. Nel primo giorno hanno affrontato la rilevazione nazionale 41mila sui 529mila studenti diplomandi, che sono chiamati a rispondere alle domande di Italiano, Matematica e Inglese.

Le date delle prove Invalsi

Le prove Invalsi sono state introdotte per legge nel 2007 per valutare il livello generale del sistema scolastico italiano misurato su diversi gradi di istruzione.

Oltre ai test di marzo rivolti agli studenti in vista della Maturità, dovranno sottoporsi alle prove anche gli alunni e le alunne della terza media dal 4 al 30 aprile, mentre a maggio sarà il turno delle elementari e delle seconde superiori (qui avevamo parlato della petizione per lo stop del ritorno dei voti alle elementari).

Il calendario delle prove viene stabilito autonomamente dagli istituti scolastici, ad eccezione delle classi campione, coinvolte nella rilevazione nazionale in programma l’1, 4, 5 e 6 marzo.

In caso di assenza nel giorno della prova, lo studente avrà modo di partecipare a una sessione suppletiva nella finestra che va dal 27 maggio al 6 giugno 2024.

L’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi) ha fatto sapere in una nota che anche quest’anno la collaborazione con scuole e ministero “ha permesso di giungere all’appuntamento delle rilevazioni nazionali nelle condizioni organizzative più adeguate per consentire alle studentesse e agli studenti di affrontare al meglio e serenamente questa tappa propedeutica all’esame di fine ciclo. Alle scuole coinvolte, ai dirigenti, ai docenti e agli studenti che hanno sostenuto e sosteranno le prove va il ringraziamento dell’Istituto. In particolare, alle ragazze e ai ragazzi che affronteranno gli esami conclusivi l’Invalsi invia i migliori incoraggiamenti e auguri per il proseguimento del proprio percorso di studi e di vita”.

Le prove e le materie

Le prove Invalsi saranno suddivise in diversi test al computer, riguardanti le materie di Italiano, Matematica e Inglese. L’esame d’Italiano prevede una durata di 120 minuti ed è composto da diversi quesiti di comprensione del testo, distribuiti  in 5 – 7 unità e un’unità di riflessione sulla lingua, ognuna delle quali avrà un numero di domande compreso tra 7 e 10.

Il test di Matematica comprende numeri, relazioni e funzioni, spazio e figure e dati e previsioni. I maturandi dovranno dimostrare di saper conoscere, risolvere problemi e argomentarli.

Per quanto riguarda la prova di Inglese, gli studenti devono affrontare due verifiche di scrittura e lettura, allo scopo di valutare le capacità di comprensione e uso della lingua in linea con il Quadro Comune di riferimento Europeo riconducibile al livello B2.

In occasione della giornata di inizio delle prove Invalsi, i rappresentanti sindacali dei lavoratori del sistema di istruzione, insieme alle sigle degli studenti hanno ribadito la loro contrarietà nei confronti di un “sistema meritocratico e classista che continua a premiare chi già si trova in una posizione socioeconomica e culturale privilegiata”, come sottolineato dalla Flc Cgil.

La segretaria nazionale della sigla, Graziamaria Pistorino, ha affermato il rifiuto dell’idea 2che l’Invalsi certifichi le competenze dei singoli alunni, perché non rientra nelle sue prerogative e soprattutto invade il campo della valutazione dei docenti, attività didattica molto più complessa di una semplice rilevazione estemporanea, generando confusione fra genitori e non addetti ai lavori. Inoltre, consideriamo errata la stessa idea che un ritardo negli apprendimenti sia equiparabile alla dispersione vera e propria.” (qui abbiamo scritto del pugno duro del ministro Valditara contro smartphone e tablet a scuola).