IT-Wallet pubblico e privato, la differenza e il piano per farlo partire

Via libera all'IT-Wallet dal Cdm con decreto del 26 febbraio, ma mancano ancora dei passaggi chiave per l'entrata in vigore del sistema: ecco quando arriverà

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

L’IT-Wallet è stato ufficialmente istituito grazie al decreto Pnrr approvato in Consiglio dei Ministri il 26 febbraio, ma affinché sia reale, ovvero entri in vigore, mancano ancora alcuni passaggi. Il Sistema di portafoglio digitale italiano, che come vi abbiamo raccontato più volte conterrà patente, carta d’identità e tessera sanitaria, avrà infatti bisogno di un decreto attuativo con tanto di linee guida che faranno chiarezza su caratteristiche tecniche e tipologia dei servizi resi disponibili, ma anche le modalità di accreditamento presso l’Agenzia per l’Italia digitale dei fornitori delle soluzioni dell’IT-Wallet privato. Perché il Sistema sarà rivolto sia al pubblico sia al privato. Ma qual è la differenza?

IT-Wallet, un sistema a due volti

Il decreto che ha avuto il via libera in Cdm il 26 febbraio che apre all’arrivo dell’IT-Wallet conferma l’intenzione di una svolta digitale in Italia. Anche e soprattutto per i documenti, quelli più importanti e da avere sempre a portata di mano, anzi di cellulare, per facilitare la vita degli italiani che con un solo click potranno accedere a quelli più importanti e fondamentali.

Certo, si dovrà attendere ancora qualche mese per trasformare in realtà un progetto che al momento è “solo” un piano, ma le intenzioni sono delle migliori. Il Sistema di portafoglio digitale italiano, infatti, guarda sia al pubblico sia al privato, con soluzioni per il cittadino e per le aziende.

Il pubblico, infatti, è quello che potrà essere utilizzato comodamente con l’app IO. Un sistema che, quando entrerà a regime, permetterà agli italiani di caricare e utilizzare una serie di documenti come la citata CIE, la patente e la tessera sanitaria.

IT-Wallet privato, invece, prevede delle soluzioni di “portafoglio digitale private” che saranno rese disponibili dai soggetti privati interessati, previo accreditamento da parte dell’AgID.

Il piano per avere presto l’IT-Wallet

Ma quando sarà possibile utilizzare il nuovo Sistema di portafoglio digitale italiano? Non c’è ancora una data specifica da cerchiare in rosso sul calendario, ma l’Agenzia delle Entrate starebbe lavorando per rispettare il piano di entrata in vigore.

Secondo quanti riferito dal Sole 24 Ore il calendario prevede innanzitutto un decreto attuativo con le linee guida che interverranno su caratteristiche tecniche e tipologia dei servizi resi disponibili. Nello specifico è quindi previsto che entro l’estate ci sia l’integrazione dei tre documenti citati in app IO.

Per il lancio ufficiale, invece, la possibilità è che l’app IO possa essere utilizzata solo a fine anno o nei primi mesi del 2025. Il perché del ritardo? Perché tra le tappe necessarie dovrebbe esserci un lancio di sperimentazione in cui i privati dovranno gradualmente attrezzarsi per “leggere” i documenti nella nuova versione e adeguare i loro processi per le transazioni, che potrebbero essere anche a pagamento. Si pensi, ad esempio, al noleggio di un auto sulla base della patente presente sul wallet o alla possibilità di fornire tramite questo canale tutti i documenti richiesti da una banca per accendere un mutuo.

Un altro decreto attuativo dovrà poi definire i compiti e tutte le funzioni che dovranno essere attribuiti a PagoPa e Poligrafico dello Stato. Un provvedimento che, di fatto, andrà a definire la data a decorrere dalla quale sia l’IT-Wallet pubblico sia il sistema privato saranno resi disponibili. Quel che è certo, al momento, è che l’intero progetto fino alla messa in funzione dell’infrastruttura tecnologica, avrà un costo per lo Stato pari a 102 milioni per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026.