Per la legge possono essere considerati familiari a carico, non soltanto i figli, la moglie o il marito, ma anche altri congiunti entro determinati limiti. La posizione di familiare fiscalmente a carico, inserito all’interno della dichiarazione dei redditi del possessore di reddito, comporta la possibilità per quest’ultimo di ottenere detrazioni fiscali. Ma quali sono i requisiti necessari per ricevere questo beneficio? Cerchiamo di capirne di più.
Indice
Detrazioni per familiari a carico: qual è il limite di reddito
Fino all’anno scorso, era previsto un limite di reddito per essere a carico del dichiarante inferiore a 2.840,51 euro, importo innalzato con la Legge di Bilancio 2018 a 4.000,00 euro per i figli maggiorenni di età non superiore ai 24 anni. Tale modifica, tuttavia, è entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2019, pertanto troverà applicazione nella dichiarazione dei redditi 2020. Fino ad allora, resteranno validi i precedenti requisiti reddituali.
Quali familiari possono essere considerati a carico
La legge prevede che possano essere considerati familiari a carico del contribuente:
- il coniuge non legalmente ed effettivamente separato;
- i figli, naturali riconosciuti, adottivi o affidati, indipendentemente dall’età;
- altri familiari a carico, come nipoti, genitori, suoceri, fratelli e sorelle, generi e nuore, nonni.
In virtù della Legge Cirinnà, dal 2017 sono inoltre equiparati al titolo di coniuge anche i partner dello stesso sesso uniti in unione civile, una fattispecie espressamente specificata anche dall’Agenzia delle Entrate nelle istruzioni per la compilazione del modello 730. Fondamentale, per poter essere considerati a carico e, dunque, per poter beneficiare delle detrazioni fiscali, è la condizione secondo cui il reddito annuo non superi i 2.840,51 euro al lordo degli oneri deducibili. Per quanto riguarda gli altri familiari, inoltre, al di là di quello reddituale è necessario il rispetto del requisito di convivenza con il dichiarante.
I limiti previsti per i figli a carico
Come anticipato, la Legge di Bilancio 2018 ha modificato alcuni parametri per considerare i figli a carico. In particolare, se fino al 2018 l’unico requisito era il reddito inferiore a 2.840,51 euro, con le nuove disposizioni sono previste due diverse soglie: i figli rientrano infatti tra i familiari fiscalmente a carico fino a 24 anni e solo se il reddito non supera i 4.000,00 euro annui.
Questa indicazione implica che per i figli maggiori di 24 anni la soglia di reddito rimanga invariata rispetto alle precedenti disposizioni. I requisiti di convivenza e percezione di assegni alimentari non risultanti da provvedimenti dell’autorità giudiziaria continuano invece a essere richiesti solo per gli altri familiari. I figli sono considerati fiscalmente a carico finché rispettano i requisiti precedentemente citati. Dunque, il figlio non è più carico nel momento in cui percepisce un reddito superiore ai limiti fissati, ossia 4.000,00 euro fino a 24 anni di età e 2.840,51 dopo i 24 anni. È dunque possibile avere figli a carico maggiorenni, purché siano rispettate tali soglie reddituali.
Detrazione coniuge a carico: quali sono i parametri
Il coniuge viene considerato fiscalmente a carico se nel corso dell’anno ha percepito un reddito uguale o inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. In tale limite massimo di reddito vanno calcolate, oltre al reddito da lavoro, anche le seguenti voci:
- reddito di fabbricati assoggettato alla cedolare secca sulle locazioni;
- retribuzioni corrisposte da Enti e Organismi Internazionali, Rappresentanze diplomatiche e consolari, Missioni, Santa Sede, Enti gestiti direttamente da essa ed Enti Centrali della Chiesa Cattolica;
- quota esente dei redditi di lavoro dipendente prestato nelle zone di frontiera e in altri Paesi limitrofi in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto lavorativo da soggetti residenti nel territorio dello Stato;
- il reddito d’impresa o di lavoro autonomo assoggettato a imposta sostitutiva in applicazione del regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità;
- il reddito d’impresa o di lavoro autonomo assoggettato a imposta sostitutiva in applicazione del regime forfettario per gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni.
Come anticipato, in virtù di quanto stabilito dall’art. 1, comma 20, della legge n. 76 del 2016, sono oggi equiparati allo status di coniuge anche i soggetti uniti da unione civile, anche se dello stesso sesso. Ciò comporta anche per tali coppie la possibilità di usufruire dei benefici e delle detrazioni fiscali previste per i familiari a carico: rimangono invariati requisiti e condizioni per effettuare la richiesta, ossia il rispetto del requisito di convivenza e il non superamento del limite di reddito stabilito dalla legge.