Turismo responsabile: cos’è e quali sono le caratteristiche

I requisiti del turismo responsabile, qual è il suo obiettivo e le differenze con quello sostenibile

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Pietro Boniciolli

Esperto in Scienze Ambientali

Con una doppia laurea in scienze naturali, scrive articoli per diversi blog che trattano di tematiche ambientali ed è presidente del WWF FVG.

Con turismo responsabile ci si riferisce a una forma di turismo che fa della giustizia sociale ed economica e del rispetto i suoi principi fondanti. Si tratta di viaggiare con una forma mentis orientata alla responsabilità, appunto, del proprio impatto sulla terra e sulle persone.

Spesso, nell’immaginario comune, coincide con il turismo sostenibile, ma ci sono delle sfumature e differenze che rendono i due concetti leggermente differenti. Certamente, rappresentano entrambi non più dei fenomeni, ma due stili di viaggio che prendono piede da stili di vita precisi.

Il turismo responsabile coinvolge sia il turista/viaggiatore sia la struttura turistica. Infatti anche gli operatori turistici devono diffondere una cultura della sensibilità ai temi della responsabilità sociale d’impresa, della sostenibilità ambientale, della equità di genere e alle buone pratiche in generale.

Questi soggetti, così come quelli istituzionali, devono fare molta attenzione a che il turismo responsabile sia realizzato e complessivamente gestito in modo da non generare dei fenomeni di iniquità sociale ed economica. Le popolazioni delle regioni ospitanti il turista non devono, in sostanza, avere alcun danno dal turismo, che deve essere un’opportunità di crescita (anche economica) e conoscenza.

L’ecoturismo responsabile pone quindi al centro del viaggio la responsabilità sociale del turista: questo si traduce non solo nella consapevolezza verso la natura e i luoghi visitati, ma anche nel rispetto delle popolazioni locali che vi abitano.

Cos’è il turismo responsabile

Secondo la definizione dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR), il turismo responsabile è il turismo “attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture”. In pratica si tratta di un modo di viaggiare che riconosce un posto in primo piano per la comunità locale che ospita il viaggiatore quindi il suo diritto ad essere “protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio”.

Ma non solo: tutti gli “attori” di un’esperienza di turismo responsabile, che poi diventa un vero stile di vita, quindi il viaggiatore, l’organizzatore e la comunità locale ospitante, devono essere consapevoli che ognuno di loro, nel loro ambito di competenza e per ciò che li riguarda, è coinvolto in una dinamica complessa in cui tutti devono rispettare gli equilibri funzionali per una sopravvivenza sostenibile e redditizia degli altri protagonisti dell’esperienza di turismo responsabile.

In realtà, diventa sempre più difficile riuscire a definire con precisione il turismo responsabile, proprio perché non è possibile dare una spiegazione univoca di questa pratica, identificandola, di volta in volta, con altre pratiche che, invece, ne sono solo accezioni o specificazioni, tipo “turismo consapevole”, “ecoturismo”, “turismo sostenibile” etc. Se vogliamo, il turismo responsabile può essere una somma di queste pratiche.

Turismo consapevole e responsabile: i principi

Un viaggiatore che sceglie di viaggiare in maniera responsabile è un viaggiatore che presta attenzione all’impatto che hanno le sue azioni e scelte cercando, in ogni modo possibile, di difendere la destinazione che visita.

Se vogliamo, possiamo definire dei principi su cui si basa il turismo consapevole e sostenibile:

  • rispetto e salvaguardia dell’ambiente, dell’ecosistema e delle biodiversità
  • rispetto e salvaguardia delle cultura e della tradizione delle popolazioni locali
  • impatto a bassissimi livelli delle strutture e delle attività turistiche sull’ambiente
  • consenso informato delle popolazioni autoctone sulle attività turistiche
  • partecipazione attiva nella gestione delle imprese ecoturistiche
  • promozione di un’esperienza di viaggio del turista che conosce le comunità locali e la loro cultura
  • condivisione con i le persone del posto dei benefici economici che derivano dal turismo

La differenza tra turismo responsabile e sostenibile

Si parla di slow turism e turismo responsabile per indicare un concetto molto simile al turismo sostenibile. I due si avvicinano molto a un’unica forma di viaggiare, improntata al rispetto dell’ambiente e delle culture, anche se il turismo sostenibile ha molto a che fare con le questioni sull’inquinamento dell’ambiente e il turismo responsabile con le scelte che riguardano le comunità.

Il turismo sostenibile, infatti, è una forma di turismo che riconosce l’importanza della comunità ospitante e il suo diritto di partecipare attivamente allo sviluppo del proprio territorio. Non a caso, per turismo responsabile, così definito proprio dall’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR), si intende un tipo di turismo realizzato in base ai criteri di uguaglianza sociale e nel rispetto dei diritti umani, affinché possano essere garantiti a tutti.

In buona sostanza, il turismo responsabile valuta l’impatto etico del turismo sulla popolazione locale e le conseguenze sullo sviluppo economico e sociale. Un concetto questo che dà ampio spazio alla possibilità di tornare a viaggiare, godendosi l’autenticità di un luogo, l’artigianalità dei suoi prodotti, la stagionalità del cibo e la laboriosità della popolazione locale.

Che si tratti di turismo sostenibile o responsabile, in ogni caso, si fa riferimento sia a viaggi fai-da-te, quindi organizzati zaino in spalla, sia a viaggi gestiti da Tour Operator specializzati in questo tipo di esperienza. Di conseguenza, il costo non è mai lo stesso, perché potrebbe essere un viaggio molto economico o, al contrario, un viaggio più costoso di un tour più commerciale. Si possono fare esperienze di turismo responsabile ovunque, anche in Italia, dove ci sono centinaia di località che si impegnano attivamente affinché i turisti possano vivere il territorio nel rispetto di cose e persone.

Viaggi di turismo responsabile: il Vademecum

L’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR) ha stilato un vero e proprio Vademecum del turismo responsabile, utile per chiunque intenda viaggiare in questo modo. Innanzitutto, prima dei viaggi di turismo responsabile, suggerisce di cercare il maggior numero di informazioni possibili sul Paese che stai per visitare: storia, cultura, economia, natura, religione, cucina e magari anche qualche espressione nella lingua locale. Sarebbe preferibile scegliere operatori turistici, compagnie aeree e hotel che si impegnano nei confronti delle comunità ospitanti e dell’ambiente.

Durante la vacanza, bisogna inoltre adattarsi agli usi e costumi locali, senza imporre le proprie abitudini e stile di vita. Il fatto di aver pagato una vacanza non vuol dire che il viaggiatore può fare ciò che vuole. Bisogna rispettare le regole del posto, senza impuntarsi per ottenere privilegi ed eccezioni né adottare comportamenti offensivi.

Tutte le buone pratiche che coinvolgono gli usi e i costumi, come indossare un abbigliamento consono e non troppo appariscente, soprattutto nei luoghi di culto, oppure evitare di ostentare ricchezza e lusso in contrasto con il tenore di vita locale, rientrano nel Vademecum del turismo responsabile.

Per gli stessi motivi, è bene supportare le manifestazioni culturali e l’artigianato locale, così da aiutare la popolazione del Paese visitato. Usare i servizi gestiti dalla popolazione locale, in particolare i trasporti e le strutture ricettive, ti permette di conoscere meglio il Paese e la gente che lo abita e favorirai l’economia locale.

Viaggiare in modo consapevole e responsabile

In tutta Italia e nel mondo ci sono vari operatori turistici che propongono esperienze di viaggio responsabile, scegliendo con cura strutture e mezzi per viaggiatori che desiderano applicare questa filosofia di vita anche in viaggio. Gli operatori in particolare prestano attenzione ad avvalersi solo di strutture locali che diano garanzie rispetto all’ambiente e alle popolazioni locali. Agiscono quindi anche per sensibilizzare chi viaggia con loro al rispetto dei principi ambientalisti e sociali del luogo che li ospita.

Sono molto attenti a tutti gli aspetti che coinvolgono i principi del turismo responsabile e richiedono esplicitamente ai propri clienti di denunciare eventuali situazioni di degrado ambientale o sociale. A livello fai-da-te è possibile interfacciarsi con AITR, l’Associazione Italiana del Turismo Responsabile, che riunisce numerosi Tour Operator che operano nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture, riconoscendo il diritto delle comunità locali ad essere protagoniste di uno sviluppo turistico socialmente responsabile.

Quanto costano i viaggi di turismo responsabile

Chi non intraprende viaggi di turismo responsabile spesso ha il timore che questi costino molto di più di un viaggio “normale”: Questo è un falso mito. Si può viaggiare in modo responsabile pur non avendo un budget altissimo a disposizione. La maggior parte dei viaggiatori di questo tipo in realtà riesce a viaggiare in modo sostenibile anche senza. Basta prestare attenzione a ridurre i rifiuti giornalieri, trovare alloggi sostenibili, acquistare prodotti in loco e così via.

Tutti coloro che amano la vita all’aria aperta o in contesti naturalistici ma non vogliono rinunciare al confort della vacanza, possono scegliere fra le tante proposte di glamping, una formula di campeggio glamour in cui si inseriscono strutture ricettive rispettose di ambiente e persone per tutte le tasche.