Mare Nostrum, 20mila ecoreati denunciati: le regioni che delinquono di più

Il report di Legambiente mette in luce gli illeciti rilevati nel 2022 sulle coste italiane: cemento illegale, inquinamento, maladepurazione e pesca di frodo

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il 2022 ha visto un aumento preoccupante dei reati ambientali lungo le coste italiane, mettendo in seria difficoltà il nostro mare e le zone costiere. Nel corso dell’anno, sono stati accertati ben 19.530 reati ambientali, rappresentando un incremento del +3,2% rispetto all’anno precedente. Questo dato allarmante riflette l’espansione dell’illegalità ambientale che sta minacciando le nostre preziose risorse naturali.

Parallelamente a questa tendenza inquietante, c’è stata anche una crescita dell’attività di controllo da parte delle Capitanerie di Porto e delle forze dell’ordine. Questi sforzi mirati a contrastare l’illecito ambientale sono essenziali per preservare l’integrità del nostro ecosistema marino.

Il rapporto “Mare Monstrum” si Legambiente fornisce una dettagliata panoramica dei principali problemi che affliggono le regioni costiere. Oltre ai reati ambientali, si è registrato un aumento significativo degli illeciti amministrativi, che ammontano a 44.444 casi, con un aumento del 13,1%. Questi dati sottolineano l’importanza di un impegno continuo per proteggere e ripristinare la salute dei nostri mari e delle nostre coste.

Cemento illegale, inquinamento marino e pesca di frodo

Il ciclo illegale legato al cemento, che comprende una serie di attività illegali, dall’occupazione di demanio marittimo alle cave illegali, dagli illeciti negli appalti per opere pubbliche all’abusivismo edilizio, rappresenta da solo il 52,9% dei reati ambientali, pari a 10.337 casi. Questo dato evidenzia l’ampia portata di questa problematica e la sua incidenza significativa sulle questioni ambientali in Italia.

Inoltre, Legambiente classifica altre forme di illegalità sotto la categoria del “mare inquinato“, che include 4.730 illeciti penali legati a fenomeni come la maladepurazione e lo smaltimento dei rifiuti. Questi comportamenti dannosi contribuiscono ulteriormente a inquinare le nostre acque costiere e marine.

Da non sottovalutare è anche il problema della pesca di frodo, con 3.839 reati registrati. Questa attività illecita ha un impatto significativo sulla conservazione delle risorse marine e sull’equilibrio degli ecosistemi marini.

Il ciclo illegale del cemento continua a minacciare le coste italiane

Nel 2022, il ciclo illegale del cemento ha continuato a imperversare sulle coste italiane, rappresentando il 52,9% dei reati costieri. Le violazioni urbanistiche, l’abusivismo edilizio e altri reati legati alle costruzioni, insieme a quelli ambientali, sono in aumento. Le forze dell’ordine hanno effettuato 664.175 controlli, un aumento del 27,7% rispetto al 2021, e denunciato 10.689 persone, il 29,6% in più rispetto all’anno precedente. Sebbene il numero di sequestri sia diminuito, le sanzioni amministrative sono aumentate in modo significativo, superando i 90 milioni di euro. La Campania è la regione con il maggior numero di reati, seguita da Puglia e Sicilia. Le regioni con presenza mafiosa concentrano una parte significativa di queste attività illegali. L’analisi sottolinea la necessità di un intervento urgente per affrontare il problema del cemento illegale e proteggere l’ambiente costiero italiano.

Il mare italiano sotto pressione: analisi reati ambientali 2022

Nel 2022, l’Italia ha visto una riduzione del 32,9% dei reati ambientali lungo le sue coste, ma un aumento del 24,2% degli illeciti amministrativi. Il totale delle illegalità legate all’inquinamento marino ha superato le 13.000 infrazioni, corrispondenti a 1,8 violazioni per ogni chilometro di costa.

Le forze dell’ordine hanno denunciato e arrestato il 43,6% persone in meno di rispetto al 2021, e i sequestri sono diminuiti del 51,7%. Tuttavia, il valore complessivo dei beni sequestrati ha superato i 385 milioni di euro. Gli illeciti amministrativi sono cresciuti del 24,2%, con un aumento del 47,7% delle sanzioni amministrative rispetto all’anno precedente.

La Campania rimane in cima alla lista dei reati ambientali, rappresentando il 26,3% del totale nazionale. La Puglia è al secondo posto, seguita dal Lazio. Tuttavia, il Lazio è al secondo posto per il numero di persone coinvolte e i sequestri. La Calabria è al quarto posto, mentre la Sicilia scende di due posizioni rispetto all’anno precedente. A livello nazionale, l’Emilia-Romagna si colloca al sesto posto per il numero di reati.

In particolare, l’incidenza dei reati ambientali nelle regioni con presenza mafiosa è aumentata dal 51,8% nel 2021 al 52,5% nel 2022. Ciò evidenzia la persistente influenza dei fenomeni criminali in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sulle questioni ambientali lungo le coste italiane.

Il graduale stop alla pesca a strascico entro il 2030

Il 26 giugno scorso, il Consiglio agricoltura e pesca dell’Unione europea ha adottato il pacchetto pesca per garantire un futuro sostenibile al settore. Questo piano include il graduale stop alla pesca a strascico entro il 2030, a causa dei danni dimostrati agli habitat naturali e alle specie in via di estinzione. Il presidente di turno del Consiglio, il ministro svedese Peter Kullgreen, ha annunciato che 26 Paesi appoggiano la proposta, ad eccezione dell’Italia.

In Italia, nel 2022, le autorità hanno registrato 3.839 reati e 9.933 illeciti amministrativi contro la pesca di frodo, evidenziando la persistenza del problema. Anche se questi numeri sono significativi, rappresentano solo parzialmente il problema denunciato da Legambiente, poiché molta pesca illegale continua a eludere i sistemi di sorveglianza.

Inoltre, nel 2022, sono state sequestrate oltre 400 tonnellate di prodotti ittici, con la Sicilia in testa con oltre 129 tonnellate. Tuttavia, quando si considera il rapporto tra i sequestri e i chilometri di costa, la classifica cambia notevolmente, con il Veneto e la Liguria al primo posto. Alcune regioni con tratti costieri importanti hanno numeri di sequestri molto bassi, sollevando domande sulla loro efficacia nel contrastare la pesca illegale. Complessivamente, sono stati confiscati oltre 9.000 attrezzi e reti da pesca, ma sono stati accertati solo 3.839 illeciti penali, con una media nazionale di circa 0,5 illeciti penali per chilometro di costa.

Sicilia in testa per illeciti in ambito ambientale nel 2022

Il rapporto evidenzia che la Sicilia è al primo posto nella classifica degli illeciti, sia penali che amministrativi, legati agli stock ittici in Italia, con un totale di 2.306 infrazioni. Seguono la Puglia (1.809), Liguria (1.331), e la Toscana (1.151). Queste quattro regioni, con tradizionale presenza mafiosa, rappresentano il 45,3% del totale degli illeciti.

Se si considerano solo gli illeciti penali, la Sicilia è ancora al primo posto con 660 reati, seguita da Puglia, Liguria, Lazio, Campania, e Toscana. Le quattro regioni mafiose rappresentano il 45,4% dei reati totali. Per gli illeciti amministrativi, la Sicilia guida con 1.646 infrazioni, seguita da Puglia, Liguria, Toscana, e Calabria. In quest’area, anch’essa concentrandosi nelle regioni mafiose, si registra il 45,2% dei reati del 2022.

Questi dati mettono in evidenza una maggiore prevalenza di illeciti amministrativi rispetto ai reati, sollevando preoccupazioni sulla normativa vigente e la sua effettiva applicazione nel contrasto alla distruzione degli stock ittici.

Considerando i dati per km di costa, l’Emilia-Romagna è la regione con il maggior numero di illeciti (6,9), seguita dall’Abruzzo (6,4), e Marche e Liguria (3,8). Tuttavia, alcune regioni come la Sardegna e la Basilicata mostrano dati inferiori rispetto alla media nazionale.

Aumento degli illeciti nautici con gravi implicazioni ambientali

Il report di Legambiente evidenzia un aumento preoccupante degli illeciti legati alla navigazione di diporto che mettono in pericolo le aree marine protette e l’ambiente naturale. Queste violazioni del Codice della navigazione rappresentano il 3,2% del totale degli illeciti ma possono minacciare seriamente habitat naturalistici di pregio.

Nel 2022, grazie all’attività di controllo delle Capitanerie di Porto e della Guardia di Finanza, sono stati contestati 624 reati, in netta crescita rispetto ai 210 del 2021 (+197,1%), con 286 persone denunciate/arrestate e 329 sequestri. Gli illeciti amministrativi sono stati 8.983, per un totale di 9.607 infrazioni, equivalenti a 26 al giorno.

La regione Lazio guida la classifica regionale con 151 reati, seguita da Sicilia (141) e Puglia (134). La Campania è quarta con 67 reati, mentre la Liguria è la prima regione del nord con 30 reati.