Passaporto, addio bollettino postale: come funziona il nuovo pagamento

Dal 1° dicembre 2025 entra in vigore la nuova modalità di pagamento per il rilascio del passaporto: il versamento va fatto tramite PagoPA

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

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Dal 1° dicembre 2025 scatta una novità nella procedura per richiedere il passaporto ordinario: cambia infatti la modalità di pagamento, che non potrà più avvenire tramite il tradizionale bollettino postale.

La modifica, prevista dal decreto interministeriale del 23 settembre e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 17 ottobre, introduce un sistema di incasso interamente digitalizzato e integrato con la piattaforma PagoPA, garantendo un processo più rapido, tracciabile e uniforme su tutto il territorio nazionale.

Come si paga il passaporto da dicembre 2025

Il provvedimento ridefinisce anche l’importo della tariffa per il rilascio del passaporto elettronico: dagli attuali 42,50 euro si passerà a 42,70 euro. L’aumento non riguarda la marca da bollo, che rimane pari a 73,50 euro.

Il pagamento potrà essere effettuato esclusivamente attraverso i canali abilitati da Poste Italiane e integrati con PagoPA. Nello specifico, i cittadini potranno versare l’importo tramite:

  • uffici postali e piattaforme online di Poste Italiane;
  • banche aderenti al sistema PagoPA;
  • prestatori di servizi di pagamento (Psp) abilitati presenti in tabaccherie e ricevitorie;
  • piattaforme digitali di tutti gli operatori aderenti.

In fase di pagamento sarà necessario indicare nome e codice fiscale della persona per la quale si richiede il passaporto, inclusi i minori. Il sistema consentirà inoltre di pagare comodamente da casa, utilizzando le piattaforme online degli operatori aderenti al circuito.

Cosa accade ai pagamenti già effettuati

I bollettini postali pagati prima del 1° dicembre 2025 resteranno validi e accettati dagli uffici passaporti.

Sportelli della Polizia di Stato

Gli uffici passaporti della Polizia di Stato continueranno a ricevere il pubblico esclusivamente su appuntamento, prenotabile sul portale dedicato, ovvero passaportonline.poliziadistato.it.

Gli orari attualmente in vigore prevedono apertura dal lunedì al sabato (con esclusione del mercoledì) dalle 8:30 alle 12:45 e il giovedì dalle 14:30 alle 17:30.

Per informazioni è possibile:

  • scrivere alla Pec dipps19B.00N0@pecps.poliziadistato.it;
  • oppure telefonare ai numeri 0541-436834 / 436832 nelle fasce orarie 8:00-9:30 e 13:00-14:00.

Il servizio di rilascio passaporti negli uffici postali

Alla riforma dei pagamenti si affianca un’altra trasformazione: cresce il numero degli uffici postali abilitati a rilasciare o rinnovare il passaporto, grazie al progetto Polis di Poste Italiane. La possibilità di ottenere il documento direttamente presso gli sportelli postali è oggi realtà in 3.215 sedi: 2.800 nei piccoli comuni e 415 nelle grandi città.

L’estensione ha recentemente coinvolto nuovi territori, tra cui molti comuni alpini, l’Isola d’Elba, Capraia, Favignana e Pantelleria. Il servizio, già attivo in città come Roma, Bologna, Verona e Cagliari, è stato ampliato nei mesi scorsi anche a Milano, Napoli e alla provincia di Firenze.

Richiedere o rinnovare il passaporto in posta è un’operazione rapida: basta presentare un documento d’identità valido, codice fiscale, due fotografie e il pagamento previsto (42,50 euro fino all’entrata in vigore delle nuove tariffe, più la marca da bollo).

In caso di rinnovo è necessario consegnare anche il vecchio passaporto o la denuncia di smarrimento/furto. Gli uffici abilitati dispongono di una piattaforma che permette agli operatori di raccogliere direttamente le impronte digitali e la foto del richiedente, inviando poi la documentazione alla Polizia. Nelle grandi città è obbligatoria la prenotazione tramite il sito di Poste Italiane.

Una delle opzioni più apprezzate è la consegna a domicilio del nuovo passaporto, scelta dal 79% dei cittadini dei piccoli comuni e dal 33% nelle aree metropolitane.