Quali banche aderiscono al Fitd e a cosa serve il fondo

Per tutelare i propri risparmi, ecco tutto quello che c’è da sapere sul Fitd, il fondo che protegge i depositi bancari italiani, e quali sono esattamente le banche che vi aderiscono

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

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Chi ha dei soldi in banca si chiede spesso cosa potrebbe succedere qualora quest’ultima fallisse. Negli ultimi anni, infatti, alcune banche italiane sono entrate in crisi per colpa di crediti deteriorati, grandi perdite o una cattiva gestione e ciò ha generato paura e incertezza. Nella malaugurata ipotesi che ciò dovesse accadere non si dovrà avere alcun timore in quanto il denaro fino a 100.000 euro per singolo depositante e per banca saranno garantiti dal Fitd che è un fondo finanziato dalle stesse banche che interviene per rimborsare i clienti se l’istituto di credito non riuscisse a restituire il denaro.

Che cos’è e come funziona il Fitd

Il Fondo interbancario di tutela dei depositi è finanziato dalle stesse banche che vi aderiscono. Devono versare un contributo obbligatorio periodico che viene utilizzato per tutelare i depositi bancari, ovvero i soldi che le persone o le aziende versano in banca, ad esempio nei libretti, nel conto corrente, nel conto deposito o sotto forma di assegni circolari o certificati di deposito.

Il fondo agisce in vari modi. Quello più conosciuto è la garanzia sui depositi fino a 100.00 euro per ogni depositante e per ogni banca. Significa che se la banca viene posta in liquidazione, assicura che il denaro depositato in quel determinato istituto di credito fino alla cifra indicata venga restituito entro sette giorni lavorativi.

Ecco un esempio:

  • se un cliente possiede 70.000 euro e la banca fallisce, l’intera somma è coperta dal Fitd e gli verrà restituita;
  • se ne possiede 150.000, il fondo gli garantisce solo i primi 100.000, con il rischio di perdere per sempre i rimanenti 50.000.

Solitamente, però, il Fidt agisce in un altro modo, supportando il processo di acquisizione di un istituto di credito in liquidazione da parte di un altro istituto sano. Quest’ultimo prende in carico tutti i depositi dell’istituto di credito acquisito, anche quelli di un importo più alto di 100.000 euro.

Può anche capitare che il Fitd agisca in anticipo, prima che la situazione dell’istituto di credito diventi grave usando il denaro raccolto dalle banche che vi hanno aderito per aiutarne una in difficoltà prima che possa fallire. Può ad esempio offrire garanzie per facilitare nuovi finanziamenti oppure concedere un prestito alla banca con problemi di liquidità in modo tale che quest’ultima possa continuare a lavorare.

Un ultimo intervento del Fitd, che è previsto dalle regole europee per gestire le crisi più gravi, è la risoluzione bancaria. Scatta però solo se la banca non è più in grado di andare avanti da sola e deve essere smontata e ricostruita sotto il controllo attento dell’autorità. Tale intervento, però, fino ad oggi non è stato ancora utilizzato.

Il fondo interbancario, quindi, è come una grande assicurazione con tanto di premio da pagare annualmente in cambio di interventi per rimborsare i clienti in caso di chiusura o per evitare il fallimento. I risparmiatori, quindi, hanno maggiore tranquillità perché il loro denaro rimane protetto anche se l’istituto di credito è entrato in crisi.

Quali banche non aderiscono al Fitd

Quasi tutte le banche in Italia aderiscono al Fitd. Ci sono però delle eccezioni:

  • banche di credito cooperativo e casse rurali raffeisen che aderiscono a un fondo separato che si chiama Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito;
  • le succursali delle banche extra Ue autorizzate in Italia a meno che non partecipino già a un sistema di garanzia equivalente;
  • le succursali italiane di banche comunitarie, ad esempio una banca tedesca o francese con una sede in Italia che nonostante siano già protette dal fondo del paese di origine decidono di aderire anche al Fitd per rafforzare la protezione del cliente.

Elenco delle banche che aderiscono al Fitd

Tra le banche che aderiscono al Fondo di garanzia di tutela dei depositi, le più conosciute sono sicuramente:

  • la Allianz Bank Financial Advisors;
  • la banca Aidexa;
  • la banca Cf+;
  • la banca Credifarma;
  • la banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale;
  • la banca di Credito Popolare – Torre del Greco;
  • la banca Finint;
  • la banca Finnat Euramerica;
  • la banca Generali;
  • la banca Ifis;
  • la banca Mediolanum;
  • la banca Monte dei Paschi di Siena;
  • la banca Nazionale del Lavoro;
  • la banca Popolare di Puglia e Basilicata;
  • la banca Popolare di Sondrio;
  • la banca Popolare Etica Scpa;
  • la banca Privata Leasing;
  • la banca Profilo;
  • la banca Sella;
  • la banca Wise Dialog Bank (banca Widiba);
  • il banco Bpm;
  • la bank of China.

Le altre banche aderenti al Fitd

I nomi delle altre banche più conosciute che aderiscono al Fondo interbancario di tutela dei depositi sono i seguenti:

  • Bcc leasing;
  • Bper banca;
  • Cherry bank;
  • Citibank Na;
  • Compass;
  • Credem euromobiliare private banking;
  • Credit agricole Italia;
  • Credito emiliano;
  • Deutsche bank;
  • Fideuram;
  • Findomestic banca;
  • Finecobank;
  • Finint Private Bank;
  • Ibl Banca – istituto bancario del Lavoro;
  • Igea digital bank;
  • Illimity bank;
  • Imprebanca;
  • Intesa Sanpaolo private banking;
  • Intesa Sanpaolo;
  • Isybank;
  • Mediobanca;
  • Santander Consumer bank;
  • Sudtirol bank;
  • Tyche bank;
  • Unicredit;
  • Vivibanca;
  • Zurich Italy bank.

L’elenco completo si può trovare sul sito ufficiale del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Funziona anche negli altri Paesi

Anche nei Paesi dell’Unione Europea i depositi sono garantiti fino a 100.000 euro per ogni banca e correntista. Ogni stato, però, gestisce il fondo in modo indipendente.

In Germania i depositi sono garantiti dalla EdB ovvero dalla Einlagensicherung der deutschen Banken fino a 100.000 euro per cliente e banca. In alcuni casi particolari la protezione può arrivare fino a 500.000 euro.

In Francia, invece, è il Fgdr ovvero il Fonds de Garantie des Dépôts et de Résolution a garantire i deposito fino a 100.000 euro a persona e per banca. Anche in questo caso la protezione riguarda vari tipi di prodotti come il conto corrente o il libretto di risparmio. In alcuni casi, il limite si può estendere anche a depositi temporaneamente alti come ad esempio la vendita di una casa ma sempre sotto strette condizioni.

Nei Paesi Bassi c’è invece il Dutch Deposit Guarantee Scheme (Dgs) che è gestito dalla banca centrale olandese, De Nederlandsche Bank. Anche in questo caso vengono protetti depositi bancari fino a 100.000 euro per banca e depositante.