Mare e laghi italiani, segnali di speranza grazie a tutela ambientale e buone pratiche

Questa fotografia è stata scattata da Legambiente, che ha presentato a Roma il bilancio finale delle sue campagne estive Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2024

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Si è recentemente concluso il viaggio di Goletta Verde e Goletta dei Laghi, ed è giunto il momento di fare un bilancio sullo stato di salute dei mari e dei laghi della Penisola. Questa estate 2024 ha evidenziato preoccupanti segnali di deterioramento ambientale.

A minacciare questi preziosi ecosistemi sono maladepurazione, scarichi abusivi e inquinamento. Tuttavia, una delle principali cause di preoccupazione è l’accelerata della crisi climatica. Le intense piogge estive hanno messo a dura prova i sistemi di depurazione, complicando ulteriormente la situazione.

Il risultato di questo monitoraggio è stato allarmante: su un totale di 394 punti campionati tra giugno, luglio e inizio agosto da Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2024 di Legambiente, in 19 regioni, ben il 36% dei punti è stato giudicato complessivamente “oltre il limite”. Di questi, 101 punti hanno ricevuto il giudizio di “Fortemente inquinato” e 39 punti sono stati classificati come “Inquinato”. La situazione appare particolarmente grave per lo stato di salute del mare, dove si registra in media un punto inquinato ogni 76 km di costa. Inoltre, il trend dei punti oltre il limite mostra una crescita lenta ma costante, passando dal 31% nel 2022, al 36% nel 2023 fino al 37% di quest’anno.

Questi dati sottolineano l’urgenza di intervenire con politiche efficaci per migliorare la qualità delle acque e affrontare le sfide ambientali che ci attendono.

Foci dei fiumi e corsi d’acqua: i punti più critici del monitoraggio ambientale 2024

Le foci dei fiumi, insieme ai canali e ai corsi d’acqua che sfociano in mare o nei laghi, continuano a rappresentare i punti più critici dal punto di vista ambientale. Questo è emerso chiaramente dai dati raccolti durante le campagne delle Golette di Legambiente. Su un totale di 394 prelievi complessivi, ben 47% (pari a 185 prelievi) sono stati effettuati proprio presso le foci dei fiumi. Di questi, una percentuale significativa, il 59% (109 su 185), ha ricevuto un giudizio di “oltre il limite” per quanto riguarda la qualità delle acque.

Di contro, i risultati sono stati decisamente migliori per i campioni prelevati nelle acque lacustri e marine situate sia in aree di maggior afflusso di bagnanti che in prossimità di punti critici. Solo il 14% di questi campioni (30 punti su 208) ha ricevuto un giudizio negativo secondo le analisi condotte dalle Golette, indicando che, almeno in queste zone, la situazione appare sotto controllo.

Un’importante novità di quest’anno è rappresentata dai 18 osservati speciali che sono stati monitorati da Goletta Verde e Goletta dei Laghi. Questi punti, noti per essere storicamente critici, sono distribuiti in 14 località lungo la costa e in 4 laghi (Maggiore, Orta, Trasimeno e Bolsena). Qui, tra marzo e giugno, Legambiente ha effettuato in media 3 prelievi aggiuntivi rispetto a quello ufficiale previsto durante le campagne, proprio per ottenere un quadro più preciso della situazione.

L’analisi di 45 campioni (32 lungo la costa e 13 nei laghi) ha rivelato che ben il 69% di essi presentava concentrazioni al di sopra dei limiti di legge anche nei mesi precedenti al periodo estivo, confermando la persistenza di problemi ambientali rilevanti.

Alla luce di questi risultati, Legambiente sta valutando se esistano i presupposti per presentare esposti alle autorità competenti e per richiedere un incremento dei monitoraggi e dei controlli in queste aree, al fine di tutelare la qualità delle acque e la salute degli ecosistemi.

Le cause dell’inquinamento delle foci dei fiumi

Perché le foci dei fiumi sono così inquinate? La risposta è complessa e coinvolge molteplici fattori, tra cui:

  1. Scarichi urbani e industriali: spesso, i fiumi fungono da veri e propri collettori di acque reflue, portando con sé inquinanti di ogni tipo fino al mare. Questi scarichi possono includere sostanze chimiche, metalli pesanti e altri contaminanti pericolosi
  2. Agricoltura intensiva: l’utilizzo massiccio di fertilizzanti e pesticidi in agricoltura contamina le acque superficiali e sotterranee, che poi finiscono per sfociare nei fiumi. Questi prodotti chimici possono causare eutrofizzazione e danni agli ecosistemi acquatici
  3. Manutenzione inadeguata delle infrastrutture: reti fognarie obsolete e sistemi di depurazione inefficienti aggravano la situazione. La mancanza di manutenzione e aggiornamento delle infrastrutture può portare a perdite e scarichi non trattati direttamente nei corsi d’acqua

Questi fattori combinati contribuiscono a rendere le foci dei fiumi punti critici di inquinamento, con gravi conseguenze per l’ambiente e la salute pubblica.

Goletta Verde: un allarme per il nostro mare e i nostri laghi

A scattare questa dettagliata fotografia dello stato di salute del Mediterraneo e dei bacini lacustri italiani è Legambiente, che ha presentato a Roma il bilancio finale delle sue campagne estive Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2024. Queste campagne, ormai giunte rispettivamente alla 38esima e 19esima edizione, sono state realizzate con il supporto di importanti partner come Conou e Novamont, insieme alla media partnership di Nuova Ecologia, e con il contributo aggiuntivo di Anev e Renexia per Goletta Verde.

Nel corso di quest’estate, le due Golette hanno svolto un monitoraggio approfondito sullo stato di salute del Mediterraneo e dei laghi italiani, grazie all’impegno di oltre 200 volontari e volontarie provenienti dai circoli di Legambiente attivi nelle varie regioni. Questi monitoraggi hanno permesso di raccogliere dati cruciali e di portare all’attenzione pubblica questioni di grande rilevanza, come il tema dell’eolico offshore, una risorsa energetica che rappresenta una grande opportunità per il Paese. Tuttavia, le campagne hanno anche messo in luce numerose criticità attraverso azioni di denuncia, chiamati blitz, contro gli attacchi portati da cemento illegale, speculazioni, abusivismo edilizio, trivellazioni e opere inutili.

Un esempio emblematico di queste iniziative è stato il blitz sul lago di Pergusa, che ha puntato i riflettori sulla grande emergenza siccità che affligge molte aree del Paese. Questo intervento ha sottolineato l’importanza di un’azione tempestiva e coordinata per affrontare le sfide ambientali e climatiche che stanno mettendo a dura prova l’ecosistema italiano.

In sintesi, il bilancio presentato oggi da Legambiente non solo offre una panoramica accurata delle condizioni ambientali attuali, ma sottolinea anche l’urgenza di interventi concreti e di una maggiore sensibilizzazione su temi cruciali per la salvaguardia del nostro patrimonio naturale.

La crisi climatica mette a rischio i nostri mari e laghi

Tra le minacce per lo stato di salute della qualità delle acque di mare e laghi, preoccupa anche l’accelerata della crisi climatica nel 2024. Questa situazione è caratterizzata da diversi fenomeni allarmanti:

  • Emergenza siccità: questa emergenza, che sembra non avere fine, ha colpito soprattutto il sud Italia, portando molti laghi quasi in secca
  • Eventi meteo estremi: l’aumento degli eventi meteorologici estremi, in particolare le piogge intense che hanno colpito il nord Italia, ha messo sotto stress gli impianti di depurazione, rendendo difficile la gestione delle acque reflue
  • Tropicalizzazione del mar Mediterraneo: questo fenomeno è particolarmente evidente nell’Adriatico, dove le temperature più elevate stanno alterando l’ecosistema marino
  • Invasione delle specie aliene: un esempio significativo è il granchio blu, che sta invadendo le acque del Mediterraneo, con conseguenze negative per la biodiversità locale

Un bilancio, in sintesi, preoccupante quello delle Golette, su cui per Legambiente bisogna intervenire con urgenza. La crisi climatica sta avendo un impatto significativo sulla qualità delle acque, rendendo necessarie azioni immediate e concrete per proteggere gli ecosistemi acquatici e garantire la salute delle acque di mare e laghi.

L’allarme di Legambiente: un piano nazionale per salvare i nostri mari e laghi

Anche quest’anno, Goletta Verde ci ricorda che la qualità delle nostre acque è a rischio a causa di una depurazione spesso carente o assente“, ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “I fiumi e i canali rappresentano un vero e proprio tallone d’Achille per il nostro Paese, che ha già pagato salate multe per questa negligenza.”

Di fronte a questa emergenza, Legambiente lancia una proposta ambiziosa: un piano nazionale per la tutela di mari e laghi. Questo piano si baserebbe su quattro pilastri fondamentali:

  1. Potenziamento dei sistemi di depurazione: è fondamentale investire in infrastrutture moderne ed efficienti per depurare le acque reflue prima che raggiungano i nostri mari e laghi
  2. Piani di adattamento ai cambiamenti climatici: è necessario mettere in atto strategie per affrontare gli impatti sempre più evidenti della crisi climatica, come l’aumento delle temperature e la maggiore frequenza di eventi estremi
  3. Aumento delle aree protette: la creazione di nuove aree marine e lacustri protette è essenziale per tutelare la biodiversità e gli ecosistemi fragili
  4. Sviluppo delle energie rinnovabili, in particolare l’eolico offshore: l’Italia ha un enorme potenziale eolico offshore, ancora largamente inesplorato. Investire in questo settore non solo permetterebbe di ridurre le emissioni di gas serra, ma creerebbe anche nuove opportunità di sviluppo economico

“L’Italia è in forte ritardo rispetto ad altri Paesi europei nello sviluppo dell’eolico offshore”, sottolinea Ciafani. “Abbiamo un solo parco eolico attivo, quello di Taranto, e numerosi progetti bloccati dalla burocrazia. È fondamentale sbloccare questa situazione per sfruttare al meglio le potenzialità di questa fonte di energia pulita e sostenibile”.

La proposta di Legambiente è chiara: abbiamo bisogno di un piano nazionale ambizioso e concreto per salvare i nostri mari e laghi. Solo investendo in depurazione, adattamento ai cambiamenti climatici, aree protette ed energie rinnovabili potremo garantire un futuro migliore alle generazioni future.

Il potenziale inespresso dell’eolico offshore in Italia

Il potenziale dell’eolico offshore è stato decisamente sottovalutato dal Governo Meloni. Questo è dimostrato non solo dalle lentezze burocratiche che affliggono tutte le fonti rinnovabili, ma anche dall’obiettivo di sviluppo programmato nel nuovo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, che prevede solo 2,1 GW entro il 2030.

Numerose opposizioni regionali e locali si sviluppano intorno a questi progetti, spesso supportate da fakenews e campagne denigratorie. Tra le regioni più coinvolte dalle richieste troviamo:

  • Puglia: 37 pratiche per un totale di 26 GW
  • Sicilia: 35 pratiche per un totale di 23 GW
  • Sardegna: 29 pratiche per un totale di 13 GW

Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente, aggiunge che i risultati di Goletta Verde e dei Laghi risentono spesso delle differenti condizioni meteorologiche avute nei mesi estivi degli ultimi due anni. Si è passati da una condizione di siccità dominante in tutto il centro-nord della penisola, con fiumi in secca e canali prosciugati, a un’estate caratterizzata da frequenti e abbondanti piogge che hanno messo in sofferenza gli impianti di depurazione.

Queste evidenze sono emerse soprattutto nel corso della Goletta dei Laghi, dove la percentuale complessiva di punti oltre il limite di legge è cresciuta dal 23% del 2023 al 33% del 2024.

Legambiente ricorda che ad oggi pesano sull’Italia quattro procedure di infrazione per la mancata conformità alla Direttiva Acque Reflue (91/271/CEE). L’ultima (2017/2181) è ancora in fase di istruttoria, mentre le prime tre sono già sfociate in sentenza di condanna, con la prima risalente al 2004 che ha portato a una sanzione pecuniaria.

La qualità delle acque costiere e lacustri in italia nel 2024

I risultati delle campagne di monitoraggio delle acque condotte da Goletta Verde e Goletta dei Laghi nel 2024 rivelano una situazione preoccupante lungo le coste e nei bacini lacustri italiani. Su 265 punti campionati da Goletta Verde in 15 regioni costiere, ben il 37% è stato giudicato oltre il limite di legge. Di questi, il 25% dei campioni è risultato “Fortemente inquinato” e il 12% “Inquinato”, mentre solo il 63% ha ottenuto un giudizio “Entro il limite”. Particolarmente critiche sono le condizioni delle foci dei fiumi, dove il 44% delle analisi ha rilevato una situazione di “Fortemente inquinato”, il 16% di “Inquinato”, e solo il 40% è risultato “Entro il limite”.

La situazione dei bacini lacustri non è meno allarmante. Goletta dei Laghi 2024 ha monitorato 39 laghi in 11 regioni, eseguendo 129 campionamenti. I risultati mostrano che il 67% dei punti analizzati è “Entro il limite”, ma un preoccupante 28% risulta “Fortemente inquinato” e il 5% “Inquinato”.

Legambiente sottolinea che le analisi effettuate dalle Golette non sono destinate a sostituire il lavoro delle autorità competenti in materia di balneazione. I risultati delle campagne, infatti, non forniscono un’indicazione diretta sulla balneabilità di un tratto di costa o di lago, ma sono piuttosto una fotografia mirata a individuare criticità legate all’inquinamento microbiologico delle acque, spesso dovuto a una scarsa o assente depurazione. Inoltre, i punti di campionamento scelti da Legambiente differiscono spesso da quelli monitorati dalle Arpa e dalle ATS, concentrandosi in aree critiche come le foci dei fiumi o i tratti di mare e lago antistanti.

I dati di Goletta Verde ci offrono un quadro allarmante, ma anche un’opportunità per agire. È tempo di prendere coscienza della gravità della situazione e di impegnarci per un futuro più sostenibile. Sono necessari interventi urgenti per migliorare la qualità dei sistemi di depurazione e proteggere la salute dei nostri mari e laghi.