Neutralità idrica, arriva in Italia il nuovo servizio per le imprese

Dalla carbon alla water neutrality, introdotto in Italia un nuovo servizio che consente alle imprese di ridurre il proprio impatto sulla risorsa idrica

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscere il concetto di neutralità delle emissioni di carbonio, tuttavia gli impatti delle aziende non si fermano ai gas serra. Studio Fieschi & soci, leader nella consulenza sulla sostenibilità, ha compreso questo e ha deciso di offrire ai propri clienti anche il servizio di neutralità idrica. Questa iniziativa offre alle aziende e alle organizzazioni la possibilità di utilizzare una risorsa preziosa in modo più sostenibile ed equo, soprattutto durante la stagione di siccità che sta colpendo il nostro paese negli ultimi mesi.

Che cos’è e come si raggiunge la water neutrality

La neutralità idrica consiste nell’equilibrare la propria impronta idrica, ovvero il bilancio tra l’acqua utilizzata e l’acqua risparmiata o ricostituita. Questo significa compensare gli impatti negativi derivanti dall’uso e dalla compromissione delle risorse idriche.

Come si può raggiungere la water neutrality

La neutralità idrica può essere raggiunta attraverso una serie di azioni che mirano a due obiettivi principali: ridurre i consumi e il deterioramento dell’acqua utilizzata per le attività dell’azienda. Questo può essere fatto attraverso il controllo dei consumi d’acqua e la gestione responsabile delle risorse idriche, in modo da minimizzare l’impatto negativo sull’ambiente. “L’acqua può essere consumata o prelevata dall’ambiente con una certa qualità, ma poi restituita in condizioni peggiori”, spiega Ugo Pretato.

Questo primo obiettivo può essere raggiunto sfruttando le tecnologie appropriate che, se ben integrate nei processi aziendali, possono aiutare a ridurre i consumi d’acqua e migliorare la gestione delle risorse idriche. “L’utilizzo di tecnologie appropriate non solo può portare a una riduzione dei consumi di acqua, ma anche a trattamenti che permettono una maggiore permanenza dell’acqua nei cicli industriali, favorendo la circolarità”, afferma Pretato.

Curare le risorse idriche

Come già sappiamo, la riforestazione è uno strumento comunemente utilizzato per compensare le emissioni di CO2. Allo stesso modo, anche per le risorse idriche è possibile adottare misure compensative per quella parte di acqua che non può essere ridotta. Queste possono includere progetti e investimenti finalizzati a una gestione più efficiente dei bacini idrici o a sostenere comunità che non hanno accesso ad acqua pulita. In questo modo, è possibile compensare gli impatti negativi sulle risorse idriche e promuovere un uso più equo e sostenibile delle risorse idriche.

Interventi per il risparmio idrico

Per ottenere una water compensation efficace, è necessario che gli interventi che generano risparmi idrici siano proporzionali alla quota da compensare. Tuttavia, a differenza delle compensazioni delle emissioni di gas a effetto serra che possono essere effettuate anche in luoghi diversi da quello in cui si trova l’azienda poiché gli impatti climatici sono globali, gli impatti della water compensation devono essere preferibilmente effettuati nel medesimo bacino idrico da cui viene prelevata la risorsa, in particolare per gli impatti diretti. Ciò implica un legame più stretto con il territorio.

Quando un’organizzazione diventa water neutral

Quando rispetta due requisiti principali:

  1. L’implementazione di tutto ciò che è in suo potere per ridurre l’impronta idrica, cioè gli impatti sull’acqua, delle proprie attività, soprattutto nei luoghi in cui insistono
  2. La predisposizione di investimenti efficaci e corretti per la compensazione dell’impronta idrica residua

I riferimenti internazionali

Al momento, non esistono standard internazionalmente riconosciuti per raggiungere la water neutrality. Alcuni ricercatori stanno iniziando a definire il framework delle regole, ma molto è ancora in fase di elaborazione. Alcuni principi sono stati presi in prestito dalla carbon footprint, con passaggi simili come la valutazione dell’impatto sulla risorsa idrica sia in termini di consumo che di degradazione, seguiti da un piano di riduzione con obiettivi da raggiungere nel tempo. Questo è quanto afferma Pretato.

Fra gli schemi analoghi, formalizzati per le emissioni di carbonio, si possono menzionare i Carbon Neutrality Schemes. Riferimento base per la valutazione dell’impronta idrica è la ISO 14046 on Water Footprint Assessment.

I passi pratici per raggiungere la neutralità idrica

Studio Fieschi ha individuato alcuni passi pratici che possono condurre alla neutralità idrica. Fra questi ci sono:

  1. La definizione dei confini aziendali nei quali si applica l’implementazione della metodologia
  2. La misurazione dei consumi idrici e del deterioramento delle acque che deriva dalle attività di un’organizzazione
  3. L’analisi della water footprint con riferimento alla ISO 14046 on Water Footprint Assessment
  4. La definizione delle azioni necessarie alla riduzione e alla compensazione degli impatti idrici, con un programma di miglioramenti da svolgere entro determinate scadenze
  5. Il monitoraggio delle azioni, la misurazione dei miglioramenti e del raggiungimento degli obiettivi