La nuova truffa su WhatsApp: il messaggio amichevole che installa app svuota conto

La nuova truffa di WhatsApp mette a rischio dati personali e patrimonio. Possibile che dietro ci sia anche un raggiro legato alle criptovalute

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 31 Dicembre 2023 16:24

L’allerta truffe è permanente e WhatsApp non ne è immune: fra le numerose truffe che girano sull’app di messaggistica istantanea ce n’è una particolarmente subdola. I malintenzionati contattano le loro prede e dopo una serie di preamboli amichevoli chiedono di compiere alcune azioni che mettono a rischio privacy e portafoglio.

La nuova truffa su WhatsApp: i messaggi amichevoli

Questo il classico approccio dei truffatori: il malcapitato viene raggiunto da un messaggio in italiano dai toni colloquiali e amichevoli. La persona dall’altra parte dello schermo si presenta, racconta un po’ di sé e cerca così di far abbassare le difese alla controparte. Alla conversazione non mancano anche momenti in cui il truffatore simula di avere interessi comuni alla sua vittima, elemento che spinge a considerarlo con simpatia. Poi arriva la richiesta truffaldina: installare una certa app che promette facili guadagni online. In effetti i “facili guadagni online” sono garantiti, ma solo per i truffatori: la vittima si ritrova invece con un’app malevola sul proprio cellulare che carpisce i suoi dati e che mette a rischio i suoi soldi. È anche possibile che l’installazione dell’app possa essere finalizzata a una truffa sulle criptovalute.

I truffatori esordiscono spesso con messaggi del tipo “Ciao!” o “Hey, come stai?”. Talvolta giocano la carta della seduzione, utilizzando foto profilo di procaci signorine dagli occhi suadenti. Dietro all’account potrebbe però esserci chiunque, uomo o donna, e di qualsiasi età e nazionalità.

Truffa su WhatsApp da prefissi internazionali

I bersagli italiani sono solo una frazione del totale: si tratta di una truffa su scala globale e i messaggi truffaldini in perfetto italiano possono arrivare anche dall’estero. Segnalati, fra gli altri, messaggi in arrivo da numeri indonesiani (con prefisso +62), vietnamiti (+84) e bengalesi (+880).

Il raggiro ha preso il volo da quando su WhatsApp è possibile scrivere a numeri non salvati in rubrica.

Come segnalare un numero su WhatsApp

Questi i consigli per chi incappi nella nuova truffa di WhatsApp: non dare corda ai truffatori, ma limitarsi a bloccarli. Fondamentale anche segnalare la truffa a WhatsApp. Per farlo occorre aprire la chat truffaldina, cliccare i tre pallini verticali in alto a destra, selezionare la voce “Altro” e poi scegliere l’opzione “Segnala”. In questo modo gli ultimi cinque messaggi ricevuti dal contatto in questione saranno inviati agli amministratori di WhatsApp. Flaggando contestualmente l’opzione “Blocca contatto ed elimina chat” si potrà bloccare il numero incriminato. Il truffatore non verrà informato dell’azione.

Truffa su WhatsApp: “Ciao papà, questo è il mio nuovo numero”

Un altro classico raggiro che corre sull’app di messaggistica cerca di fare leva sui legami familiari. Un utente sente squillare il cellulare e legge il seguente messaggio: “Ciao papà, questo è il mio nuovo numero. Aggiungilo in rubrica”.

Chi ci casca può ritrovarsi a chattare con un truffatore che a un certo punto può avanzare una richiesta di qualsiasi tipo, dal rivelare i propri dati bancari al fare un bonifico istantaneo. Il bonifico istantaneo è particolarmente richiesto dai lestofanti perché data la sua rapidità non può venire bloccato. Anche in questo caso valgono le solite raccomandazioni: bloccare e segnalare a WhatsApp.

La truffa del messaggio Inps

Talvolta i truffatori di WhatsApp si presentano come il canale ufficiale Inps. L’Istituto previdenziale non contatta l’utenza via messaggio quindi qualora si dovesse aprire una chat con le grafiche dell’Inps che invita a compiere determinate azioni si ricorra alla consueta raccomandazione: bloccare e segnalare.