Cos’è la sostenibilità alimentare e come perseguirla

Scopri in cosa consiste la sostenibilità alimentare, quali sono le sue iniziative e i suoi obiettivi

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato: 31 Agosto 2021 17:33

La sostenibilità alimentare è un modello responsabile, con il quale garantire l’accesso alle risorse alimentari a tutta la popolazione mondiale senza compromettere le condizioni del Pianeta. Oggi, alimentazione e sostenibilità ambientale sono due obiettivi essenziali dei programmi di sviluppo, ritenuti cruciali da piani come l’Agenda 2030 di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e le strategie agroalimentari dell’Unione Europea inserite nel Green Deal europeo.

L’alimentazione sostenibile significa non solo assicurare la sicurezza alimentare di tutte le persone a livello globale, ma anche promuovere soluzioni ecocompatibili per ridurre l’impronta ecologica e diminuire la carbon footprint. In questo approfondimento affronteremo questa tematica complessa, per capire cos’è la sostenibilità alimentare e quali sono le principali iniziative adottate dai vari paesi per perseguirla.

Alimentazione sostenibile: definizione e significato

Secondo la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, la definizione di alimentazione sostenibile è un modello agroalimentare accessibile, inclusivo e perfettamente integrato con le dinamiche ambientali. Nel dettaglio, questa concezione si basa sull’obiettivo di individuare sistemi alimentari sostenibili, in grado di soddisfare il corretto fabbisogno nutrizionale della popolazione con il minore impatto ambientale possibile.

Ovviamente si tratta di una sfida complessa, soprattutto considerando l’aumento demografico degli ultimi anni. Secondo il portale WorldMeter.info, oggi sul Pianeta siamo oltre 7,8 miliardi di persone, con un incremento di più di 80 milioni di persone ogni anno, mentre le previsioni dell’ONU indicano come potremmo superare le 10 miliardi di persone entro il 2100. È evidente come sfamare questo numero individui rappresenti un compito difficile, specialmente per conciliare la domanda alimentare in aumento con le esigenze di sostenibilità ambientale.

In base agli ultimi dati della FAO, nel mondo sono 690 milioni le persone che soffrono la fame, quindi quasi il 9% della popolazione globale deve fare i conti con difficoltà di tipo alimentare. Le cause di questa situazione sono molteplici, tra cui l’incremento demografico, l’accesso non uniforme alle risorse, i cambiamenti climatici e le disuguaglianze sociali e tra gli Stati. Senza nessun tipo di intervento Save The Children stima che nel 2030 potrebbero essere 840 milioni di persone a soffrire la fame.

La denutrizione provoca seri danni all’organismo, soprattutto quando colpisce i bambini, con una maggiore incidenza di patologie, disturbi cognitivi, difetti nello sviluppo fisico e un elevato tasso di mortalità. Lo stesso vale anche per la malnutrizione, con effetti gravi causati dall’eccesso e dalla mancanza di nutrienti e calorie. Inoltre, il settore alimentare è responsabile del 30% delle emissioni globali di gas serra, provocando un significativo impatto ambientale in termini di inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’atmosfera.

Sostenibilità alimentare: cos’è esattamente

La sostenibilità alimentare è un sistema di produzione e consumo ecocompatibile e socialmente responsabile, con il quale garantire la sicurezza alimentare di tutte le persone sul Pianeta e un impatto ambientale minimo. Ciò è possibile attraverso la riduzione degli sprechi e l’ottimizzazione della produzione di beni alimentari, investendo in pratiche agroalimentari sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale.

I modelli attuali di produzione alimentare, infatti, sono considerati responsabili di:

  • consumo elevato di acqua dolce;
  • inquinamento idrico;
  • deforestazione intensiva;
  • sovrasfruttamento dei terreni;
  • alti livelli di emissioni di gas serra;
  • disuguaglianza sociale nell’accesso alle risorse alimentari.

Un sistema alimentare sostenibile ha lo scopo di intervenire in tutti questi aspetti, diminuendo il danno ambientale provocato dal settore agroalimentare e aumentando l’inclusione della popolazione ai prodotti alimentari di qualità. Ovviamente si tratta di una sfida globale non facile, in quanto bisogna fare i conti con un modello socioeconomico ancora oggi diseguale, energivoro e altamente inquinante.

Inoltre, è indispensabile un coordinamento mondiale per ottenere risultati adeguati, poiché non basta l’adozione di un modello alimentare sostenibile da parte di una comunità o un paese, ma è essenziale l’azione congiunta di tutti i paesi del mondo. Non a caso, il programma delle Nazioni Unite di Sviluppo Sostenibile si muove in questa direzione, nel tentativo di armonizzare le misure nazionali e locali dettando obiettivi comuni legati ai temi della sostenibilità.

Alimentazione e sostenibilità ambientale: i principi cardine

I pilastri della sostenibilità alimentare possono essere riassunti in tre principi cardine, per capire come orientarsi quando si discutono soluzioni più efficienti nel campo della produzione e del consumo di alimenti. In particolare, i dettami di un modello di alimentazione e sostenibilità ambientale sono:

  • consumo alimentare responsabile;
  • riduzione degli sprechi alimentari;
  • sicurezza alimentare.

Innanzitutto la sostenibilità alimentare richiede una distribuzione più democratica delle risorse, evitando che una parte della popolazione si trovi in condizioni di sovra-nutrizione mentre l’altra è costretta a fare i conti con la denutrizione. Un accesso più equo ai prodotti alimentari è la base di qualsiasi modello di alimentazione sostenibile, in grado di assicurare effetti positivi importanti sull’ambiente e la salute con la lotta alla malnutrizione in ogni sua forma.

Allo stesso tempo, la sostenibilità alimentare è strettamente legata alla riduzione degli sprechi alimentari, tenendo conto che secondo l’Unione Europea soltanto nella UE vengono sprecati circa 87,6 milioni di tonnellate di cibo ogni anno. Diminuire questa percentuale significa aumentare la sicurezza alimentare, contrastare la malnutrizione e ridurre l’impronta idrica, attraverso campagne informative di sensibilizzazione della popolazione e interventi di ottimizzazione dei sistemi di produzione, lavorazione, distribuzione e ristorazione.

Il terzo principio è la sicurezza alimentare, un concetto ampio che include diversi aspetti al suo interno, dalla diminuzione degli sprechi alla preservazione delle risorse naturali. Molte comunità locali, infatti, devono affrontare problematiche legate ai cambiamenti climatici causati dal riscaldamento globale e alle condizioni complesse del territorio, oppure non hanno le risorse economiche per acquistare i prodotti di cui hanno bisogno e che non possono produrre in loco per un corretto apporto nutrizionale.

Alimentazione e sostenibilità: il programma delle Nazioni Unite

All’interno dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, il secondo obiettivo è dedicato alla sconfitta della fame nel mondo, tramite il raggiungimento della sicurezza alimentare, il miglioramento della nutrizione della popolazione mondiale e la promozione dell’agricoltura sostenibile. Secondo l’ONU dobbiamo ripensare il modo in cui coltiviamo, condividiamo e consumiamo il cibo, affinché sia possibile sfamare in modo adeguato tutte le persone, valorizzare lo sviluppo delle zone rurali e proteggere allo stesso tempo anche l’ambiente e la biodiversità.

Secondo le Nazioni Unite, l’agricoltura è un settore economico strategico, in quanto fornisce lavoro e mezzi di sostentamento ad oltre il 40% della popolazione globale, con 500 milioni di piccole imprese agricole che da sole soddisfano il fabbisogno alimentare dell’80% delle persone a livello mondiale. Tuttavia, i modelli attuali di agricoltura stanno causando gravi danni alla società e all’ambiente, considerando la perdita del 75% della biodiversità nelle colture dal 1900 ad oggi e le condizioni disagiate in cui vivono milioni di persone nelle zone rurali.

Gli obiettivi 2030 per la sostenibilità alimentare previsti dall’Agenda 2030 dell’ONU sono:

  • eliminare la fame nel mondo;
  • porre fine al problema della malnutrizione;
  • raddoppiare la produttività agricola;
  • aumentare di almeno il doppio il reddito dei piccoli produttori;
  • assicurare sistemi di produzione alimentare sostenibili;
  • proteggere la biodiversità vegetale e animale;
  • incrementare gli investimenti internazionali;
  • rimuovere barriere e distorsioni commerciali internazionali;
  • stabilizzare i prezzi materie prime alimentari.

La strategia europea per la sostenibilità alimentare

Le indicazioni delle Nazioni Unite servono per indicare la direzione da seguire, coordinando gli sforzi nazionali e locali a livello globale, affinché ogni paese collabori per il raggiungimento di risultati importanti nella sostenibilità alimentare mondiale. In Europa la strategia dell’UE per la creazione di un sistema alimentare sostenibile prevede invece i seguenti obiettivi per il 2030:

  • diminuzione del 50% dell’utilizzo di pesticidi chimici;
  • riduzione di almeno il 20% dell’impiego di fertilizzanti;
  • taglio del 50% degli antimicrobici usati in acquacoltura e negli allevamenti;
  • copertura del 25% della superficie agricola con coltivazioni biologiche.

Secondo i dati UE ancora oggi il 20% dei prodotti alimentari viene sprecato nell’Unione Europea, inoltre il settore agricolo rimane responsabile per il 10% delle emissioni di gas in Europa, delle quali circa il 70% sono generate dagli allevamenti di animali. La UE vuole guidare la sostenibilità alimentare e la transizione globale, puntando sulla promozione di alimenti sani, sicuri e sostenibili disponibili a prezzi accessibili.

I consigli della FAO per l’alimentazione sostenibile

Se da un lato sono i governi e le entità sovranazionali a dover guidare il cambiamento nel campo della sostenibilità alimentare, tutti noi possiamo compiere scelte socialmente e ambientalmente responsabili ogni giorno. Secondo i consigli della FAO, promossi con il report Sustainable Diets and Biodiversity, è possibile prendere decisioni migliori per il Pianeta e la società seguendo questi suggerimenti:

  • prediligere prodotti alimentari vegetali;
  • variare l’alimentazione il più possibile;
  • consumare almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno;
  • preferire i prodotti locali;
  • scegliere prodotti freschi e di stagione;
  • ridurre il consumo di alimenti confezionati;
  • limitare il consumo di carne;
  • aumentare il consumo di legumi e cereali integrali nella dieta;
  • acquistare prodotti ittici sostenibili;
  • preferire prodotti biologici.

La FAO indica inoltre come sia necessario migliorare la qualità delle informazioni disponibili, per contrastare in modo più efficace gli sprechi alimentari. In particolare, è fondamentale investire nell’innovazione tecnologia, per migliorare il monitoraggio della filiera e aumentarne l’efficienza. Bisogna anche intervenire in tutti gli aspetti dell’industria alimentare, compreso l’utilizzo di packaging ecosostenibili per ridurre la carbon footprint, puntando sulla definizione di obiettivi chiari e condivisi, la misurazione dei risultati e la pianificazioni di interventi specifici per la sostenibilità alimentare.